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AVVERTENZE
Raloxifene si associa con un aumentato rischio di episodi tromboembolici venosi che e' simile al rischio riscontrato in associazione con terapia ormonale sostitutiva in atto. Nelle pazienti a rischio di eventitromboembolici venosi di qualsiasi eziologia deve essere valutato il bilancio rischio-beneficio. Raloxifene Sandoz deve essere sospeso in presenza di una qualsiasi malattia o situazione che comporti un prolungato periodo di immobilizzazione. La sospensione deve avvenire non appena possibile in caso di malattia, o tre giorni prima che inizi il periodo di immobilizzazione. La terapia non deve essere ripresa fino a chela causa della sospensione non sia stata risolta e la paziente abbia recuperato la completa mobilita'. In uno studio su donne in post-menopausa con cardiopatia coronarica documentata o ad aumentato rischio di eventi coronarici il raloxifene, rispetto al placebo, non ha influenzato ne' l'incidenza di infarto del miocardio, ne' le ospedalizzazioni dovute a sindrome coronarica acuta, ne' la mortalita' complessiva, compresa la mortalita' totale cardiovascolare, ne' il numero di ictus cerebrale. Comunque, nelle donne in terapia con raloxifene c'e' stato un aumento della mortalita' per ictus cerebrale. L'incidenza della mortalita' per ictus cerebrale e' stata di 2,2 su 1.000 donne per anno con ilraloxifene rispetto a 1,5 su 1.000 donne per anno con il placebo (vedere paragrafo 4.8). Questi dati devono essere tenuti in considerazionein caso di prescrizione di raloxifene a donne in post-menopausa con una storia clinica di ictus cerebrale o con altri fattori di rischio significativi per l'ictus cerebrale, come l'attacco ischemico transitorioo la fibrillazione atriale. Non e' stata dimostrata proliferazione endometriale. Qualsiasi sanguinamento uterino che si verificasse in corso di terapia con Raloxifene Sandoz e' inatteso e deve essere sottoposto a completi accertamenti da parte di uno specialista. Le due diagnosipiu' frequenti associate al sanguinamento uterino che si verificano durante il trattamento con raloxifene sono state l'atrofia endometrialeed i polipi endometriali benigni. Nelle donne in post-menopausa che hanno ricevuto un trattamento con raloxifene per 4 anni, i polipi endometriali benigni sono stati riportati con un'incidenza dello 0,9% rispetto allo 0,3% delle donne che furono trattate con placebo. Raloxifeneviene metabolizzato essenzialmente nel fegato. Dosi singole di raloxifene somministrate a pazienti con cirrosi e con moderata insufficienzaepatica (di classe A secondo la classificazione di Child-Pugh) hanno determinato concentrazioni plasmatiche di raloxifene di circa 2,5 voltesuperiori ai controlli. L'incremento e' correlato con le concentrazioni di bilirubina totale. Inoltre Raloxifene Sandoz non e' consigliatonei pazienti con insufficienza epatica. Durante il trattamento devonoessere attentamente monitorati la bilirubinemia totale, gammaglutamiltransferasi, fosfatasi alcalina, alanina transferasi ed aspartato transferasi qualora si riscontrino valori elevati. Dati clinici limitati suggeriscono che nelle pazienti con episodi precedenti di ipertrigliceridemia (> 5,6 mmol/l) causata dall'assunzione di estrogeni per via orale, il raloxifene puo' essere associato con un marcato aumento della trigliceridemia. Nelle pazienti con questa anamnesi che assumono raloxifene i valori sierici dei trigliceridi devono essere monitorati. La sicurezza di raloxifene nelle pazienti con carcinoma della mammella non e' stata adeguatamente studiata. Non sono disponibili dati sull'impiegocontemporaneo di raloxifene con agenti usati nel trattamento del carcinoma della mammella in fase precoce od avanzata. Pertanto RaloxifeneSandoz deve essere usato per il trattamento e la prevenzione dell'osteoporosi soltanto dopo che il trattamento del carcinoma della mammella,inclusa la terapia adiuvante, sia stato completato. Dal momento che le informazioni sulla sicurezza relativamente alla somministrazione contemporanea di raloxifene ed estrogeni per via sistemica sono limitate,tale uso non e' consigliato. Raloxifene Sandoz non e' efficace nel ridurre la vasodilatazione (vampate di calore) od altri sintomi della menopausa associati ad una mancanza di estrogeni. Raloxifene Sandoz contiene sodio e lattosio. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa rivestita con film, cioe' e' essenzialmente"senza sodio". I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficit totale di lattasi o di malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo prodotto medicinale.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Modulatore selettivo del recettore estrogenico.
CONSERVAZIONE
Tenere il blister nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce e dall'umidita'. Non congelare.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nella sezione 6.1. Non deve essere somministrato a donne in eta' fertile (vedere sezione 4.6). Episodi tromboembolici venosi (VTE) pregressi o in atto, compresi la trombosi venosa profonda, l'embolia polmonare e la trombosi venosa retinica. Compromissione epatica, compresa la colestasi. Danno renale grave. Sanguinamento uterino di natura imprecisata. Raloxifene Sandoz non deve essere usato in pazienti consegni o sintomi di carcinoma dell'endometrio poiche' la sicurezza inquesto gruppo di pazienti non e' stata adeguatamente studiata.
DENOMINAZIONE
RALOXIFENE SANDOZ 60 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: sodio amido glicolato (Primogel), acido citrico monoidrato, cellulosa microcristallina, fosfato di calcio bibasico,polossamero 407, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa, lattosio monoidrato, biossido di titanio (E171), macrogol/PEG4000.
EFFETTI INDESIDERATI
a.) Riassunto del profilo di sicurezza: le reazioni avverse clinicamente piu' importanti riportate nelle donne in post-menopausa trattate con Raloxifene Sandoz sono gli eventi tromboembolici venosi (vedere paragrafo 4.4) che avvengono in meno dell'1% delle pazienti trattate. b.)Elenco delle reazioni avverse: riportata di seguito mostra le reazioniavverse e le frequenze osservate in studi di prevenzione e trattamento condotti su piu' di 13.000 donne dopo la menopausa insieme alle reazioni avverse emerse dai dati post-marketing. La durata del trattamentoin questi studi variava da 6 a 60 mesi. La maggior parte delle reazioni avverse non ha richiesto abitualmente una sospensione della terapia. Le frequenze relative ai dati post-marketing sono state calcolate dagli studi clinici controllati con placebo (comprendenti un totale di 15.234 pazienti, 7.601 in trattamento con raloxifene 60 mg e 7.633 conplacebo) in donne in post menopausa con osteoporosi o cardiopatia coronarica (coronary heart disease, CHD) manifesta o rischio aumentato diCHD, senza confronto con le frequenze degli eventi avversi dei gruppitrattati con placebo. Negli studi di prevenzione le interruzioni dellaterapia per qualsiasi reazione avversa si sono verificate nel 10,7% di 581 pazienti trattate con raloxifene rispetto ad un 11,1% di 584 pazienti trattate con placebo. Negli studi di trattamento le interruzionidella terapia per qualsiasi evento avverso si sono verificate nel 12,8% di 2.557 pazienti trattate con raloxifene rispetto ad un 11,1% di 2.576 pazienti trattate con placebo. Per la classificazione delle reazioni avverse viene usata la seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), non comune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000). Patologie del sistema emolinfopoietico. Non comune: trombocitopenia^a. Patologie del sistema nervoso. Comune: cefalea, compresa emicrania; non comune: ictus fatale. Patologie vascolari. Molto comune: vasodilatazione (vampate di calore); non comune: eventi tromboembolici venosi, inclusi la trombosi venosa profonda, l'embolia polmonare, la trombosi venosa retinica, tromboflebite venosa superficiale, reazioni tromboemboliche arteriose^a. Patologie gastrointestinali. Molto comune: sintomi gastrointestinali^*acome nausea, vomito, dolore addominale, dispepsia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: rash^a. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: crampi alle gambe.Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: lievisintomi a carico della mammella^a come dolore, ingrossamento e tensione. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: sindrome influenzale; comune: edema periferico. Esami diagnostici. Molto comune: aumento della pressione arteriosa. ^aTermine incluso sulla base dell'esperienza post-marketing c.) Descrizione di reazioni avverse selezionate: la frequenza della vasodilatazione (vampate di calore) e' risultata modestamente aumentata nelle pazienti trattate con raloxifene rispetto a quelle trattate con placebo (instudi clinici per la prevenzione dell'osteoporosi, da 2 a 8 anni dopola menopausa, 24,3% con raloxifene rispetto al 18,2% con placebo; in studi clinici per il trattamento dell'osteoporosi, con un'eta' media di66 anni, 10,6% con raloxifene rispetto al 7,1% con placebo). Questa reazione avversa e' stata piu' comune nei primi 6 mesi di trattamento,e raramente si e' verificata per la prima volta dopo tale periodo di tempo. In uno studio su 10.101 donne dopo la menopausa con cardiopatiacoronarica documentata o ad aumentato rischio di eventi coronarici (RUTH), la comparsa di vasodilatazione (vampate di calore) si e' verificata nel 7,8% delle pazienti trattate con raloxifene e nel 4,7% delle pazienti trattate con placebo. In tutti gli studi clinici con raloxifenenel trattamento dell'osteoporosi e controllati con placebo gli eventitromboembolici venosi, inclusi la trombosi venosa profonda, l'emboliapolmonare e la trombosi venosa retinica, si sono verificati approssimativamente con una frequenza dello 0,8% o di 3,22 casi su 1.000 pazienti l'anno. Un rischio relativo di 1.60 (Intervallo di Confidenza 0.95,2.71) fu riscontrato nelle pazienti trattate con raloxifene rispettoal placebo. Il rischio di un evento tromboembolico fu maggiore nei primi quattro mesi di terapia. La tromboflebite venosa superficiale si verifico' con una frequenza minore dell'1%. Nello studio RUTH, gli eventi tromboembolici venosi si sono verificati approssimativamente con unafrequenza del 2,0% o di 3,88 casi su 1.000 pazienti l'anno nel gruppotrattato con raloxifene e con una frequenza di 1,4% o di 2,70 casi su1.000 pazienti l'anno nel gruppo trattato con placebo. La percentualedi rischio per tutti gli eventi tromboembolici venosi nello studio RUTH e' stata HR = 1,44 (1,06 - 1,95). La tromboflebite venosa superficiale si e' verificata con una frequenza dell'1% nel gruppo trattato conraloxifene e dello 0,6% nel gruppo trattato con placebo. Nello studioRUTH, il raloxifene non ha influenzato l'incidenza dell'ictus in confronto al placebo. Tuttavia, vi e' stato un aumento delle morti per ictus nelle donne che hanno assunto raloxifene. L'incidenza della mortalita' per ictus e' stata 2,2 per 1000 donne per anno nel gruppo raloxifene verso 1,5 per 1000 donne per anno nel gruppo placebo (vedere paragrafo 4.4). Durante un follow-up medio di 5,6 anni, 59 (1,2%) donne trattate con raloxifene sono morte a causa di ictus, in confronto a 39 (0,8%) donne trattate con placebo. Un'altra reazione avversa osservata e'stata la comparsa di crampi alle gambe (5,5% con raloxifene, 1,9% conplacebo negli studi di prevenzione e 9,2% con raloxifene, 6,0% con placebo negli studi di trattamento). Nello studio RUTH, la comparsa di crampi alle gambe e' stata osservata nel 12,1% delle pazienti trattatecon raloxifene e nel 8,3% delle pazienti trattate con placebo. Una sindrome influenzale fu riscontrata nel 16,2% delle pazienti trattate conraloxifene rispetto al 14,0% delle pazienti trattate con placebo. Un'ulteriore differenza statisticamente non significativa (p > 0,05), macon evidente correlazione al dosaggio impiegato, e' stata la comparsadi edema periferico, che si e' manifestata con un'incidenza del 3,1% con raloxifene rispetto all'1,9% con placebo negli studi di prevenzionee con un'incidenza del 7,1% con raloxifene rispetto al 6,1% con placebo negli studi di trattamento.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: Raloxifene Sandoz e' per l'uso esclusivo nelle donne dopola menopausa. Raloxifene Sandoz non deve essere assunto da donne ancora in grado di avere figli. Raloxifene puo' causare danno al feto se somministrato a donne gravide. Se questo prodotto medicinale viene erroneamente somministrato durante la gravidanza o la paziente diviene gravida mentre lo sta assumendo, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto (vedere paragrafo 5.3). Allattamento: none' noto se il raloxifene o i suoi metaboliti vengano escreti attraverso il latte materno. Non puo' essere escluso un rischio per il neonato/lattante. Pertanto, il suo impiego clinico in donne in allattamento non puo' essere raccomandato. Raloxifene Sandoz puo' alterare lo sviluppo del bambino.
INDICAZIONI
Raloxifene Sandoz e' indicato per il trattamento e la prevenzione dell'osteoporosi nelle donne dopo la menopausa. E'stato dimostrato che riduce significativamente il rischio di fratture vertebrali da osteoporosi, ma non quelle femorali. Nel determinare la scelta di Raloxifene Sandoz o di altre terapie, inclusa quella con estrogeni, per una singoladonna in post-menopausa, si devono considerare i sintomi della menopausa, gli effetti sui tessuti uterino e mammario, i rischi e benefici cardiovascolari (vedere paragrafo 5.1).
INTERAZIONI
La contemporanea somministrazione sia di carbonato di calcio che di antiacidi contenenti idrossido di magnesio e alluminio non influenzano la biodisponibilita' del raloxifene. La somministrazione contemporaneadi raloxifene e warfarin non modifica le rispettive farmacocinetiche.Tuttavia, sono state osservate modeste riduzioni del tempo di protrombina, per cui se il raloxifene viene somministrato insieme al warfarino ad altri derivati cumarinici, il tempo di protrombina deve essere monitorato. Gli effetti sul tempo di protrombina si possono verificare dopo parecchie settimane se il trattamento con raloxifene viene iniziato nelle pazienti che sono gia' in terapia con anticoagulanti cumarinici. Raloxifene non ha effetto sulla farmacocinetica del metilprednisolone somministrato in dose singola. Raloxifene non interferisce con l'area sotto la curva allo stato stazionario della digossina. La concentrazione massima della digossina e' aumentata meno del 5%. L'influenza della contemporanea somministrazione di farmaci sulle concentrazioni plasmatiche del raloxifene e' stata valutata negli studi clinici di prevenzione e trattamento. I prodotti medicinali co-somministrati frequentemente comprendevano: paracetamolo, anti-infiammatori non steroidei (come l'acido acetilsalicilico, ibuprofene e naproxene), antibiotici orali, H1 ed H2 antagonisti e benzodiazepine. Nessun effetto clinicamenterilevante della co-somministrazione dei suddetti farmaci fu riscontrato sulle concentrazioni plasmatiche del raloxifene. Nel piano dello studio clinico fu concesso il contemporaneo impiego di preparazioni estrogeniche vaginali, se ritenuto opportuno per trattare le manifestazioniatrofiche della vagina. Rispetto al placebo, nelle pazienti trattatecon raloxifene non ci fu un impiego aumentato. In vitro, il raloxifenenon interagisce con il legame di warfarin, fenitoina o tamoxifene. Raloxifene non deve essere somministrato contemporaneamente alla colestiramina (o ad altre resine a scambio anionico) che riduce significativamente l'assorbimento ed il circolo entero-epatico del raloxifene. La contemporanea somministrazione di ampicillina determina una riduzione dei picchi di concentrazione plasmatica del raloxifene. Comunque, dal momento che la quantita' totale assorbita e la percentuale di eliminazione del raloxifene non risultano alterati, il raloxifene puo' essere somministrato contemporaneamente all'ampicillina. Raloxifene aumenta inmaniera modesta le concentrazioni delle globuline leganti gli ormoni,incluse le globuline leganti gli steroidi sessuali (SHBG), la globulina legante la tiroxina (TBG) e la globulina legante i corticosteroidi(CBG), con corrispondente aumento delle concentrazioni ormonali totali. Queste alterazioni non influenzano le concentrazioni degli ormoni liberi.
POSOLOGIA
Posologia: la dose raccomandata e' di una compressa al giorno per somministrazione orale, che puo' essere assunta in qualsiasi momento dellagiornata e indipendentemente dai pasti. A causa della natura di questa patologia, Raloxifene Sandoz e' destinato per un impiego a lungo termine. In genere sono consigliati supplementi di calcio e vitamina D indonne con ridotta assunzione di calcio nella dieta. Anziani: nessun aggiustamento della dose e' necessario nei pazienti anziani. Danno renale: Raloxifene Sandoz non deve essere usato nelle pazienti con danno renale grave (vedere paragrafo 4.3). Nelle pazienti con danno renale digrado lieve o moderato, Raloxifene Sandoz deve essere usato con cautela. Compromissione epatica: Raloxifene Sandoz non deve essere usato nelle pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).Popolazione pediatrica Raloxifene Sandoz non deve essere usato nei bambini di qualsiasi eta'. Non c'e' un uso rilevante di Raloxifene Sandoznella popolazione pediatrica.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film contiene 60 mg di raloxifene cloridrato, equivalenti a 56 mg di raloxifene libero. Eccipientecon effetto noto: ogni compressa rivestita con film contiene 1,43 mg lattosio (comemonoidrato). Per l'elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo6.1.