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AVVERTENZE
I pazienti e chi si prende cura di loro devono essere informati circa la presenza nel Vellofent di un principio attivo in quantita' tale da poter essere fatale per un bambino e quindi sulla necessita' che tutte le compresse vengano sempre tenute fuori dalla vista e dalla portata dei bambini e di coloro che non fanno uso di questo medicinale. Per ridurre al minimo i rischi di effetti indesiderati derivanti dagli oppioidi e per l'individuazione della dose efficace, e' indispensabile che i pazienti siano monitorati attentamente da parte degli operatori sanitari durante la fase di titolazione del dosaggio. Prima di iniziare la terapia con Vellofent e' importante che il trattamento con oppioidi ad azione prolungata utilizzato per il controllo del dolore persistente del paziente si sia stabilizzato, e che durante l'assunzione di Vellofent il paziente prosegua il trattamento a lungo termine con gli oppioidi. Come con tutti gli oppioidi, vi e' un rischio di depressione respiratoria clinicamente rilevante associato all'uso di fentanil. Si deve prestare particolare attenzione durante la titolazione del dosaggio di Vellofent in pazienti con pneumopatia cronica ostruttiva di grado non grave o altre condizioni mediche che predispongono a depressione respiratoria, poiche' anche dosi normalmente terapeutiche di Vellofent possono diminuire ulteriormente la capacita' respiratoria fino a provocare un'insufficienza respiratoria. Vellofent deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti che possono essere particolarmente suscettibili agli effetti intracranici della ritenzione di CO2, come quelli che presentano segni di aumento della pressione intracranica o di deterioramento della coscienza. Gli oppioidi possono mascherare il decorso clinico di un paziente con una lesione cranica e vanno quindi utilizzati soltanto se esiste un'esigenza clinica. Come con altri oppioidi, in caso di insufficiente controllo del dolore in risposta a un aumento della dose di fentanil deve essere considerata la possibilita' di iperalgesia indotta da oppioidi. Puo' essere indicato ridurre la dose, interrompere il trattamento o rivedere il trattamento con fentanil Cardiopatie Il fentanil puo' indurre bradicardia. Il fentanil deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con bradiaritmie pregresse o preesistenti. Inoltre, Vellofent deve essere somministrato con cautela ai pazienti con compromissione epatica o renale. Non e' stata valutata l'influenza della compromissione epatica e renale sulla farmacocinetica di questo medicinale tuttavia, quando somministrato per via endovenosa, la clearance di fentanil si e' dimostrata essere alterata nei casi di compromissione epatica e renale a causa delle alterazioni della clearance metabolica e delle proteine plasmatiche. Dopo la somministrazione di Vellofent, sia la compromissione renale sia quella epatica possono aumentare la biodisponibilita' del fentanil ingerito e diminuire la sua clearance sistemica, che puo' tradursi in un incremento e un prolungamento degli effetti oppioidi. Di conseguenza, e' necessario osservare particolare cautela durante la fase di titolazione del dosaggio nei pazienti con insufficienza epatica o renale di grado moderato o grave. Particolare attenzione va prestata ai pazienti con ipovolemia e ipotensione. Rischio dall'uso concomitante di farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati. L'uso concomitante di Vellofent e farmaci sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati puo' portare a sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di questi farmaci sedativi dovrebbe essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili trattamenti alternativi. Se e' stata presa la decisione di prescrivere Vellofent insieme a medicinali sedativi, deve essere utilizzata la dose efficace piu' bassa e la durata del trattamento deve essere la piu' breve possibile. I pazienti devono essere seguiti attentamente per segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. A tale riguardo, e' fortemente raccomandato informare i pazienti e i loro familiari di tener conto di questi sintomi (vedere sezione 4.5). Sindrome serotoninergica Si raccomanda cautela quando Vellofent viene somministrato congiuntamente a farmaci che agiscono sul sistema di neurotrasmettitori serotoninergici. Una sindrome serotoninergica potenzialmente fatale puo' svilupparsi in caso di uso congiunto con farmaci serotoninergici come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Selective Serotonin Re-uptake Inhibitors, SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (Serotonin Norepinephrine Re-uptake Inhibitors, SNRI), oltre che con farmaci che alterano il metabolismo della serotonina (compresi gli inibitori della monoamino ossidasi [Monoamine Oxidase Inhibitors, IMAO]). Questo puo' accadere alle dosi raccomandate. La sindrome serotoninergica puo' comprendere alterazioni dello stato mentale (per es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilita' autonomica (per es. tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (per es. iperreflessia, incoordinazione, rigidita'), e/o sintomi gastrointestinali (per es. nausea, vomito, diarrea). Qualora si sospetti una sindrome serotoninica, il trattamento con Vellofent deve essere interrotto. Vellofent non e' stato studiato in pazienti con lesioni orali o mucosite. Per tali pazienti puo' esistere un rischio di aumento dell'esposizione sistemica al farmaco, pertanto si raccomanda un'attenzione ancora maggiore durante la titolazione della dose. Ripetute somministrazioni di oppioidi come il fentanil possono far sviluppare forme di tolleranza e dipendenza fisica e/o psicologica. La dipendenza iatrogena dopo uso terapeutico di oppioidi e' una manifestazione nota. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio cioe' essenzialmente "senza sodio.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Derivati della fenilpiperidina.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione. Conservare nel blister originale per proteggere il medicinale dalla luce.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Pazienti senza terapia di mantenimento con oppioidi, poiche' vi e' un aumentato rischio di depressione respiratoria. Uso contemporaneo di inibitori delle monoaminossidasi (MAO) o entro 2 settimane dall'interruzione dell'uso di inibitori delle MAO. Grave depressione respiratoria o gravi condizioni di ostruzione polmonare. Trattamento del dolore acuto diverso dal DEI.
DENOMINAZIONE
VELLOFENT COMPRESSE SUBLINGUALI
ECCIPIENTI
Calcio idrogeno fosfato anidro. Cellulosa microcristallina. Disodio fosfato anidro. Ipromellosa. Macrogol. Magnesio stearato. Maltodestrina. Titanio diossido (E171). Triacetina. Inchiostro da stampa [gommalacca, ferro ossido nero (E172)].
EFFETTI INDESIDERATI
Con questo farmaco è prevedibile l'insorgenza di effetti indesiderati tipici dei farmaci oppioidi. Spesso tali effetti scompaiono o diminuiscono di intensità con l'uso prolungato del prodotto, una volta individuata la dose ottimale per il paziente. Tuttavia, le reazioni avverse più gravi sono depressione respiratoria (che può comportare apnea o arresto respiratorio), depressione circolatoria, ipotensione e shock, e per questo motivo tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati. Le reazioni avverse segnalate più di frequente comprendono: nausea, vomito, costipazione, cefalea, sonnolenza/affaticamento e capogiro. Le seguenti reazioni avverse sono state riportate con Vellofent e/o con altri preparati contenenti fentanil durante gli studi clinici e l'esperienza post-marketing. A causa del trattamento concomitante con oppioidi, sia durante gli studi clinici che nella comune pratica clinica, non è possibile distinguere con esattezza gli effetti del solo fentanil. Le reazioni avverse elencate nella tabella sottostante come MedDRA Preferred term sono organizzate secondo la classificazione sistemica e organica e le frequenze (le frequenze sono definite come: molto comune >= 1/10; comune >= 1/100, < 1/10; non comune >= 1/1.000, < 1/100; raro >= 1/10.000, < 1/1.000; molto raro < 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Non comune: anoressia. Disturbi psichiatrici. Comune: confusione, ansia, allucinazioni, pensiero anormale; non comune: sogni anormali, depersonalizzazione, depressione, labilità emotiva, euforia; non nota: insonnia, tossicodipendenza (dipendenza), abuso di farmaci, delirium. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: sonnolenza, sedazione, capogiri; comune: perdita di coscienza, vertigini, cefalea, mioclono, alterazione del gusto; non comune: coma, convulsioni, parestesia (comprese iperestesia/parestesia periorale), andatura anormale/incoordinazione. Patologie dell'occhio. Non comune: visione alterata (visione annebbiata, visione doppia). Patologie vascolari. Comune: ipotensione; non nota: rossore e vampate di calore. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: dispnea, depressione respiratoria. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea, costipazione; comune: vomito, bocca secca, dolore addominale, dispepsia; non comune: ileo, flatulenza, aumento di volume addominale, carie dentarie; non nota: perdita di denti, recessione gengivale, diarrea. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito, sudorazione; non comune: eruzione cutanea. Patologie renali ed urinarie. Non comune: ritenzione di urina. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: astenia; non comune: malessere; non nota: affaticamento, edema periferico, piressia, sindrome da astinenza, sindrome di astinenza neonatale. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura. Comune: lesione accidentale (ad esempio cadute). Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza. Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso del fentanil in donne in gravidanza. Studi sugli animali hanno dimostrato tossicita' riproduttiva. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Vellofent non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessita'. Dopo terapie a lungo termine, il fentanil puo' causare astinenza nei neonati. Si raccomanda di non usare il fentanil durante il travaglio o il parto (incluso il parto cesareo) in quanto il fentanil attraversa la placenta e puo' causare depressione respiratoria nel feto o nel neonato. Se viene somministrato Vellofent, bisogna avere subito a disposizione un antidoto per il neonato. Allattamento. Fentanil migra nel latte materno e puo' causare sedazione e depressione respiratoria nel bambino allattato al seno. Fentanil non deve essere usato nelle donne in allattamento e l'allattamento al seno puo' essere ripreso soltanto a distanza di almeno 5 giorni dall'ultima somministrazione di fentanil.
INDICAZIONI
Il farmaco e' indicato per il trattamento del dolore episodico intenso (DEI) negli adulti affetti da patologia oncologica, gia' in terapia di mantenimento con un oppioide per il dolore cronico da cancro. Per dolore episodico intenso (DEI) si intende un'esacerbazione temporanea del dolore che si aggiunge a un dolore persistente di base, controllato con un altro medicinale. I pazienti in terapia di mantenimento con un oppioide sono quelli che stanno assumendo almeno 60 mg di morfina per via orale al giorno, almeno 25 microgrammi di fentanil transdermico per ora, almeno 30 mg di ossicodone al giorno, almeno 8 mg di idromorfone per via orale al giorno o una dose equianalgesica di un altro oppioide per una settimana o piu'.
INTERAZIONI
Vellofent e' controindicato nei pazienti che hanno ricevuto inibitori delle monoamino ossidasi (MAO) negli ultimi 14 giorni, poiche' con gli analgesici oppioidi e' stato riportato un grave e imprevedibile potenziamento da parte degli inibitori di MAO. Fentanil e' metabolizzato dall'isoenzima CYP3A4 nel fegato e nella mucosa intestinale. Gli inibitori del CYP3A4, quali: antibiotici macrolidi (es. eritromicina, claritromicina, telitromicina), antimicotici azolici (es. ketoconazolo, itraconazolo e fluconazolo), alcuni inibitori della proteasi (es. ritonavir, indinavir, nelfinavir, saquinavir), calcioantagonisti (es. diltiazem o verapamil), antiemetici (es. aprepitant o dronabinol), antidepressivi (es. fluoxetina), antiacidi (es. cimetidina), o l'alcool possono aumentare la biodisponibilita' del fentanil ingerito e possono anche ridurre la sua clearance sistemica, intensificando o prolungando gli effetti degli oppioidi e potenzialmente causare depressione respiratoria fatale. Effetti simili possono essere riscontrati dopo l'ingestione concomitante di succo di pompelmo, noto per il suo effetto di inibizione del CYP3A4. Pertanto si consiglia cautela se il fentanil e' somministrato in concomitanza con inibitori di CYP3A4. I pazienti cui viene somministrato Vellofent che iniziano la terapia con o aumentano la dose di inibitori del CYP3A4 devono essere attentamente monitorati per eventuali segni di tossicita' da oppioidi, per un periodo di tempo prolungato. L'uso concomitante di Vellofent con potenti induttori del CYP3A4 come barbiturici e altri sedativi (es. fenobarbital), antiepilettici (es. carbamazepina, fenitoina, oxcarbazepina), alcuni antivirali (es. efavirenz, nevirapina), agenti antinfiammatori o immunosoppressori (es. glucocorticoidi), antidiabetici (es. pioglitazone), antibiotici per il trattamento della tubercolosi (es. rifabutin, rifampin), sostanze psicotrope (es. modafinil), antidepressivi (es. erba di San Giovanni-iperico), puo' causare una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di fentanil, la quale puo' ridurre l'efficacia di Vellofent. I pazienti cui viene somministrato Vellofent che interrompono la terapia con o riducono la dose di induttori del CYP3A4 devono essere monitorati per eventuali segni di aumento dell'attivita' di Vellofent o di tossicita' e la dose di Vellofent deve essere regolata di conseguenza. L'uso concomitante di altri depressori del sistema nervoso centrale, compresi altri oppioidi, sedativi o ipnotici, anestetici generali, fenotiazine, tranquillanti, rilassanti muscolo-scheletrici, antistaminici sedativi e alcool puo' produrre un aumento dell'effetto depressivo. L'uso concomitante di agonisti/antagonisti parziali degli oppioidi (per esempio buprenorfina, nalbufina, pentazocina) e' sconsigliato. Tali medicinali possiedono un'elevata affinita' per i recettori degli oppioidi dotati di attivita' intrinseca relativamente bassa, e pertanto, producono un effetto parzialmente antagonista rispetto all'effetto analgesico di fentanil e possono indurre sintomi da sindrome da astinenza nei pazienti dipendenti dagli oppioidi. Farmaci serotoninergici. La somministrazione congiunta di fentanil con un agente serotoninergico, come un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI), un inibitore della ricaptazione della serotonina norepinefrina (SNRI) o un inibitore della monoamino ossidasi (IMAO), puo' aumentare il rischio di sindrome serotoninica, una condizione potenzialmente fatale. Medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati : L'uso concomitante di oppioidi con medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell'effetto additivo depressivo sul SNC. La dose e la durata dell'uso concomitante deve essere limitata.
POSOLOGIA
Posologia. Il trattamento deve essere iniziato e mantenuto sotto la guida di un medico esperto nel trattamento della terapia con oppioidi in pazienti oncologici. I medici devono tenere presente il potenziale di abuso di fentanil. Al momento del passaggio a Vellofent, i pazienti devono essere avvisati di non utilizzare due formulazioni diverse di fentanil contemporaneamente per il trattamento del dolore episodico intenso e di eliminare l'eventuale altro prodotto a base di fentanil prescritto per questa condizione. Il numero di dosi a disposizione dei pazienti deve essere sempre ridotto al minimo, per evitare confusione e potenziale sovradosaggio. In assenza di un controllo adeguato del dolore, deve essere considerata la possibilita' di iperalgesia, tolleranza e progressione della malattia di base. Titolazione della dose. Prima che per i pazienti venga determinata la dose, si presuppone che il loro dolore cronico di base sia controllato con una terapia a base di oppioidi e che generalmente non manifestino piu' di 4 eventi di dolore episodico intenso al giorno. Lo scopo della titolazione della dose e' di identificare una dose di mantenimento ottimale per il trattamento degli episodi di dolore intenso in corso. Tale dose ottimale deve fornire un'analgesia adeguata, con un livello accettabile di reazioni avverse. La dose ottimale di Vellofent verra' stabilita mediante aumento graduale della dose per ogni singolo paziente su base individuale. Sono disponibili diversi dosaggi da utilizzare durante la fase di titolazione. La dose iniziale di Vellofent deve essere pari a 133 microgrammi, aumentando la dose secondo necessita' nel range dei dosaggi disponibili. I pazienti devono essere monitorati attentamente fino al raggiungimento della dose ottimale. Il passaggio da altri prodotti contenenti fentanil a Vellofent non deve avvenire secondo un rapporto 1:1, a causa dei diversi profili di assorbimento. Se i pazienti passano da un altro prodotto contenente fentanil, e' richiesta una nuova titolazione della dose di Vellofent. Il seguente regime di dosaggio e' raccomandato per la titolazione, sebbene il medico debba sempre tenere in considerazione le necessita' cliniche, l'eta' e le patologie concomitanti del paziente. Tutti i pazienti devono iniziare la terapia assumendo una sola compressa sublinguale da 133 microgrammi. Se non si ottiene un'analgesia adeguata entro 15-30 minuti dalla somministrazione di una singola compressa, e' possibile somministrare un'ulteriore (seconda) compressa da 133 microgrammi. Se il trattamento di un episodio di dolore intenso richiede piu' di un'unita' posologica, si deve considerare un aumento della dose facendo ricorso alla concentrazione immediatamente superiore del medicinale (fare riferimento alla figura sottostante). L'incremento di dose deve continuare gradualmente fino al raggiungimento di una adeguata analgesia. In corrispondenza di una dose iniziale di una compressa da 533 microgrammi la dose per l'ulteriore (seconda) compressa deve essere incrementata da 133 a 267 microgrammi, come illustrato nello schema sottostante. Durante questa fase di titolazione, non somministrare piu' di due (2) compresse per un singolo episodio di dolore intenso. Se con la dose superiore si ottiene un'analgesia adeguata, ma gli effetti indesiderati si considerano inaccettabili, si puo' somministrare una dose intermedia (utilizzando compresse da 67 microgrammi o 133 microgrammi). Dosi superiori a 800 microgrammi non sono state valutate negli studi clinici. Per ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse correlate agli oppioidi e per l'individuazione della dose appropriata, e' indispensabile che i pazienti siano seguiti attentamente da parte degli operatori sanitari durante la fase di titolazione del dosaggio. Terapia di mantenimento Dopo aver stabilito una dose appropriata, che puo' essere superiore a una compressa, i pazienti devono essere mantenuti su questa dose e limitare il consumo ad un massimo di quattro dosi di Vellofent al giorno. Modifiche agli aggiustamenti del dosaggio Se la risposta (in termini di analgesia o reazioni avverse) alla dose titolata di Vellofent cambia notevolmente, puo' essere necessario un aggiustamento per assicurare il mantenimento di un dosaggio ottimale. Se vengono manifestati piu' di quattro episodi di dolore intenso al giorno, deve essere rivalutata la dose dell'oppioide ad azione prolungata utilizzato per il dolore persistente. Se l'oppioide ad azione prolungata o la sua dose vengono modificate, la dose di Vellofent deve essere rivalutata e nuovamente titolata, per assicurare che il paziente assuma la dose ottimale. E' assolutamente necessario che un'eventuale nuova titolazione di dose dell'analgesico sia monitorata da un operatore sanitario. Interruzione della terapia La terapia con Vellofent deve essere immediatamente interrotta se il paziente cessa di accusare dolori episodici. Il trattamento del dolore episodico persistente deve essere continuato secondo le prescrizioni del medico. Se e' necessario interrompere l'intera terapia a base di oppioidi, il medico deve monitorare da vicino il paziente, in modo da gestire il rischio di effetti da brusca sospensione del farmaco. Anziani. La titolazione della dose deve essere affrontata con particolare cautela ed i pazienti devono essere tenuti sotto attenta osservazione per rilevare eventuali segni di tossicita' da fentanil. Compromissione epatica e renale. Durante la fase di titolazione del farmaco, i pazienti con disfunzione epatica o renale devono essere sottoposti ad attenta osservazione per rilevare l'eventuale comparsa di segni di tossicita' da fentanil. Popolazione pediatrica. La sicurezza e l'efficacia di Vellofent nella popolazione pediatrica (di eta' inferiore ai 18 anni) non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili. Modo di somministrazione. Il farmaco deve essere somministrato direttamente sotto la lingua, nella parte piu' profonda. Il farmaco non deve essere ingoiato, ma deve disciogliersi completamente nella cavita' sublinguale, senza essere masticato o succhiato. Occorre avvisare i pazienti di non mangiare o bere, fino al completo dissolvimento della compressa sublinguale. Dopo 30 minuti, se in bocca sono rimasti ancora dei residui della compressa di Vellofent, questi possono essere ingeriti. Nei pazienti con secchezza delle fauci, si puo' utilizzare acqua per inumidire la mucosa orale prima di assumere questo farmaco. Una volta rimossa dal blister, la compressa non deve essere conservata, poiche' non si puo' garantire la sua integrita', nonche' per il rischio che si verifichi un'esposizione accidentale ad essa. I pazienti devono essere avvisati di tenere Vellofent in un luogo chiuso a chiave.
PRINCIPI ATTIVI
Vellofent 67 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 110 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 67 microgrammi di fentanil. Vellofent 133 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 210 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 133 microgrammi di fentanil. Vellofent 267 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 420 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 267 microgrammi di fentanil. Vellofent 400 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 630 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 400 microgrammi di fentanil. Vellofent 533 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 840 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 533 microgrammi di fentanil. Vellofent 800 microgrammi compresse sublinguali: ogni compressa contiene 1260 microgrammi di fentanil citrato, equivalenti a 800 microgrammi di fentanil.