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VENLAFAXINA ALT*28CPS 75MG RM

VENLAFAXINA ALT*28CPS 75MG RM

LABORATORI ALTER Srl
minsan: 038465011
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AVVERTENZE
Sovradosaggio: i pazienti devono essere avvertiti di evitare l'uso dialcool, tenendo conto dei relativi effetti sul SNC e della possibilita' di peggioramento clinico delle patologie psichiatriche, nonche' delle possibili interazioni avverse con la venlafaxina, inclusi effetti didepressione del SNC (paragrafo 4.5). Il sovradosaggio di venlafaxinae' stato riportato prevalentemente in associazione a alcool e/o altrimedicinali, inclusi casi con esito fatale (paragrafo 4.9). Al fine diridurre il rischio di sovradosaggio, si deve prescrivere la quantita'minima di medicinale che consenta una buona gestione del paziente (vedere 4.9). Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico: la depressione e' associata a un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi suicidio -correlati). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive i pazienti devono essere strettamente monitorati fino ad avvenuto miglioramento. E' esperienza clinica in generale che il rischio di suicidio possa aumentare nelleprime fasi di miglioramento. Altre patologie psichiatriche per le quali la venlafaxina e' prescritta possono anche essere associate ad un aumentato rischio di eventi suicidio-correlati. Inoltre, queste patologie possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Le stesseprecauzioni osservate quando si trattano pazienti con disturbo depressivo maggiore si devono pertanto osservare con altre patologie psichiatriche. I pazienti con storia di eventi suicidio-correlati o che manifestano un significativo grado di ideazione di suicidio prima dell'inizio del trattamento sono a rischio maggiore di ideazione o di tentativodi suicidio devono essere strettamente monitorati durante il trattamento. Una meta-analisi di studi clinici condotti con medicinali antidepressivi controllati con placebo in pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha dimostrato un aumentato rischio di comportamento suicida nella fascia di eta' inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto al placebo. La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolari quelli ad alto rischio, soprattutto nelle prime fasi del trattamento e dopo cambiamenti della dose. I pazienti (e coloro che forniscono assistenza ai pazienti) devono essere istruiti sullanecessita' di monitorare l'eventuale comparsa di qualsiasi peggioramento clinico, l'insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di variazione insolita del comportamento, e di consultare immediatamente ilmedico in caso di comparsa di questi sintomi. Popolazione pediatrica:Venlafaxina Alter non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'. Comportamenti suicidio-correlati (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilita' (principalmente aggressivita', comportamento oppositivo e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza in studi clinici condotti tra bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, debbaessere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere attentamente monitorato per la comparsa di sintomi suicidari. Inoltre, non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungo termineper la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale di bambini e adolescenti. Sindrome serotoninergica: con il trattamento con la venlafaxina, come con altri farmaci serotoninergici, puo'verificarsi lo sviluppo di una sindrome serotoninergica potenzialmentepericolosa per la vita o di reazioni simili a sindrome neurolettica maligna (SNM) in particolare con l'uso concomitante di altri farmaci serotoninergici, (inclusi SSRI, SNRI e triptani), con agenti che compromettono il metabolismo della serotonina come MAO-inibitori (ad esempioblu di metilene), o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere modifiche dello stato mentale (es: agitazione, allucinazioni, coma), instabilita' autonomica (es: tachicardia, pressione ematica labile, ipertermia), aberrazioni neuromuscolari (es: iperreflessia, incoordinazione) e/o sintomi gastrointestinali (es: nausea, vomito, diarrea). La sindrome serotoninergica nella sua forma piu' grave, puo' assomigliare a SNM, e comprende ipertermia, rigidita' muscolare, instabilita' autonomica con possibile rapida fluttuazione dei segnivitali e alterazioni dello status mentale. Se il trattamento concomitante con venlafaxina e altri agenti che possono influenzare il sistemadi neurotrasmettitori serotoninergici e/o dopaminergici e' clinicamente giustificato, si raccomanda un'attenta osservazione del paziente, in particolare durante la fase iniziale del trattamento e ad ogni aumento della dose. Non e' raccomandato l'uso concomitante di venlafaxina con precursori della serotonina (come gli integratori di triptofano). Glaucoma ad angolo stretto: in associazione con la venlafaxina si puo'verificare midriasi. Si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti con pressione intraoculare aumentata, o pazienti a rischio di glaucoma ad angolo stretto (glaucoma ad angolo chiuso). Pressione ematica:aumenti dose-dipendente della pressione ematica sono stati comunementeriportati con l'uso di venlafaxina. Nell'esperienza post-marketing sono stati riportati casi di elevata pressione ematica grave che hanno richiesto un trattamento immediato. Tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati per casi di elevata pressione ematica e un'ipertensione pre-esistente deve essere controllata prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. La pressione ematica deve essere controllata periodicamente dopo l'inizio del trattamento e dopo aumenti di dose. Sideve usare cautela nei pazienti con condizioni preesistenti che potrebbero essere compromesse da aumenti della pressione ematica, quali quelli con funzionalita' cardiaca compromessa. Frequenza cardiaca: si puo' verificare un aumento della frequenza cardiaca, in particolare con idosaggi piu' alti. Si deve prestare cautela con i pazienti con condizioni preesistenti che possano essere compromesse da un aumento della frequenza cardiaca. Malattia cardiaca e rischio di aritmia: l'uso di venlafaxina non e' stato valutato in pazienti con recente anamnesi di infarto del miocardio o malattia cardiaca instabile. Pertanto, la venlafaxina deve essere usata con cautela in tali pazienti.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antidepressivi.
CONSERVAZIONE
Non conservare a temperatura superiore ai 30 gradi C.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Il trattamento concomitante con inibitori irreversibili delle monoaminoossidasi (I-MAO) e' controindicato a causa del rischio di sindrome serotoninergica con sintomi quali agitazione, tremore e ipertermia. Non si deve iniziare l'assunzione di venlafaxina se non sono trascorsi almeno 14 giorni dalla interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile. La somministrazione della venlafaxina deve essere interrotta almeno 7 giorni prima dell'inizio del trattamento con un inibitore irreversibile delle MAO (vedere paragrafi 4.4e 4.5).
DENOMINAZIONE
VENLAFAXINA ALTER CAPSULE RIGIDE A RILASCIO MODIFICATO
ECCIPIENTI
75 mg capsule rigide a rilascio modificato. Contenuto della capsula: ipromellosa, copolimero di ammonio metacrilato (tipo B), sodio laurilsolfato (E487), magnesio stearato. Rivestimento: copolimero di metacrilato butilato basico: 12,5%, Involucro della capsula: gelatina, titaniodiossido (E171), ferro ossido rosso (E172). Inchiostro colorante: gommalacca, ferro ossido nero (E172), propilenglicole (E1520). 150 mg capsule rigide a rilascio modificato. Contenuto delle capsule: ipromellosa, copolimero di ammonio metacrilato (tipo B), sodio laurilsolfato (E487), magnesio stearato. Rivestimento: copolimero di metacrilato butilato basico: 12,5%. Involucro della capsula: gelatina, titanio diossido (E171), eritrosina (E127), indigotina I (E132). Inchiostro colorante: gommalacca, ferro ossido nero (E172), propilenglicole (E1520).
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse riportate comemolto comuni (>1/10) negli studi clinici sono state nausea, secchezzadelle fauci, emicrania e sudorazione (inclusi sudori notturni). Elenco delle reazioni avverse: le reazioni avverse sono elencate di seguitosecondo classe sistemica d'organo, categoria di frequenza e ordine decrescente di gravita' all'interno di ciascuna categoria di frequenza.Le frequenze sono definite come: molto comune (>= 1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1000),molto raro (<1/10,000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Raro: agranulocitosi*, anemia aplastica*, pancitopenia*, neutropenia*; molto raro: trombocitopenia*. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazioni anafilattiche*. Patologie endocrine. Raro: secrezioneinadeguata dell''ormone antidiuretico*; molto raro: aumento della prolattina nel sangue*. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: perdita di appetito; raro: iponatremia*. Disturbi psichiatrici. Molto comune: insonnia; comune: stato confusionale*, depersonalizzazione*, sogni anormali, nervosismo, diminuzione della libido, agitazione*,anorgasmia; non comune: mania, ipomania, allucinazione, derealizzazione, orgasmo anormale, bruxismo*, apatia; raro: delirium*; non nota: ideazione suicidaria e comportamento suicidario^a, aggressivita'^b. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: emicrania; *^c, capogiro, sedazione; comune: acatisia*, tremore, parestesia, disgeusia; non comune:sincope, mioclono, disturbo dell'equilibrio*, coordinazione anormale*,discinesia*; raro: sindrome neurolettica maligna (snm)*, sindrome serotoninergica*, convulsione, discinesia*; molto raro: discinesia tardiva*. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi della visione, anomalie dell'accomodazione, inclusa visione offuscata, midriasi; raro: glaucomaad angolo chiuso*. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito*; non nota: vertigini. Patologie cardiache. Comune: tachicardia,palpitazioni*; raro: torsione di punta*, tachicardia ventricolare*, fibrillazione ventricolare, prolungamento dell'intervallo qt. Patologievascolari. Comune: ipertensione, vampate di calore; non comune: ipotensione ortostatica, ipotensione*. Patologie respiratorie, toraciche emediastiniche. Comune: dispnea*, sbadigli; raro: disturbo polmonare interstiziale*, eosinofilia polmonare*. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, bocca secca, stipsi; comune: diarrea*, vomito; noncomune: emorragia gastrointestinale*; raro: pancreatite*. Patologie epatobiliari. Non comune: test di funzionalita' epatica anormale*; raro:epatite*. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: iperidrosi* (compresi sudori notturni)*; comune: rash, prurito*; non comune: orticaria*, alopecia*, ecchimosi, angioedema*, reazione difotosensibilita'; raro: sindrome di stevens- johnson*, necrolisi epidermica tossica*, eritema multiforme*. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: ipertonia; raro: rabdomiolisi*. Patologie renali e urinarie. Comune: esitazione urinaria, ritenzione urinaria, pollachiuria*; non comune: incontinenza urinaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: menorragia*, metrorragia*, disfunzione erettile, disturbi nell'eiaculazione; non nota: emorragia postpartum**. Patologie sistemiche e condizioni relativealla sede di somministrazione. Comune: stanchezza, astenia, brividi*;molto raro: emorragia mucosale*. Esami diagnostici. Comune: perdita dipeso, aumento di peso, aumento del colesterolo nel sangue; molto raro: prolungamento del tempo di sanguinamento*. *Reazioni avverse segnalate nel post-marketing. ^a Casi di ideazione suicidaria e comportamentisuicidari sono stati riportati durante la terapia con venlafaxina o immediatamente dopo l'interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4). ^b vedere il paragrafo 4.4. ^c In studi clinici a gruppi, l'incidenza della cefalea con la venlafaxina e con placebo erano simili. ** L'evento e' stato riferito per la classe terapeutica di SSRI/SNRI (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Interruzione del trattamento: l'interruzione della terapia con la venlafaxina (soprattutto se improvvisa) comporta comunemente sintomi da astinenza. Le reazioni piu' comunemente riferitesono capogiri, disturbi sensoriali (inclusa parestesia), disturbi delsonno (inclusa insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, vertigine, cefalea e sindrome influenzale. In genere, questi eventi sono da lievi a moderati ed auto-limitanti; comunque, in alcuni pazienti possono essere gravi o prolungati. Pertanto, quando il trattamento con la venlafaxina non e' piu' necessario, si raccomanda di interromperlo gradualmente diminuendo progressivamente il dosaggio (vedere i paragrafi 4.2 e 4.4). Popolazione pediatrica: in generale, il profilo delle reazioni avverse da venlafaxina riscontrate (in studi clinici placebo-controllati) nei bambini e negli adolescenti (dieta' compresa tra 6 e 17 anni) e' stato simile a quello osservato negli adulti. Come per gli adulti sono stati osservati diminuzione dell'appetito, perdita di peso, aumento della pressione ematica e aumento delcolesterolo sierico (vedere paragrafo 4.4). In studi clinici pediatrici e' stata osservata come reazione avversa l'ideazione suicidaria. Cisono stati anche aumentati casi di ostilita' e, soprattutto nel disturbo depressivo maggiore, autolesionismo. In particolare, le seguenti reazioni avverse sono state osservate nei pazienti pediatrici: dolore addominale, agitazione, dispepsia, ecchimosi, epistassi e mialgia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: non sono disponibili dati adeguati sull'uso della venlafaxina nelle donne in stato di gravidanza. Studi sugli animali hanno dimostrato la tossicita' riproduttiva del farmaco (vedere il paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. La venlafaxina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo se i beneficiattesi superano ogni possibile rischio. Come per altri inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs/SNRIs), i sintomi da sospensione possono presentarsi nei neonati se la venlafaxina e' utilizzata finoalla nascita o fino a poco prima. Alcuni neonati esposti alla venlafaxina alla fine del terzo trimestre hanno sviluppato complicazioni chehanno richiesto alimentazione artificiale, supporto respiratorio o ospedalizzazione prolungata. Tali complicazioni possono presentarsi immediatamente al momento del parto. Dati epidemiologici indicano che l'usodi SSRIs in gravidanza, in particolare nelle ultime fasi della gravidanza, puo' aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistentenei neonati (IPPN). Sebbene non esistano studi che abbiano investigatouna correlazione della IPPN al trattamento con farmaci SNRI, questo rischio potenziale con velafaxina non puo' essere ignorato, se si prende in considerazione il meccanismo d'azione connesso (inibizione dellaricaptazione della serotonina). I seguenti sintomi possono essere osservati nei neonati se le madri hanno assunto un SSRI/SNRI verso il termine della gravidanza: irritabilita', tremore, ipotonia, pianto persistente e difficolta' a succhiare o ad addormentarsi. Questi sintomi possono essere dovuti a effetti serotoninergici o a sintomi da esposizione. Nella maggior parte dei casi, queste complicazioni sono state osservate immediatamente o nelle 24 ore successive al parto. I dati osservazionali individuano un rischio aumentato (inferiore a 2 volte) di emorragia postpartum in seguito a esposizione a SSRI/SNRI nel mese precedente il parto (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Allattamento: la venlafaxinae il suo metabolita attivo, la O-desmetilvenlafaxina, vengono escretinel latte materno. Ci sono dati di post-marketing su neonati allattati al seno che riportano pianto persistente, irritabilita', e difficolta' ad addormentarsi. Sintomi da sospensione sono stati osservati anchedopo l'interruzione dell'allattamento al seno. Non si puo' escludereun rischio per il lattante. Pertanto, si deve scegliere se continuare/interrompere l'allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con Venlafaxina Alter, considerando il beneficio dell'allattamentoal seno per il bambino ed il beneficio della terapia con Venlafaxina Alter per la donna. Fertilita': in uno studio in cui sia i ratti maschiche quelli femmine sono stati esposti a O-desmetilvenlafaxina e' stata osservata una riduzione della fertilita'. La rilevanza umana di questo risultato non e' nota (vedere paragrafo 5.3).
INDICAZIONI
Trattamento degli episodi di depressione maggiore; prevenzione delle ricorrenze degli episodi di depressione maggiore; trattamento del disturbo d'ansia generalizzata; trattamento del disturbo d'ansia sociale; trattamento del disturbo da panico, con o senza agorafobia.
INTERAZIONI
Inibitori delle monoaminoossidasi (I-MAO). I-MAO irreversibili non selettivi: la venlafaxina non deve essere usata in combinazione con I-MAOirreversibili non selettivi. Non si deve iniziare l'uso di venlafaxina per almeno 14 giorni dopo l'interruzione del trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo. Si deve interrompere il trattamento conla venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamento con un I-MAO irreversibile non selettivo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).Inibitore selettivo reversibile della MAO-A (moclobemide): l'associazione della venlafaxina con un I-MAO reversibile e selettivo, come la moclobemide, e' controindicata, a causa del rischio di sindrome serotoninergica. Dopo il trattamento con un I-MAO reversibile, si puo' attendere un periodo di astinenza inferiore a 14 giorni prima di iniziare iltrattamento con venlafaxina. Si raccomanda di interrompere l'assunzione di venlafaxina per almeno 7 giorni prima di iniziare il trattamentocon un I-MAO reversibile (vedere paragrafo 4.4). I-MAO non selettivi reversibili (linezolid): l'antibiotico linezolid e' un debole I-MAO reversibile e non selettivo, e non deve essere prescritto ai pazienti intrattamento con venlafaxina (vedere paragrafo 4.4). Gravi reazioni avverse sono state riportate in pazienti che avevano recentemente interrotto la terapia con un IMAO e cominciato quella con venlafaxina, o avevano recentemente interrotto la terapia con venlafaxina prima di iniziare quella con un I-MAO. Queste reazioni includevano tremore, mioclonia, diaforesi, nausea, vomito, vampate, capogiro e ipertermia con manifestazioni rassomiglianti la sindrome neurolettica maligna, convulsionie morte. Sindrome serotoninergica: come con altri farmaci serotoninergici, con la venlafaxina si puo' verificare la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, soprattutto con l'uso concomitante di altri farmaci che possono modulare il sistemadi neurotrasmissione serotoninergica (come i triptani, gli SSRI, gli SNRI, il litio, la sibutramina, il tramadolo o l'erba di San Giovanni [Hypericum perforatum]), con medicinali che interferiscono con la metabolizzazione della serotonina (come gli I-MAO ad esempio blu di metilene), o con precursori della serotonina (come i supplementi di triptofano). Se il trattamento concomitante con venlafaxina e un SSRI, un SNRIo con un agonista del recettore della serotonina (triptano) e' clinicamente giustificato, si raccomanda un'attenta osservazione del paziente, soprattutto all'inizio del trattamento e agli incrementi di dose. L'uso concomitante di venlafaxina con i precursori della serotonina (come i supplementi del triptofano) non e' raccomandato (vedere paragrafo4.4). Medicinali che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (SNC): il rischio dell'utilizzo di venlafaxina in combinazione con altri medicinali che agiscono sul SNC non e' stato valutato in modo sistematico. Pertanto, si deve usare cautela quando la venlafaxina e' assunta in combinazione con altri farmaci che agiscono sul SNC. Etanolo: i pazienti devono essere avvertiti di evitare l'uso di alcool, tenendo conto dei relativi effetti sul SNC e della possibilita' di peggioramento clinico delle patologie psichiatriche, nonche' delle possibili interazioni avverse con la venlafaxina, inclusi effetti di depressione del SNC. Medicinali che prolungano l'intervallo QT: il rischio di un prolungamento dell'intervallo QTc e/o di aritmie ventricolari (ad es. TdP) e' aumentato con l'uso concomitante di altri medicinali che prolungano l'intervallo QTc. La co-somministrazione di tali medicinali deve essere evitata(vedere paragrafo 4.4). Le classi rilevanti includono: antiaritmici diclasse Ia e III (ad esempio chinidina, amiodarone, sotalolo, dofetilide); alcuni antipsicotici (ad esempio tioridazina); alcuni macrolidi (ad es. eritromicina); alcuni antistaminici; alcuni antibiotici chinolonici (ad esempio moxifloxacina). Il suddetto elenco non e' esaustivo ed altri singoli medicinali noti per aumentare significativamente l'intervallo QT devono essere evitati. Effetti di altri medicinali sulla venlafaxina. Ketoconazolo (inibitore del CYP3A4): uno studio di farmacocinetica con il ketoconazolo in metabolizzatori forti (MI) e in metabolizzatori poveri (MP) del CYP2D6 ha fornito risultati di AUC piu' altesia di venlafaxina (70% e 21% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) che di O-desmetilvenlafaxina (33% e 23% in soggetti MP e MI del CYP2D6, rispettivamente) a seguito della somministrazione di ketoconazolo. L'uso concomitante di venlafaxina con inibitori del CYP3A4 (ades: atazanavir, claritromicina, indinavir, itraconazolo, voriconazolo, posaconazolo, ketoconazolo, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina) puo' aumentare i livelli di venlafaxina e di O-desmetilvenlafaxina. Pertanto, si raccomanda cautela se la terapia del paziente comprende l'uso concomitante di venlafaxina e di un inibitore del CYP3A4.Effetto della venlafaxina su altri medicinali. Medicinali metabolizzati dagli Isoenzimi del Citocromo P450: studi in vivo indicano che la venlafaxina e' un inibitore relativamente debole del CYP2D6. La venlafaxina non ha inibito in vivo il CYP3A4 (alprazolam e carbamazepina), CYP1A2 (caffeina) e CYP2C9 (tolbutamide) o CYP2C19 (diazepam) in vivo. Litio: la sindrome serotoninergica puo' verificarsi con l'uso concomitante di venlafaxina e litio (vedere Sindrome serotoninergica). Diazepam: la venlafaxina non ha effetto sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del diazepam e del suo metabolita attivo, il desmetildiazepam.Il diazepam sembra non influenzi la farmacocinetica ne' della venlafaxina ne' del suo metabolita attivo O-desmetilvenlafaxina. Non e' notose ci sia interazione di tipo farmacocinetico e/o farmacodinamico conaltre benzodiazepine. Imipramina: la venlafaxina non ha influenzato lafarmacocinetica dell'imipramina e della 2-OH-imipramina. C'e' stato un incremento dose-dipendente della AUC della 2-OH-desipramina da 2,5 a4,5 volte quando la venlafaxina e' stata somministrata giornalmente in dosi da 75 mg a 150 mg. L'imipramina non ha influenzato la farmacocinetica della venlafaxina e dell'O-desmetilvenlafaxina. Il significatoclinico di questa interazione non e' noto. Si deve prestare cautela quando si somministrano contemporaneamente imipramina e venlafaxina. Aloperidolo: uno studio di farmacocinetica con l'aloperidolo ha mostratouna diminuzione del 42% della clearance orale totale, un incremento del 70% dell'AUC, un incremento del 88% della C max ma nessuna modificadell'emivita dell'aloperidolo. Cio' deve essere tenuto in considerazione in pazienti trattati contemporaneamente con aloperidolo e venlafaxina.
POSOLOGIA
Posologia. Episodi di depressione maggiore: la dose iniziale raccomandata di venlafaxina capsule rigide a rilascio modificato e' di 75 mg una volta al giorno. I pazienti che non rispondono ad una dose inizialedi 75 mg/die possono trarre giovamento da incrementi di dose fino ad un massimo di 375 mg/die. Gli incrementi di dose possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. Se clinicamente garantito a causa della gravita' dei sintomi, gli incrementi di dose possono essereeffettuati ad intervalli piu' frequenti, comunque non inferiori a 4 giorni. A causa del rischio di reazioni avverse dose-correlate, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essererivalutato regolarmente su base individuale. Un trattamento a lungo termine per la prevenzione delle ricorrenze di episodi depressivi maggiori (MDE) puo' anche essere appropriato. Nella maggior parte dei casi,la dose raccomandata per la prevenzione delle ricorrenze di MDE e' uguale a quella utilizzata durante l'episodio stesso. Il trattamento conmedicinali antidepressivi deve durare per almeno 6 mesi successivi laremissione della malattia. Disturbo d'ansia generalizzata: la dose iniziale raccomandata per la venlafaxina a rilascio modificato e' di 75 mg una volta al giorno. I pazienti che non rispondono alla dose iniziale di 75 mg/die possono beneficiare di aumenti di dose fino ad una dosemassima di 225 mg/die. Gli aumenti della dose possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. A causa del rischio di reazioni avverse dose-correlate, gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La doseefficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi opiu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Disturbo d'ansia sociale: la dose raccomandata di venlafaxinaa rilascio modificato e' di 75 mg una volta al giorno. Non ci sono prove che dosi piu' alte apportino benefici maggiori. Comunque, in singoli pazienti non rispondenti alla dose iniziale di 75 mg/die, incrementifino alla dose massima di 225 mg/die possono essere considerati. Gliincrementi della dose possono essere effettuati ad intervalli di 2 settimane o piu'. A causa del rischio di reazioni avverse dose-correlate,gli incrementi di dose devono essere effettuati solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La dose efficace piu' bassa deveessere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo ditempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deveessere rivalutato regolarmente su base individuale. Disturbo da panico: si raccomanda di usare una dose di 37,5 mg/die di venlafaxina a rilascio modificato per 7 giorni. La dose deve essere aumentata a 75 mg/die. I pazienti che non rispondono alla dose di 75 mg/die possono beneficiare di aumenti di dose fino ad una dose massima di 225 mg/die. Gliaumenti della dose possono essere effettuati a intervalli di 2 settimane o piu'. A causa del rischio di reazioni avverse dose-correlate, gliincrementi di dose devono essere fatti solo dopo una valutazione clinica (vedere paragrafo 4.4). La dose efficace piu' bassa deve essere mantenuta. I pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente, di solito parecchi mesi o piu'. Il trattamento deve essere rivalutato regolarmente su base individuale. Pazienti anziani: non si ritiene necessario alcun adattamento specifico della dose della venlafaxina esclusivamente sulla base dell'eta'. Comunque, si deve usare cautela nel trattamento dei pazienti anziani (per es., a causa della possibilita' di insufficienza renale, della potenziale alterazione della sensibilita' e dell'affinita' dei neurotrasmettitori che si verifica conl'eta'). Si deve sempre utilizzare la dose efficace piu' bassa, e i pazienti devono essere attentamente monitorati quando si richiede un aumento della dose. Popolazione pediatrica: l'uso della venlafaxina none' raccomandato in bambini ed adolescenti. Studi clinici controllati condotti su bambini e adolescenti affetti da Disturbo Depressivo Maggiore non hanno dimostrato efficacia e non supportano l'uso di venlafaxina in questi pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). L'efficacia e la sicurezza di venlafaxina in altre indicazioni in bambini ed adolescential di sotto dei 18 anni non e' stata stabilita. Pazienti con insufficienza epatica: in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, in genere una riduzione della dose del 50% deve essere considerata.Comunque, a causa della variabilita' individuale della clearance, unaindividualizzazione della dose sarebbe preferibile. Esistono dati limitati su pazienti con insufficienza epatica grave. Si raccomanda di usare cautela e una riduzione della dose di piu' del 50% deve essere presa in considerazione. Si deve valutare il beneficio potenziale rispetto ai rischi nel trattamento di pazienti con grave insufficienza epatica. Pazienti con insufficienza renale: sebbene non sia necessario alcunadeguamento della dose per pazienti con velocita' di filtrazione glomerulare (VFG) compresa tra 30 e 70 mL/minuto, si raccomanda di usare cautela. Per pazienti che necessitano di emodialisi ed in pazienti congrave insufficienza renale (VFG < 30 mL/min), la dose deve essere ridotta del 50%. A causa della variabilita' individuale della clearance inquesti pazienti, una individualizzazione del dose sarebbe preferibile. Sintomi da astinenza osservati all'interruzione del trattamento convenlafaxina: si deve evitare una brusca interruzione del trattamento.
PRINCIPI ATTIVI
Una capsula rigida a rilascio modificato contiene venlafaxina cloridrato equivalente a 75 mg e 150 mg di venlafaxina. Per l'elenco completodegli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.

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