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AVVERTENZE
Quando lenalidomide e' somministrata in associazione con altri medicinali, prima di iniziare il trattamento consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto corrispondente. Precauzioni in caso di gravidanza: Lenalidomide e' strutturalmente correlata a talidomide, un principio attivo con noto effetto teratogeno nell'uomo, che causa gravi difetti congeniti potenzialmente letali. Lenalidomide ha indotto nelle scimmie malformazioni simili a quelle descritte per talidomide (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). In caso di assunzione durante la gravidanza, nella specie umana e' atteso un effetto teratogeno di lenalidomide. Le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza devono essere soddisfatte per tutte le pazienti, a meno che non vi siano prove certe che la paziente non e' in grado di concepire. Criteri per stabilire che una donna non sia potenzialmente fertile: una paziente di sesso femminile o la partner di un paziente di sesso maschile e' considerata in grado di concepire a meno che non rispetti almeno uno dei seguenti criteri: eta' >= 50 anni e amenorrea naturale per >= 1 anno (l'amenorrea conseguente una terapia antitumorale o durante l'allattamento non esclude la potenziale fertilita'); insufficienza ovarica precoce confermata da un ginecologo; pregressa salpingo-ovariectomia bilaterale o isterectomia; genotipo XY, sindrome di Turner, agenesia uterina. Orientamento Lenalidomide e' controindicata per le donne potenzialmente fertili a meno che non siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni: la paziente e' consapevole che un rischio teratogeno per il feto e' atteso, la paziente e' consapevole della necessita' di adottare metodi contraccettivi efficaci, senza interruzione, almeno 4 settimane prima di iniziare il trattamento, per l'intera durata del trattamento e fino ad almeno 4 settimane dopo la fine del trattamento; anche in presenza di amenorrea, una paziente potenzialmente fertile deve seguire tutte le raccomandazioni per una contraccezione efficace; la paziente deve essere in grado di attenersi a misure contraccettive efficaci; la paziente e' informata e consapevole delle conseguenze potenziali di una gravidanza e della necessita' di rivolgersi immediatamente al medico se esista il rischio di una gravidanza; la paziente e' consapevole della necessita' di iniziare il trattamento non appena le venga dispensata lenalidomide, a seguito di un test di gravidanza negativo; la paziente e' consapevole della necessita' e accetta di sottoporsi a test di gravidanza almeno ogni 4 settimane, ad eccezione dei casi di confermata sterilizzazione tramite legatura delle tube; la paziente dichiara di essere consapevole dei rischi e delle precauzioni necessarie associate all'uso di lenalidomide. Per quanto riguarda i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide, studi farmacocinetici hanno dimostrato che, durante il trattamento, lenalidomide e' presente a livelli estremamente bassi nel liquido seminale e non e' rilevabile nel liquido seminale di soggetti sani 3 giorni dopo la sospensione della sostanza (vedere paragrafo 5.2). Per precauzione e prendendo in considerazione le popolazioni speciali di pazienti con un tempo di eliminazione prolungato, quali ad esempio pazienti con compromissione renale, tutti i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide devono soddisfare le seguenti condizioni: essere consapevoli del rischio teratogeno atteso in caso di attivita' sessuale con una donna in gravidanza o potenzialmente fertile; essere consapevoli della necessita' di utilizzare profilattici in caso di attivita' sessuale con una donna in gravidanza o potenzialmente fertile che non adotta misure contraccettive efficaci (anche nel caso in cui l'uomo abbia effettuato un intervento di vasectomia) durante il trattamento e per almeno 7 giorni dopo la sospensione della dose e/o l'interruzione del trattamento. Essere consapevole che, se la partner inizia una gravidanza mentre il paziente sta assumendo Revlimid o subito dopo aver interrotto il trattamento con Revlimid, deve informarne immediatamente il medico e deve indirizzare la partner da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. In caso di donne potenzialmente fertili, il medico deve assicurarsi che: la paziente soddisfi i requisiti del Programma di Prevenzione della Gravidanza, compresa la conferma che abbia un adeguato livello di comprensione. La paziente abbia accettato le condizioni menzionate in precedenza Contraccezione Le donne potenzialmente fertili devono utilizzare almeno un metodo contraccettivo efficace per almeno 4 settimane prima della terapia, durante la terapia e fino ad almeno 4 settimane dopo la terapia con lenalidomide, ed anche in caso di sospensione della dose, a meno che la paziente non si impegni a osservare un'astinenza assoluta e continua, confermata mese per mese. Nel caso non sia stata gia' iniziata una terapia anticoncezionale efficace, la paziente deve essere indirizzata a un medico specialista, al fine di instaurare un metodo contraccettivo efficace. Di seguito, esempi di metodi contraccettivi considerati adeguati: impianto; sistema intrauterino a rilascio di levonorgestrel (IUS); medrossiprogesterone acetato depot; sterilizzazione tubarica; rapporto sessuale solo con partner di sesso maschile vasectomizzato; la vasectomia deve essere confermata da due analisi negative del liquido seminale; pillole a base di solo progestinico per inibire l'ovulazione (ad es. desogestrel). A causa dell'aumentato rischio di tromboembolia venosa in pazienti con mieloma multiplo che assumono lenalidomide in regimi terapeutici di associazione, e in misura minore in pazienti con mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche e linfoma mantellare che assumono lenalidomide in monoterapia, e' sconsigliato l'uso di contraccettivi orali di tipo combinato (vedere anche paragrafo 4.5). Se la paziente sta attualmente assumendo un contraccettivo orale di tipo combinato, deve sostituire il metodo anticoncezionale con uno di quelli sopra indicati. Il rischio di tromboembolia venosa permane per 4-6 settimane dopo la sospensione del contraccettivo orale di tipo combinato. L'efficacia di steroidi contraccettivi puo' ridursi durante il trattamento concomitante con desametasone (vedere paragrafo 4.5). Gli impianti e i sistemi intrauterini a rilascio di levonorgestrel sono associati ad un aumentato rischio di infezione dal momento dell'inserimento, nonche' a sanguinamento vaginale irregolare. Deve essere considerata la possibilita' di una profilassi a base di antibiotici, in particolare nelle pazienti affette da neutropenia.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Altri immunosoppressori.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Donne in gravidanza. Donne potenzialmente fertili, a meno che non siano rispettate tutte le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
DENOMINAZIONE
REVLIMID CAPSULE RIGIDE (Medicinale sottoposto a monitoraggio addizionale. Cio' permettera' la rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta. Vedere paragrafo 4.8 per informazioni sulle modalita' di segnalazione delle reazioni avverse).
ECCIPIENTI
Contenuto della capsula: lattosio anidro, cellulosa microcristallina, sodio croscarmelloso, magnesio stearato. Rivestimento della capsula. Revlimid 2,5 mg/10 mg/20 mg capsule rigide: gelatina, biossido di titanio (E171), indaco carminio (E132), ossido di ferro giallo (E172). Revlimid 5 mg/25 mg capsule rigide: gelatina, biossido di titanio (E171). Revlimid 7,5 mg capsule rigide: gelatina, biossido di titanio (E171), ossido di ferro giallo (E172). Revlimid 15 mg capsule rigide: gelatina, biossido di titanio (E171), indaco carminio (E132). Inchiostro della dicitura: gommalacca, glicole propilenico (E1520), ossido di ferro giallo (E172), potassio idrossido.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti sottoposti ad ASCT trattati con lenalidomide in terapia di mantenimento. Per determinare le reazioni avverse nello studio CALGB 100104 e' stato applicato un approccio conservativo. Le reazioni avverse descritte di seguito includevano eventi segnalati dopo HDM/ASCT insieme a eventi osservati nel periodo della terapia di mantenimento. Una seconda analisi, che ha identificato gli eventi che si sono verificati in seguito all'inizio della terapia di mantenimento, suggerisce che le frequenze descritte di seguito possono essere piu' elevate di quanto effettivamente osservato durante il periodo della terapia di mantenimento. Nello studio IFM 2005-02, le reazioni avverse erano relative solamente al periodo della terapia di mantenimento. Le reazioni avverse gravi osservate piu' frequentemente (>= 5%) con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state: - Polmonite (10,6%; termine combinato) dallo studio IFM 2005-02 - Infezione polmonare (9,4% [9,4% dopo l'inizio della terapia di mantenimento] dallo studio CALGB 100104. Nello studio IFM 2005-02, le reazioni avverse osservate piu' frequentemente con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state neutropenia (60,8%), bronchite (47,4%), diarrea (38,9%), nasofaringite (34,8%), spasmi muscolari (33,4%), leucopenia (31,7%), astenia (29,7%), tosse (27,3%), trombocitopenia (23,5%), gastroenterite (22,5%) e piressia (20,5%). Nello studio CALGB 100104, le reazioni avverse osservate piu' frequentemente con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state neutropenia (79,0% [71,9% dopo l'inizio della terapia di mantenimento]), trombocitopenia (72,3% [61,6%]), diarrea (54,5% [46,4%]), rash (31,7% [25,0%]), infezione delle vie respiratorie superiori (26,8% [26,8%]), affaticamento (22,8% [17,9%]), leucopenia (22,8% [18,8%]) e anemia (21,0% [13,8%]). Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone Nello studio SWOG S0777, le reazioni avverse gravi osservate piu' frequentemente (>= 5%) con lenalidomide in associazione con bortezomib per via endovenosa e desametasone, rispetto a lenalidomide in associazione con desametasone, sono state: - Ipotensione (6,5%), infezione polmonare (5,7%), disidratazione (5,0%) Le reazioni avverse osservate piu' frequentemente con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone, rispetto a lenalidomide in associazione con desametasone, sono state: affaticamento (73,7%), neuropatia periferica (71,8%), trombocitopenia (57,6%), stipsi (56,1%) e ipocalcemia (50,0%). Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con desametasone a basso dosaggio. Le reazioni avverse gravi osservate piu' frequentemente (>= 5%) con lenalidomide in associazione con desametasone a basso dosaggio (Rd e Rd18), rispetto a melfalan, prednisone e talidomide (MPT), sono state: polmonite (9,8%); insufficienza renale (anche acuta) (6,3%). Le reazioni avverse osservate piu' frequentemente con Rd o Rd18 rispetto a MPT sono state: diarrea (45,5%), affaticamento (32,8%), dolore dorsale (32,0%), astenia (28,2%), insonnia (27,6%), rash (24,3%), diminuzione dell'appetito (23,1%), tosse (22,7%), piressia (21,4%) e spasmi muscolari (20,5%). Pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con melfalan e prednisone: le reazioni avverse gravi osservate piu' frequentemente (>= 5%) con melfalan, prednisone e lenalidomide seguiti da terapia di mantenimento con lenalidomide (MPR+R) o melfalan, prednisone e lenalidomide seguiti da placebo (MPR+p), rispetto a melfalan, prednisone e placebo seguiti da placebo (MPp+p), sono state: neutropenia febbrile (6,0%); anemia (5,3%) Le reazioni avverse osservate piu' frequentemente con MPR+R o MPR+p rispetto a MPp+p sono state: neutropenia (83,3%), anemia (70,7%), trombocitopenia (70,0%), leucopenia (38,8%), stipsi (34,0%), diarrea (33,3%), rash (28,9%), piressia (27,0%), edema periferico (25,0%), tosse (24,0%), diminuzione dell'appetito (23,7%) e astenia (22,0%). Mieloma multiplo: pazienti con almeno una precedente terapia In due studi di fase 3 controllati con placebo, 353 pazienti con mieloma multiplo sono stati esposti a trattamento combinato di lenalidomide/desametasone e 351 a trattamento combinato di placebo/desametasone. Le reazioni avverse piu' gravi osservate con maggiore frequenza con l'associazione lenalidomide/desametasone rispetto all'associazione placebo/desametasone sono state: tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) (vedere paragrafo 4.4); neutropenia di grado 4 (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni avverse che si sono verificate piu' frequentemente con lenalidomide e desametasone, rispetto a placebo e desametasone, combinando gli studi clinici sul mieloma multiplo (MM-009 e MM-010), sono state affaticamento (43,9%), neutropenia, (42,2%), stipsi (40,5%), diarrea (38,5%), crampi muscolari (33,4%), anemia (31,4%), trombocitopenia (21,5%) e rash (21,2%). Sindromi mielodisplastiche: il profilo di sicurezza globale di lenalidomide nei pazienti con sindromi mielodisplastiche si basa sui dati derivati da un totale di 286 pazienti inclusi in uno studio di fase 2 e uno studio di fase 3 (vedere paragrafo 5.1). Nella fase 2, tutti i 148 pazienti erano in trattamento con lenalidomide. Nello studio di fase 3, 69 pazienti erano trattati con lenalidomide 5 mg, 69 pazienti erano trattati con lenalidomide 10 mg e 67 pazienti ricevevano placebo durante la fase di doppio cieco dello studio. La maggior parte delle reazioni avverse tendeva a verificarsi durante le prime 16 settimane di terapia con lenalidomide. Le reazioni avverse gravi comprendono: tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) (vedere paragrafo 4.4). Neutropenia di grado 3 o 4, neutropenia febbrile e trombocitopenia di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni avverse piu' comunemente osservate che si sono verificate con maggiore frequenza nei gruppi trattati con lenalidomide rispetto al braccio di controllo (placebo) nello studio di fase 3, sono state neutropenia, (76,8%), trombocitopenia (46,4%), diarrea (34,8%), stipsi (19,6%), nausea (19,6%), prurito (25,4%), rash (18,1%), affaticamento (18,1%) e spasmi muscolari (16,7%). Linfoma mantellare: il profilo di sicurezza globale di lenalidomide nei pazienti con linfoma mantellare si basa sui dati derivati da 254 pazienti inclusi in uno studio, MCL-002, di fase 2 randomizzato, controllato (vedere paragrafo 5.1). Di seguito sono state incluse, inoltre, le reazioni avverse al farmaco (ADR) osservate nello studio di supporto MCL- 001.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
A causa del potenziale teratogeno, lenalidomide deve essere prescritta nell'ambito di un Programma di Prevenzione della Gravidanza (vedere paragrafo 4.4), a meno che non vi siano prove certe che la paziente non e' potenzialmente fertile. Donne potenzialmente fertili / Contraccezione negli uomini e nelle donne: le donne potenzialmente fertili devono adottare un metodo contraccettivo efficace. In caso di gravidanza durante il trattamento con lenalidomide, la terapia deve essere sospesa e la paziente deve recarsi da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. In caso di gravidanza della partner di un paziente di sesso maschile che assume lenalidomide, la partner deve essere informata di recarsi da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. Durante il trattamento, lenalidomide e' presente a livelli estremamente bassi nel liquido seminale e non e' rilevabile nel liquido seminale di soggetti sani 3 giorni dopo la sospensione della sostanza (vedere paragrafo 5.2). Per precauzione e prendendo in considerazione le popolazioni speciali di pazienti con un tempo di eliminazione prolungato, quali ad esempio pazienti con alterazioni della funzionalita' renale, tutti i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide devono utilizzare profilattici per l'intera durata del trattamento, durante la sospensione della dose e fino ad una settimana dopo l'interruzione della terapia, qualora la propria partner sia in gravidanza o potenzialmente fertile e non utilizzi alcun metodo anticoncezionale. Gravidanza: Lenalidomide e' strutturalmente correlata a talidomide, un principio attivo con noto effetto teratogeno nell'uomo, che causa gravi difetti congeniti potenzialmente letali. Lenalidomide ha indotto nelle scimmie malformazioni simili a quelle descritte per talidomide (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, un effetto teratogeno di lenalidomide e' atteso, e lenalidomide e' controindicata durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento: poiche' non e' noto se lenalidomide sia secreta nel latte materno, si raccomanda di interrompere l'allattamento al seno durante la terapia con lenalidomide. Fertilita': uno studio di fertilita', condotto nei ratti con dosi di lenalidomide fino a 500 mg/kg (all'incirca da 200 a 500 volte le dosi di 25 mg e 10 mg, rispettivamente, utilizzate nell'uomo e calcolate in base alla superficie corporea), non ha evidenziato effetti avversi sulla fertilita' ne' tossicita' materna.
INDICAZIONI
Mieloma multiplo: Revlimid come monoterapia e' indicato per la terapia di mantenimento di pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali. Revlimid in regime terapeutico di associazione con desametasone, o bortezomib e desametasone, o melfalan e prednisone (vedere paragrafo 4.2) e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo non precedentemente trattato che non sono eleggibili al trapianto. Revlimid, in associazione con desametasone, e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo sottoposti ad almeno una precedente terapia. Sindromi mielodisplastiche: Revlimid come monoterapia e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con anemia trasfusionedipendente dovuta a sindromi mielodisplastiche (MDS) a rischio basso o intermedio-1, associate ad anomalia citogenetica da delezione isolata del 5q, quando altre opzioni terapeutiche sono insufficienti o inadeguate. Linfoma mantellare Revlimid come monoterapia e' indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare recidivato o refrattario (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Linfoma follicolare: Revlimid in associazione con rituximab (anticorpo anti-CD20) e' indicato per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma follicolare (grado 1-3a) precedentemente trattato.
INTERAZIONI
Gli agenti eritropoietici, o altri agenti che possono aumentare il rischio di trombosi, come ad esempio la terapia ormonale sostitutiva, devono essere utilizzati con cautela nei pazienti con mieloma multiplo che assumono lenalidomide e desametasone (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Contraccettivi orali: non sono stati condotti studi di interazione con contraccettivi orali. Lenalidomide non e' un induttore enzimatico. In uno studio in vitro condotto con epatociti umani, lenalidomide, esaminata a varie concentrazioni, non ha indotto CYP1A2, CYP2B6, CYP2C9, CYP2C19 e CYP3A4/5. Quindi, se lenalidomide viene somministrata da sola, non ci si attende induzione che conduce a ridotta efficacia di medicinali, tra cui i contraccettivi ormonali. Tuttavia, e' noto che desametasone e' un induttore da debole a moderato del CYP3A4 e che probabilmente influisce su altri enzimi e proteine di trasporto. Non si esclude che l'efficacia dei contraccettivi orali possa essere ridotta durante il trattamento. Devono essere adottate misure efficaci per evitare una gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Warfarin: la somministrazione concomitante di dosi ripetute di 10 mg di lenalidomide non ha prodotto alcun effetto sulla farmacocinetica di dosi singole di R- e S- warfarin. La somministrazione concomitante di una singola dose di 25 mg di warfarin non ha prodotto alcun effetto sulla farmacocinetica di lenalidomide. Tuttavia non e' noto se esiste un'interazione durante l'uso clinico (trattamento concomitante con desametasone). Desametasone e' un induttore enzimatico da debole a moderato e i suoi effetti su warfarin non sono noti. Si consiglia un attento monitoraggio della concentrazione di warfarin durante il trattamento. Digossina: la somministrazione concomitante di 10 mg una volta al giorno di lenalidomide ha aumentato del 14% la concentrazione plasmatica di digossina (0,5 mg, dose singola) con un CI (intervallo di confidenza) del 90% [0,52%-28,2%]. Non e' noto se l'effetto possa essere diverso nell'uso clinico (dosi superiori di lenalidomide e trattamento concomitante con desametasone). Pertanto, durante il trattamento con lenalidomide, e' consigliato il monitoraggio della concentrazione di digossina. Statine: in caso di somministrazione di statine con lenalidomide, si ha un aumento del rischio di rabdomiolisi, che puo' essere semplicemente additivo. E' giustificato un monitoraggio clinico e di laboratorio potenziato, in particolare durante le prime settimane di trattamento. Desametasone: la somministrazione concomitante di una dose singola o di dosi multiple di desametasone (40 mg una volta al giorno) non ha un effetto clinicamente rilevante sulla farmacocinetica di dosi multiple di lenalidomide (25 mg una volta al giorno). Interazioni con gli inibitori della P-glicoproteina (P-gp) In vitro , lenalidomide e' un substrato della P-gp, ma non e' un inibitore della P-gp. La somministrazione concomitante di dosi multiple del potente inibitore della P-gp, chinidina (600 mg, due volte al giorno) o dell'inibitore/substrato ad azione moderata della P-gp temsirolimus (25 mg), non ha un effetto clinicamente rilevante sulla farmacocinetica di lenalidomide (25 mg). La somministrazione concomitante di lenalidomide non altera la farmacocinetica di temsirolimus.
POSOLOGIA
Il trattamento con Revlimid deve essere supervisionato da un medico esperto nell'impiego di terapie oncologiche. Per tutte le indicazioni descritte di seguito: la dose e' modificata in base ai risultati clinici e di laboratorio (vedere paragrafo 4.4). Aggiustamenti della dose, durante il trattamento e alla ripresa del trattamento, raccomandati per gestire la trombocitopenia e la neutropenia di grado 3 o 4, o altra tossicita' di grado 3 o 4 ritenuta correlata a lenalidomide. In caso di neutropenia, si deve valutare la possibilita' di utilizzare fattori di crescita nella gestione del paziente. Il paziente puo' prendere una dose dimenticata se sono trascorse meno di 12 ore dall'ora prevista per la sua assunzione. Se invece sono trascorse piu' di 12 ore, il paziente non deve prendere la dose dimenticata, ma aspettare la solita ora del giorno seguente per prendere la dose successiva. Posologia. Mieloma multiplo di nuova diagnosi (NDMM): Lenalidomide in associazione con desametasone fino a progressione della malattia, in pazienti non eleggibili al trapianto: il trattamento con lenalidomide non deve essere iniziato se la conta assoluta dei neutrofili (Absolute Neutrophil Count, ANC) e' < 1,0 x 10^9 /L e/o la conta piastrinica e' < 50 x 10^9 /L. Dose raccomandata: la dose iniziale raccomandata di lenalidomide e' di 25 mg per via orale una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni. La dose raccomandata di desametasone e' di 40 mg per via orale una volta al giorno nei giorni 1, 8, 15 e 22 di cicli ripetuti di 28 giorni. I pazienti possono continuare la terapia con lenalidomide e desametasone fino a progressione della malattia o a comparsa di intolleranza. Livelli di riduzione della dose. Dose iniziale. Lenalidomide^a: 25 mg; desametasone^a: 40 mg. Livello di dose -1. Lenalidomide^a: 20 mg; desametasone^a: 20 mg. Livello di dose -2. Lenalidomide^a: 15 mg; desametasone^a: 12 mg. Livello di dose -3. Lenalidomide^a: 10 mg; desametasone^a: 8 mg. Livello di dose -4. Lenalidomide^a: 5 mg; desametasone^a: 4 mg. Livello di dose -5. Lenalidomide^a: 2,5 mg; desametasone^a: non pertinente. ^a la riduzione della dose per i due medicinali può essere gestita in modo indipendente. Trombocitopenia. Se le piastrine scendono a < 25 x 10^9/l si raccomanda di interrompere la somministrazione di lenalidomide per il resto del ciclo^a; se le piastrine ritornano a >= 50 x 10^9/l si raccomanda di quando la somministrazione viene ripresa al ciclo successivo, ridurre la dose di un livello. ^a Se si verifica tossicita' limitante il dosaggio ( Dose limiting toxicity , DLT) > giorno 15 di un ciclo, la somministrazione di lenalidomide verra' interrotta almeno per il resto del ciclo di 28 giorni in corso. Conta assoluta dei neutrofili (ANC) - neutropenia. Se l'anc inizialmente scende a < 0,5 x 10^9/l si raccomanda di^a interrompere il trattamento con lenalidomide. Se l'anc ritorna a >= 1 x 10^9/l se la neutropenia è l'unica tossicità osservata si raccomanda di^a riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno. Se l'anc ritorna a >= 0,5 x 10^9/l se si osservano tossicità ematologiche dose-dipendenti diverse da neutropenia si raccomanda di^a riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno. Se l'anc per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 10^9/l si raccomanda di^a interrompere il trattamento con lenalidomide. Se l'anc ritorna a >= 0,5 x 10^9/l si raccomanda di^a riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno. ^a A discrezione del medico, se la neutropenia e' l'unica tossicita' a qualsiasi livello di dose, aggiungere il fattore stimolante le colonie granulocitarie (G-CSF) e mantenere il livello di dose di lenalidomide. In caso di tossicita' ematologica, la dose di lenalidomide puo' essere reintrodotta al livello di dose successivo (a partire dalla dose iniziale) al miglioramento della funzione del midollo osseo (assenza di tossicita' ematologica per almeno 2 cicli consecutivi: ANC >= 1,5 x 10^9 /L, con una conta piastrinica >= 100 x 10^9 /L all'inizio di un nuovo ciclo). Lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone, seguita da lenalidomide e desametasone, fino a progressione della malattia in pazienti non eleggibili al trapianto. Trattamento iniziale: lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone Il trattamento con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone non deve essere iniziato se l'ANC e' < 1,0 x 10^9 /L e/o la conta piastrinica e' < 50 x 10^9 /L. La dose iniziale raccomandata di lenalidomide e' di 25 mg per via orale una volta al giorno nei giorni da 1 a 14 di ciascun ciclo di 21 giorni, in associazione con bortezomib e desametasone. Bortezomib deve essere somministrato per via sottocutanea (1,3 mg/m^2 di superficie corporea) due volte alla settimana nei giorni 1, 4, 8 e 11 di ciascun ciclo di 21 giorni. Per maggiori informazioni riguardo alla posologia, allo schema di somministrazione e agli aggiustamenti della dose dei medicinali somministrati con lenalidomide, vedere paragrafo 5.1 e il corrispondente Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto. Si raccomandano fino a otto cicli di trattamento di 21 giorni (24 settimane di trattamento iniziale). Continuazione del trattamento: lenalidomide in associazione con desametasone fino alla progressione. Continuare il trattamento con lenalidomide 25 mg per via orale una volta al giorno, nei giorni 1-21 di cicli ripetuti di 28 giorni, in associazione con desametasone. Il trattamento deve continuare fino alla progressione della malattia o a tossicita' inaccettabile. Livelli di riduzione della dose. Dose iniziale; lenalidomide^a: 25 mg. Livello di dose -1; lenalidomide^a: 20 mg. Livello di dose -2; lenalidomide^a: 15 mg. Livello di dose -3; lenalidomide^a: 10 mg. Livello di dose -4; lenalidomide^a: 5 mg. Livello di dose -5; lenalidomide^a: 2,5 mg. ^a La riduzione della dose per tutti i medicinali puo' essere gestita in modo indipendente. Trombocitopenia. Se le piastrine scendono a < 30 x 10^9/l si raccomanda di interrompere il trattamento con lenalidomide. Se le piastrine ritornano a >= 50 x 10^9/l si raccomanda di riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno se le piastrine per ogni successiva riduzione al di sotto di 30 x 10^9/l si raccomanda di interrompere il trattamento con lenalidomide. Se le piastrine ritornano a >= 50 x 10^9/l si raccomanda di riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno. Conta assoluta dei neutrofili (anc) - neutropenia. Se l'anc inizialmente scende a < 0,5 x 10^9/l si raccomanda di^a interrompere il trattamento con lenalidomide. Se l'anc ritorna a >= 1 x 10^9/l se la neutropenia è l'unica tossicità osservata si raccomanda di^a riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno.
PRINCIPI ATTIVI
Revlimid 2,5 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 2,5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene 73,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 5 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene 147 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 7,5 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 7,5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene 144,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 10 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 10 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene 294 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 15 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 15 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 289 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 20 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 20 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 244,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 25 mg capsule rigide: ogni capsula contiene 25 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti: ogni capsula contiene 200 mg di lattosio (come lattosio anidro). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.