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AVVERTENZE
Si raccomanda una sorveglianza clinica in linea con la pratica anticoagulante per tutto il periodo di trattamento. Rischio emorragico: comecon altri anticoagulanti, i pazienti che assumono rivaroxaban devono essere tenuti sotto attenta osservazione per eventuali segni di sanguinamento. Si raccomanda di usarlo con cautela in condizioni di aumentatorischio di emorragia. La somministrazione di rivaroxaban deve essereinterrotta se si verifica un'emorragia grave (vedere paragrafo 4.9). Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa (ad es. epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali e urogenitali, compresi sanguinamenti vaginali anomali o mestruazioni piu' abbondanti) e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, in confronto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban. Di conseguenza e' ritenuto appropriato, in aggiunta ad un'adeguata sorveglianza clinica, che i test di laboratorio su emoglobina/ematocrito possonoessere utili per rilevare sanguinamenti occulti e quantificare il rilievo clinico di sanguinamenti palesi. Molti sottogruppi di pazienti, come descritti di seguito, presentano un rischio elevato di emorragia.Questi pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di complicazioni emorragiche ed anemia dopo l'inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti che assumono Rivaroxaban EG per la prevenzione di TEV dopo chirurgia elettiva di sostituzione di anca o ginocchio, il trattamento deve essere fatto sulla base di esami fisici regolaridel paziente, stretto monitoraggio del drenaggio della ferita chirurgica e misurazione periodica dell'emoglobina. Qualsiasi inspiegabile diminuzione dell'emoglobina o della pressione sanguigna deve indurre aduna ricerca di un punto di sanguinamento. Benche' il trattamento con rivaroxaban non richieda un monitoraggio di routine del livello di esposizione, livelli di rivaroxaban misurati con un saggio calibrato dell'anti-fattore Xa quantitativo possono essere utili in circostanze eccezionali in cui la conoscenza del livello di esposizione a rivaroxaban puo' aiutare a supportare decisioni cliniche, ad esempio, sovradosaggioe chirurgia d'urgenza (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). Compromissione renale: nei pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale(clearance della creatinina < 30 ml/min) i livelli plasmatici di rivaroxaban possono essere significativamente alti (1,6 volte la media), che possono comportare un aumentato rischio di sanguinamento. Rivaroxaban deve essere usato con prudenza nei pazienti con clearance della creatinina 15-29 ml/min. L'uso non e' raccomandato nei pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Nei pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina30-49 ml/min) che assumano contemporaneamente altri prodotti medicinali che aumentano la concentrazione plasmatica di Rivaroxaban EG deve essere usato con prudenza (vedere paragrafo 4.5). Interazione con altriprodotti medicinali: l'utilizzo di rivaroxaban non e' raccomandato neipazienti che ricevono terapia sistemica concomitante con antimicoticiazolici (per es. ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo) od inibitori delle proteasi dell'HIV (per es. ritonavir). Questiprincipi attivi sono forti inibitori sia di CYP3A4 che di P-gp e possono pertanto aumentare le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban adun livello clinicamente rilevante (2,6 volte la media) che puo' portare ad un aumento del rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.5). Si deve prestare attenzione se i pazienti sono trattati in concomitanzacon prodotti medicinali che influiscono sull'emostasi, come i medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS), l'acido acetilsalicilico e gli inibitori dell'aggregazione piastrinica o gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI). Nei pazienti a rischio di malattia gastrointestinale ulcerativa si puo' prendere in considerazione un adeguato trattamento profilattico (vedere paragrafi 4.5). Altri fattori di rischio emorragico. Come per altri farmaci antitrombotici, rivaroxaban non e' raccomandato nei pazienti con un rischio emorragico aumentato, come: disturbi del sanguinamento congeniti od acquisiti;ipertensione arteriosa grave non controllata; altre malattie gastrointestinali senza ulcera in atto che possa portare potenzialmente a complicazioni emorragiche (per es. malattia intestinale infiammatoria, esofagite, gastrite e malattia da reflusso gastroesofageo); retinopatia vascolare; bronchiectasia o storia di sanguinamento polmonare. Pazienticon cancro: i pazienti con patologia maligna possono presentare al contempo un rischio piu' elevato di sanguinamento e trombosi. Il solo beneficio del trattamento anticoagulante deve essere valutato in relazione al rischio di sanguinamento nei pazienti con cancro attivo, a seconda del sito del tumore, della terapia antineoplastica e dello stadio della malattia. I tumori localizzati nel tratto gastrointestinale o urogenitale sono stati correlati ad un elevato rischio di sanguinamento durante la terapia con rivaroxaban. Nei pazienti con neoplasia malignaad alto rischio di emorragia l'impiego di rivaroxaban e' controindicato (vedere paragrafo 4.3). Pazienti con valvola cardiaca prostetica: Rivaroxaban non deve essere utilizzato come profilassi antitrombotica nei pazienti che abbiano recentemente subito un impianto valvolare aortico transcatetere (TAVI). La sicurezza e l'efficacia di rivaroxaban nonsono state studiate nei pazienti con valvola cardiaca prostetica, pertanto non ci sono dati a supporto del fatto che rivaroxaban fornisca un'adeguata anticoagulazione in questa popolazione di pazienti. In questi pazienti il trattamento con rivaroxaban non e' raccomandato. Pazienti con sindrome antifosfolipidica: gli anticoagulanti orali ad azionediretta (DOAC), tra cui rivaroxaban, non sono raccomandati nei pazienti con storia pregressa di trombosi ai quali sia stata diagnosticata lasindrome antifosfolipidica. In particolare, per pazienti triplo-positivi (per anticoagulante lupoide, anticorpi anticardiolipina e anticorpi anti-beta 2glicoproteina I), il trattamento con DOAC puo' essere associato a una maggiore incidenza di eventi trombotici ricorrenti rispetto alla terapia con antagonisti della vitamina K. Chirurgia della frattura dell'anca: l'efficacia e la sicurezza di rivaroxaban non sono state valutate in studi clinici postintervento su pazienti sottoposti adinterventi chirurgici per frattura dell'anca.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Agenti antitrombotici, inibitori diretti del fattore Xa.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; sanguinamento clinicamente significativoin atto; lesioni o condizioni, se considerate fattori di rischio significativo per sanguinamento maggiore. Queste possono includere ulcera gastrointestinale in corso o recente, presenza di neoplasie maligne adelevato rischio di sanguinamento, recente lesione cerebrale o spinale,recente intervento chirurgico a livello cerebrale, spinale od oftalmico, recente emorragia intracranica, varici esofagee accertate o sospette, malformazioni arterovenose, aneurismi vascolari o anomalie vascolari maggiori intraspinali od intracerebrali; trattamento concomitante con qualsiasi altro agente anticoagulante, come ad es. eparina non frazionata (ENF), eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), derivati dell'eparina (fondaparinux, ecc.), anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran, etexilato, apixaban ecc.), tranne in circostanze specifiche di passaggio ad altra terapia (vedere paragrafo 4.2)o quando ENF e' somministrata in dosi necessarie per il mantenimentodi un catetere centrale aperto venoso od arterioso (vedere paragrafo 4.5); malattia epatica associata a coagulopatia e a rischio di sanguinamento clinicamente rilevante, compresi i pazienti cirrotici con ChildPugh B e C (vedere paragrafo 5.2); gravidanza ed allattamento (vedereparagrafo 4.6).
DENOMINAZIONE
RIVAROXABAN EG 10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, povidone, amido, pregelatinizzato, crospovidone, sodio laurilsolfato, magnesio stearato. Rivestimento: ipromellosa E464, titanio diossidoE171, macrogol 4000 E1521, ossido di ferro rosso E172.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: la sicurezza di rivaroxaban e' stata valutata in tredici studi registrativi di fase III. Complessivamente sono stati esposti a rivaroxaban 69.608 pazienti adulti in diciannove studi di fase III e 488 pazienti pediatrici in due studi di fase IIe due di fase III. Le reazioni avverse riportate piu' comunemente neipazienti in terapia con rivaroxaban sono stati sanguinamenti (vedere paragrafo 4.4 e "Descrizione di reazioni avverse selezionate" piu' sotto). I sanguinamenti riportati piu' comunemente sono stati epistassi (4,5%) ed emorragia del tratto gastrointestinale (3,8%). Elenco delle reazioni avverse: le frequenze delle reazioni avverse riportate con rivaroxaban negli adulti e nella popolazione pediatrica sono riassunte diseguito, classificate per sistemi e organi (secondo MedDRA) e per frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (>= 1/10), comune(>= 1/100 - < 1/10), non comune (>= 1/1.000 - < 1/100), raro (>= 1/10.000 - < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), non nota (La frequenza nonpuo' essere valutata sulla base dei dati disponibili). Tutte le reazioni avverse riportate in pazienti adulti durante studi clinici di faseIII o dopo l'utilizzo post-commercializzazione * ed in due studi di fase II e due di fase III nella popolazione pediatrica. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia (incl. Correlati parametri dilaboratorio); non comune: trombocitosi (incluso conta piastrinica aumentata) ^a, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: reazione allergica, dermatite allergica, angioedema ed edema allergico; molto raro: reazioni anafilattiche incluso lo shock anafilattico. Patologie del sistema nervoso. Comune: capogiri, cefalea; non comune: emorragia cerebrale ed intracranica, sincope. Patologie dell'occhio.Comune: emorragia oculare (compresa sanguinamento congiuntivale). Patologie cardiache. Non comune: tachicardia. Patologie vascolari. Comune: ipotensione, ematomi. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: epistassi, emottisi; molto raro: polmonite eosinofila. Patologie gastrointestinali. Comune: sanguinamento gengivale, emorragiadel tratto gastrointestinale (incl. Emorragia rettale), dolori gastrointestinali e addominali, dispepsia, nausea, costipazione ^a, diarrea,vomito ^a; non comune: bocca secca. Patologie epatobiliari. Comune: aumento delle transaminasi; non comune: compromissione epatica, bilirubina elevata, fosfatasi alcalina ematica elevata ^a, GGT elevata ^a; raro: ittero, bilirubina coniugata elevata (con o senza aumento concomitante di ALT), colestasi, epatite (incl. Danno epatocellulare). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: prurito (incl. Casi non comuni di prurito generalizzato), eruzione cutanea, ecchimosi, emorragia cutanea e sottocutanea; non comune: orticaria; molto raro: sindrome di STEVENS- JOHNSON/necrolisi epidermica tossica, sindrome DRESS.Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore ad un arto ^a; non comune: emartrosi; raro: emorragia muscolare; non nota: sindrome compartimentale a seguito di emorragia. Patologie renali e urinarie. Comune: emorragia del tratto urogenitale (incl. Ematuria e menorragia ^b), compromissione renale (incl. Creatininaematica elevate, urea ematica elevata); non nota: insufficienza renale/insufficienza renale acuta a seguito di sanguinamento sufficiente a causare ipoperfusione, nefropatia da anticoagulanti. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: febbre^a, edema periferico, forza ed energia generalmente diminuite (incl.Stanchezza ed astenia); non comune: sensazione di star poco bene (compreso malessere); raro: edema localizzato ^a. Esami diagnostici. Non comune: LDH elevata ^a, lipasi elevata ^a, amilasi elevata ^a. Traumatismo, avvelenamento e complicanze procedurali. Comune: emorragia post- procedurale (incl. Anemia postoperativa ed emorragia da ferita), contusioni, essudato da ferite ^a; raro: pseudoaneurisma vascolare ^c. ^a Osservato nella prevenzione della TEV nei pazienti adulti sottoposti a intervento chirurgico d'elezione di sostituzione dell'anca o del ginocchio. ^b Osservato nel trattamento di TVP, EP e nella prevenzione di recidiva come molto comune nelle donne < 55 anni. ^c Osservato come noncomune nella prevenzione di eventi aterotrombotici nei pazienti dopo SCA (a seguito di intervento coronarico percutaneo). * E' stato applicato un approccio selettivo preordinato per la raccolta degli eventi avversi in studi selettivi di fase III. L'incidenza delle reazioni avverse non e' aumentata e non sono state registrate nuove reazioni avversefarmacologiche dopo l'analisi di questi studi. Descrizione delle reazioni avverse selezionate: a causa del suo meccanismo d'azione farmacologico l'uso di rivaroxaban puo' essere associato a un aumento del rischio di emorragie occulte o conclamate in qualsiasi tessuto od organo, che possono indurre anemia postemorragica. Segni, sintomi e gravita' (compreso l'esito fatale) varieranno a seconda della sede e dell'entita'o portata del sanguinamento e/o dell'anemia (vedere paragrafo 4.9 "Gestione dei sanguinamenti"). Negli studi clinici i sanguinamenti dellamucosa (ad es. epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali eurogenitali, compresi sanguinamenti vaginali o sanguinamento mestruali aumentati) e l'anemia sono stati segnalati piu' frequentemente, rispetto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban. Di conseguenza e' ritenuto appropriato, in aggiunta adun'adeguata sorveglianza clinica, che i test di laboratorio su emoglobina/ematocrito possono essere utili per rilevare sanguinamenti occultie quantificare il rilievo clinico di sanguinamenti palesi. Il rischiodi sanguinamento puo' essere aumentato in determinate categorie di pazienti, ad es. nei pazienti con grave ipertensione arteriosa non controllata e/o trattati congiuntamente con altri medicinali che abbiano effetti sull'emostasi (vedere "Rischio emorragico" al paragrafo 4.4). Ilsanguinamento mestruale puo' essere di intensita' e/o durata maggiore. Le complicanze emorragiche possono presentarsi con debolezza, pallore, capogiro, cefalea o gonfiori di origine sconosciuta, dispnea e shock di origine non nota. In alcuni casi, come conseguenza dell'anemia, sono stati osservati sintomi di ischemia cardiaca come dolore toracicoo angina pectoris. Sono state segnalate con rivaroxaban le note complicanze delle emorragie gravi, come la sindrome compartimentale e l'insufficienza renale dovuta a ipoperfusione o la nefropatia da anticoagulanti. Pertanto, nella valutazione delle condizioni dei pazienti in terapia anticoagulante occorre considerare l'eventualita' di un'emorragia.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: la sicurezza e l'efficacia di rivaroxaban nelle donne in gravidanza non sono state stabilite. Gli studi effettuati sugli animalihanno mostrato tossicita' riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Per via della potenziale tossicita' riproduttiva, del rischio emorragico intrinseco e dell'evidenza che rivaroxaban attraversa la placenta, Rivaroxaban EG e' controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Le donne in eta' fertile devono evitare di restare incinte duranteil trattamento con rivaroxaban. Allattamento: la sicurezza e l'efficacia di rivaroxaban non sono state stabilite nelle donne che allattano al seno. I dati ricavati dagli animali indicano che rivaroxaban e' escreto nel latte materno. Pertanto Rivaroxaban EG e' controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3). Il medico deve prendere la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia. Fertilita': non sono stati condotti studi specifici con rivaroxaban per determinarne gli effetti sulla fertilita' nell'uomo. In uno studio sulla fertilita' maschile e femminile nel ratto non sono stati riscontrati effetti (vedere paragrafo 5.3).
INDICAZIONI
Prevenzione degli eventi tromboembolici venosi (TEV) nei pazienti adulti sottoposti ad intervento chirurgico d'elezione di sostituzione dell'anca o del ginocchio. Trattamento di trombosi venosa profonda (TVP),embolia polmonare (EP) e profilassi di recidiva di TVP e EP nell'adulto. (vedere paragrafo 4.4 per i pazienti con EP emodinamicamente instabili).
INTERAZIONI
Inibitori del CYP3A4 e della P-gp: la co-somministrazione di rivaroxaban e ketoconazolo (400 mg una volta al giorno) o ritonavir (600 mg duevolte al giorno) conduce ad un aumento dell'AUC media di rivaroxabandi 2,6 volte/2,5 volte e ad un incremento del C max medio di rivaroxaban di 1,7 volte/1,6 volte con un incremento significativo dell'effettofarmacodinamico che puo' portare ad un aumento del rischio emorragico. Pertanto, l'utilizzo di rivaroxaban non e' raccomandato nei pazientiche ricevono terapia sistemica concomitante con antimicotici azolicicome ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo) od inibitori delle proteasi dell'HIV. Questi principi attivi sono forti inibitori sia di CYP3A4 che di P-gp (vedere paragrafo 4.4). I principi attivi che inibiscono fortemente solo una delle vie di eliminazione di rivaroxaban, il CYP3A4 o Pgp, si ritiene che aumentino le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura minore. Per esempio la claritromicina (500 mg due volte al giorno), considerata un forte inibitore di CYP3A4 ed un moderato inibitore di P-gp ha portato ad un incremento nell'AUC media di rivaroxaban di 1,5 volte e ad un incremento nella C maxdi 1,4 volte. L'interazione con la claritromicina non e' probabilmenteclinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma puo' essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio. (Per i pazienti con ridotta funzionalita' renale: vedere paragrafo 4.4). L'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) che inibisce moderatamente siaCYP3A4 che P-gp, ha portato ad un incremento nell'AUC media di rivaroxaban e nella C max . di 1,3 volte. L'interazione con eritromicina none' probabilmente clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma puo' essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio. Nei soggetti con lieve compromissione renale l'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) ha portato ad un incremento nell'AUC mediadi rivaroxaban di 1,8 volte ed a un incremento nella C max di 1,6 volte, se paragonato a soggetti con funzione renale normale. Nei soggetticon moderata compromissione renale, l'eritromicina ha portato ad un incremento nell'AUC media di rivaroxaban di 2,0 volte ed a un incrementonella C max di 1,6 volte, se paragonato a soggetti con funzione renale normale. L'effetto dell'eritromicina risulta additivo a quello dellacompromissione renale (vedere paragrafo 4.4). Fluconazolo (400 mg unavolta al giorno), considerato un moderato inibitore di CYP3A4, ha portato ad un incremento nell'AUC media di rivaroxaban di 1,4 volte e adun incremento nella C max di 1,3 volte. L'interazione con il fluconazolo non e' probabilmente clinicamente rilevante nella maggior parte deipazienti, ma puo' essere potenzialmente significativa nei pazienti adalto rischio. (Per i pazienti con ridotta funzionalita' renale: vedere paragrafo 4.4). A fronte dei limitati dati clinici disponibili per il dronedarone la sua associazione con rivaroxaban deve essere evitata.Anticoagulanti: a seguito della somministrazione di enoxaparina (40 mg in dose singola) in associazione a rivaroxaban (10 mg in dose singola) e' stato osservato un effetto additivo sull'attivita' dell'anti-fattore Xa senza effetti aggiuntivi sui test di coagulazione (PT, aPTT).L'enoxaparina non ha modificato la farmacocinetica di rivaroxaban. A causa dell'aumentato rischio di sanguinamento occorre essere prudenti se i pazienti vengono trattati contemporaneamente con altri anticoagulanti (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). FANS/inibitori dell'aggregazione piastrinica: non si e' riscontrato alcun prolungamento clinicamente rilevante del tempo di sanguinamento dopo somministrazione contemporanea dirivaroxaban (15 mg) e naprossene 500 mg. Ciononostante, ci possono essere individui con una risposta farmacodinamica piu' accentuata. Quando rivaroxaban e' stato somministrato in concomitanza con acido acetilsalicilico 500 mg, non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative. Clopidogrel (300 mg dose di carico seguita da 75 mg dose di mantenimento) non ha mostrato interazione farmacocinetica con rivaroxaban (15 mg), ma si e' osservatoun aumento rilevante nel tempo di sanguinamento in un sottogruppo dipazienti, che non era correlato all'aggregazione piastrinica, alla Pselectina o ai livelli del recettore GPIIb/IIIa. Occorre fare attenzionenel caso i pazienti sono trattati contemporaneamente con FANS (compreso l'acido acetilsalicilico) ed inibitori dell'aggregazione piastrinica, in quanto questi prodotti medicinali aumentano tipicamente il rischio di sanguinamenti (vedere paragrafo 4.4). SSRIs/SNRIs: come con altri anticoagulanti puo' esserci la possibilita' che i pazienti presentino un rischio elevato di sanguinamento nel caso SSRIs o SNRIs vengano somministrati contemporaneamente a causa dei loro effetti citati sullepiastrine. Nell'uso concomitante clinicamente programmato con rivaroxaban si sono osservate frequenze numericamente superiori di sanguinamenti importanti e meno importanti clinicamente rilevanti in tutti i gruppi di trattamento. Warfarin: il passaggio di pazienti dall'antagonistadella vitamina K warfarin (INR da 2,0 a 3,0) a rivaroxaban (20 mg) oda rivaroxaban (20 mg) a warfarin (INR da 2,0 a 3,0) ha aumentato il tempo di protrombina/INR (Neoplastin) piu' che in modo additivo (si possono osservare valori individuali di INR fino a 12), mentre gli effetti su aPTT, l'inibizione dell'attivita' del fattore Xa ed il potenzialedella trombina endogena sono stati additivi. Se si desidera indagaregli effetti farmacodinamici di rivaroxaban durante il periodo di transizione si possono utilizzare i test per l'attivita' dell'anti-fattoreXa, PiCT e Heptest, in quanto questi test non vengono influenzati dalwarfarin. Il quarto giorno dopo l'ultima dose di warfarin, tutti i test (compresi PT, aPTT, inibizione dell'attivita' del fattore Xa ed ETP)hanno rispecchiato esclusivamente l'effetto di rivaroxaban. Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici di warfarin durante il periodo di transizione, si puo' utilizzare il parametro dell'INR in corrispondenza della concentrazione minima (C trough) di rivaroxaban (24 ore dopo l'assunzione precedente di rivaroxaban), perche', in quel momento, tale test e' influenzato in misura minima da rivaroxaban. Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche tra warfarin e rivaroxaban. Induttori del CYP3A4: la somministrazione congiunta di rivaroxaban e del potente induttore di CYP3A4 rifampicina ha indotto una riduzione di circa il 50% dell'AUC media di rivaroxaban, con riduzione parallela dei suoi effetti farmacodinamici.
POSOLOGIA
Posologia. Prevenzione della TEV nei pazienti adulti sottoposti a intervento chirurgico d'elezione di sostituzione dell'anca o del ginocchio: la dose raccomandata di Rivaroxaban EG e' di 10 mg, assunta per viaorale una volta al giorno. La dose iniziale deve essere presa da 6 a 10 ore dopo l'intervento, nel momento in cui l'emostasi sia conseguita.La durata del trattamento dipende dal rischio individuale del paziente di tromboembolismo venoso, determinato dal tipo di intervento chirurgico ortopedico. Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore all'anca, si raccomanda un trattamento di 5 settimane; nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore al ginocchio, si raccomanda un trattamento di 2 settimane. In caso di dimenticanza di unadose, il paziente deve prendere Rivaroxaban EG immediatamente e proseguire il giorno seguente con l'assunzione mono giornaliera abituale. Trattamento della TVP, trattamento della EP e prevenzione delle recidivedi TVP ed EP: la dose raccomandata per il trattamento iniziale di TVPacuta o EP e' di 15 mg due volte al giorno per le prime tre settimane, seguita da 20 mg una volta al giorno per il proseguo del trattamentoe la prevenzione di TVP e EP ricorrenti. Una durata breve del trattamento (almeno 3 mesi) deve essere presa in considerazione per i pazienti con TVP o EP causate da fattori di rischio transitori (cioe' chirurgia maggiore recente o traumi). Una durata di trattamento piu' lunga deve essere presa in considerazione per pazienti con TVP o EP indotte non correlate a maggiori fattori di rischio transitori, TVP o EP non indotte o TVP o EP ricorrenti all'anamnesi. Quando sia indicata una prevenzione estesa di TVP o EP ricorrenti (dopo completamento di terapia per TVP o EP di almeno 6 mesi), la dose raccomandata e' di 10 mg una volta al giorno. Nei pazienti nei quali il rischio di TVP o EP ricorrentisia considerato alto, come quelli con comorbidita' complicate o che abbiano sviluppato TVP o EP ricorrenti e siano sottoposti ad estesa prevenzione con Rivaroxaban EG 10 mg una volta al giorno, si deve prendere in considerazione una dose di 20 mg una volta al giorno. La durata della terapia e la scelta posologica devono essere personalizzate dopouna attenta valutazione dei benefici del trattamento rispetto al rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.4). Trattamento e prevenzionedelle recidive di TVP ed EP. Periodo di tempo: giorno 1-21; piano posologico: 15 mg due volte al giorno; dose massima giornaliera: 30 mg. Periodo di tempo: dal giorno 22; piano posologico: 20 mg una volta al giorno; dose massima giornaliera: 20 mg. Prevenzione delle recidive di TVP ed EP. Periodo di tempo: dopo completamento di terapia per TVP ed EP di almeno 6 mesi; piano posologico: 10 mg una volta al giorno oppure20 mg una volta al giorno; dose massima giornaliera: 10 mg o 20 mg. E' disponibile una confezione di introduzione del trattamento di Rivaroxaban EG per le prime 4 settimane per il trattamento di TVP/EP per supportare il passaggio posologico da 15 mg a 20 mg dopo il giorno 21. Sesi dovesse dimenticare una dose durante la fase di trattamento con 15mg due volte al giorno (giorno 121), il paziente deve prendere Rivaroxaban EG immediatamente per assicurare un'assunzione di 30 mg al giorno di Rivaroxaban EG. In questo caso le due compresse da 15 mg possonoessere assunte tutte in una volta. Il giorno seguente il paziente deveproseguire con un'assunzione regolare di 15 mg due volte al giorno come raccomandato. In caso di dimenticanza di una dose durante la fase di trattamento con l'assunzione di una dose al giorno, il paziente deveprendere Rivaroxaban EG immediatamente e proseguire il giorno seguente con l'assunzione mono giornaliera abituale come raccomandato. La dose non deve essere raddoppiata nello stesso giorno per compensare la dose dimenticata. Passaggio da una terapia con antagonisti della vitamina K (AVK) a Rivaroxaban EG: nei pazienti trattati per TVP/EP e per laprofilassi di ricaduta il trattamento con AVK deve essere interrotto ela terapia con Rivaroxaban EG iniziata quando l'INR sia <= 2,5. Nel passaggio di pazienti da AVK a Rivaroxaban EG i valori dell'International Normalised Ratio (INR) possono rivelare dei falsi valori elevati dopo l'assunzione di Rivaroxaban EG. L'INR e' un indicatore non valido per la misurazione dell'attivita' anticoagulante di Rivaroxaban EG e pertanto non deve essere utilizzato (vedere paragrafo 4.5). Passaggio daRivaroxaban EG ad antagonisti della vitamina K (AVK): la transizioneda Rivaroxaban EG a AKV potenzialmente porta ad un'attivita' anticoagulante inadeguata. Un'adeguata azione anticoagulante continua deve essere assicurata nel passaggio a qualsiasi terapia anticoagulante alternativa. Si deve rimarcare che Rivaroxaban EG puo' contribuire ad un elevato INR. Nei pazienti in transizione da Rivaroxaban EG a AVK deve essere somministrato in associazione, finche' l'INR arriva a >= 2,0. Per iprimi due giorni del periodo di transizione deve essere somministratoun dosaggio iniziale standard di AVK, seguito da un dosaggio di AVK parametrato alla rilevazione dell'INR. Nel momento in cui i pazienti assumono sia Rivaroxaban EG che AVK l'INR non deve essere rilevato primache siano trascorse 24 ore dalla dose precedente ma prima della dosesuccessiva di Rivaroxaban EG. Una volta che Rivaroxaban EG e' dismessola rilevazione dell'INR puo' essere condotta con affidabilita' non prima di 24 ore dopo l'ultima dose (vedere paragrafi 4.5 e 5.2). Passaggio da terapia anticoagulante parenterale a Rivaroxaban EG: nei pazienti che stanno assumendo una terapia anticoagulante parenterale, si interrompa la terapia anticoagulante parenterale e si inizi con Rivaroxaban EG da 0 a 2 ore prima del momento in cui la successiva somministrazione del farmaco parenterale (per es. eparina a basso peso molecolare)e' prevista oppure nel momento della dismissione del prodotto medicinale parenterale somministrato in continuo (per es. eparina non frazionata per uso endovenoso). Passaggio da Rivaroxaban EG a terapia anticoagulante parenterale: somministrare la prima dose dell'anticoagulante parenterale nel momento in cui sarebbe prevista la dose successiva di Rivaroxaban EG. Popolazioni speciali. Compromissione renale: dati clinici limitati su pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina 15- 29 ml/min) indicano che le concentrazioni plasmatichedi rivaroxaban sono aumentate in maniera significativa. Rivaroxaban EG deve percio' essere usato con cautela in questi pazienti. Pertanto,l'uso in pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min non e' consigliato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di rivaroxaban. Eccipiente con effetto noto: ogni compressa rivestita con film contiene 49mg di lattosio (come monoidrato), vedere paragrafo 4.4. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.