hai aggiunto

  in ordine

hai aggiunto

LAMIVUDINA TEVA*28CPR RIV100MG

LAMIVUDINA TEVA*28CPR RIV100MG

TEVA ITALIA Srl
minsan: 041140017
Vai alla descrizione prodotto

 Prodotto non disponibile

AVVERTENZE
Riacutizzazione dell'epatite. Riacutizzazione durante il trattamento:le riacutizzazioni spontanee dell'epatite cronica B sono relativamentecomuni e sono caratterizzate da aumenti transitori di ALT nel siero.Dopo l'inizio della terapia antivirale, ALT del siero puo' aumentare in alcuni pazienti mentre i livelli sierici di HBV DNA diminuiscono. Nei pazienti con malattia epatica compensata questi aumenti di ALT del siero in generale non sono stati accompagnati da un aumento delle concentrazioni della bilirubina sierica o da segni di scompenso epatico. Con una terapia prolungata sono state identificate sub-popolazioni virali HBV con ridotta suscettibilita' a lamivudina (mutante YMDD dell'HBV). In alcuni pazienti lo sviluppo del mutante YMDD dell'HBV puo' portare a riacutizzazione dell'epatite evidenziata soprattutto da innalzamento dei valori sierici di ALT e ricomparsa dell'HBV DNA (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti con presenza del mutante YMDD dell'HBV si deve considerare un passaggio e/o l'aggiunta di un agente alternativo senzaresistenza crociata a lamivudina sulla base delle linee guida terapeutiche (vedere paragrafo 5.1). Riacutizzazione dopo la sospensione del trattamento: riacutizzazione acuta dell'epatite e' stata osservata neipazienti che avevano sospeso la terapia per l'epatite B ed era in generale evidenziata dall' innalzamento dei valori sierici di ALT e dallaricomparsa dell'HBV DNA. Negli studi controllati di fase III con nessun trattamento attivo di followup, l'incidenza dell'innalzamento dei valori sierici di ALT dopo trattamento (piu' di tre volte rispetto ai valori basali) e' stata maggiore nei pazienti trattati con lamivudina (21%) rispetto a quelli che ricevevano il placebo (8%). Tuttavia, la percentuale di pazienti che avevano avuto aumenti dopo il trattamento associati con incrementi della bilirubina e' stata piu' bassa e simile inentrambi i gruppi di trattamento (vedere paragrafo 5.1). Per i pazienti trattati con lamivudina la maggior parte dell'innalzamento dei valori sierici di ALT dopo trattamento si e' verificata tra le 8 e le 12 settimane dopo il trattamento. La maggior parte degli eventi e' risultata essere autolimitante, tuttavia si sono osservati alcuni decessi. SeLamivudina Teva viene sospeso, i pazienti devono essere periodicamente monitorati sia a livello clinico che attraverso la valutazione di test sierici di funzionalita' epatica (livelli di ALT e bilirubina) peralmeno quattro mesi, e in seguito, come previsto dalla pratica clinica. Riacutizzazione nei pazienti con cirrosi scompensata: coloro che subiscono il trapianto e i pazienti con cirrosi scompensata corrono maggior rischio di replicazione virale attiva. A causa di una ridotta funzionalita' epatica in questi pazienti, la riattivazione dell'epatite dovuta alla sospensione di lamivudina o alla perdita di efficacia duranteil trattamento puo' provocare scompenso grave, anche fatale. Questi pazienti devono essere controllati per i parametri clinici, virologicie sierologici associati con l'epatite B, per la funzione epatica e renale e per la risposta antivirale durante il trattamento (almeno ogni mese), e, se il trattamento viene sospeso per qualsiasi ragione, per almeno 6 mesi dopo il trattamento. I parametri di laboratorio da controllare devono includere (come minimo) ALT sierica, la bilirubina, l'albumina, l'azotemia, la creatinina e lo stato virologico: antigeni/anticorpi HBV, e dove possibile, le concentrazioni sieriche di DNA dell'HBV.I pazienti che manifestano segni di insufficienza epatica durante o dopo il trattamento devono essere controllati piu' frequentemente comeritenuto appropriato. Per i pazienti che manifestano evidenza di epatite ricorrente dopo trattamento, non esistono dati sufficienti sul beneficio di una ripresa del trattamento con lamivudina. Disfunzione mitocondriale: e' stato dimostrato che gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro causano un grado variabile di danno mitocondriale. Sono stati riportati casi di disfunzione mitocondriale in lattanti esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita. I principali eventi avversi riportati sono disturbi ematologici (anemia, neutropenia), disturbi metabolici (iperlipasemia). Sono stati riportati disturbi neurologici a comparsa ritardata (ipertonia, convulsioni, anomalie comportamentali). I disturbi neurologici potrebbero essere transitori o permanenti. Ogni bambino esposto in utero ad analoghinucleosidici e nucleotidici, deve essere sottoposto a follow-up clinico e di laboratorio e deve essere controllato a fondo per quanto riguarda una possibile disfunzione mitocondriale in caso di comparsa dei segni e sintomi relativi. Popolazione pediatrica: la lamivudina e' statasomministrata ai bambini (dai 2 anni in poi) e agli adolescenti con epatite cronica B compensata. Tuttavia, a causa della limitazione dei dati, la somministrazione di lamivudina in questa popolazione di pazienti non e' attualmente raccomandata (vedere paragrafo 5.1). Epatite Delta o epatite C: l'efficacia della lamivudina in pazienti con concomitante infezione da epatite Delta o epatite C non e' stata stabilita e siraccomanda cautela. Trattamenti immunosoppressivi: esistono dati limitati sull'uso della lamivudina nei pazienti HBeAg negativi (mutanti pre-core) e in quelli sottoposti a concomitanti regimi immunosoppressivi,compresa la chemioterapia antineoplastica. La lamivudina deve essereusata con cautela in tali pazienti. Monitoraggio: durante la terapia con Lamivudina Teva i pazienti devono essere controllati regolarmente.I livelli sierici delle ALT e dell'HBV DNA devono essere controllati ad intervalli di 3 mesi e, nei pazienti HBeAg positivi, l'HBeAg devonoessere valutati ogni 6 mesi. Co-infezione da HIV: per il trattamento dei pazienti con co-infezione da HIV e che ricevono attualmente o che prevedono di ricevere il trattamento con un regime antiretrovirale di associazione che comprende lamivudina, deve essere usata la dose di lamivudina prescritta per l'infezione da HIV (in genere 150 mg due volteal giorno in associazione con altri antiretrovirali). La dose abitualedi 100 mg di lamivudina utilizzata per il trattamento dell'HBV non e'appropriata per i pazienti che contraggono l'HIV o che hanno una co-infezione da HBV e HIV. Se a un paziente con infezione da HIV non rilevata o non trattata viene prescritta la dose di lamivudina raccomandataper il trattamento dell'HBV, e' probabile che si verifichi una rapidainsorgenza di resistenza all'HIV e una limitazione delle opzioni terapeutiche a causa della dose subterapeutica e dell'uso inappropriato della monoterapia per il trattamento dell'HIV. Si devono offrire consulenze e test per l'HIV a tutti i pazienti prima di iniziare il trattamento con lamivudina per l'HBV e periodicamente durante il trattamento.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antivirali per uso sistemico, nucleosidi e nucleotidi inibitori dellatrascrittasi inversa.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
DENOMINAZIONE
LAMIVUDINA TEVA 100 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, carbossimetilamidosodico (Tipo A), magnesio stearato. Rivestimento della compressa: ipromellosa 3cP, ipromellosa 6cP, titanio diossido, macrogol 400, polisorbato 80, ferro ossido giallo, ferro ossido rosso.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: l'incidenza di reazioni avverse ele anomalie di laboratorio (ad eccezione dell'innalzamento dei livellidi ALT e CPK, vedere di seguito) sono risultate simili tra i pazientitrattati con placebo e quelli trattati con lamivudina. Le reazioni avverse piu' comunemente riportate erano malessere ed affaticamento, infezioni del tratto respiratorio, mal di gola e disturbi tonsillari, cefalea, dolore o crampi addominali, nausea, vomito e diarrea. Riassuntodelle reazioni avverse: le reazioni avverse sono elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza. Lecategorie di frequenza sono assegnate solo a quelle reazioni avverse considerate almeno possibilmente correlate causalmente alla lamivudina.Le frequenze sono definite come: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Le categorie di frequenza assegnate alle reazioni avverse sono soprattutto basate sull'esperienza proveniente dagli studi clinici comprendenti un totale di 1171 pazienticon epatite cronica B trattati con lamivudina 100 mg. Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto raro: acidosi lattica. Disturbi del sistema immunitario. Raro: angioedema. Patologie epatobiliari. Molto comune: aumento dei livelli di ALT (vedere paragrafo 4.4). Le riacutizzazioni dell'epatite rilevate essenzialmente dagli incrementi delle ALT sieriche sono state riportate durante il trattamento e dopo la sospensione della lamivudina. La maggior parte degli eventi e' stata di naturaautolimitante tuttavia molto raramente sono stati osservati casi fatali (vedere paragrafo 4.4). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea, prurito. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: aumento dei livelli di CPK, disturbi muscolari, comprendenti mialgia e crampi*; non nota: rabdomiolisi. *La frequenza osservata negli studi clinici di fase III nelgruppo in trattamento con lamivudina non e' stata maggiore di quella osservata nel gruppo trattato con placebo. Popolazione pediatrica: sulla base dei dati limitati nei bambini da 2 a 17 anni di eta', non e' stato identificato alcun nuovo problema di sicurezza rispetto agli adulti. Altre popolazioni speciali: in pazienti con infezione da HIV sono stati riferiti casi di pancreatite e neuropatie periferiche (o parestesie). In pazienti con epatite cronica B non e' stata osservata alcuna differenza nell'incidenza di questi eventi fra pazienti trattati con lamivudina e con placebo. Segnalazione delle reazioni avverse sospette.La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopol'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette unmonitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: gli studi nell'animale con lamivudina hanno mostrato un aumento delle morti embrionali precoci nei conigli ma non nei ratti (vedere paragrafo 5.3). Nell'uomo e' stato dimostrato il verificarsi del passaggio di lamivudina attraverso la placenta. I dati disponibili nell'uomo dall' Antiretroviral Pregnancy Registry che riportano piu' di 1000 esiti dopo esposizione dal primo trimestre e piu' di 1 000 esiti dal secondo e terzo trimestre nelle donne in gravidanza non indicano alcun effetto in termini di malformazione e a livello feto/neonatale. Meno dell'1% di queste donne erano state trattate per l'HBV, mentre la maggior parte erano state trattate per l'HIV a dosaggi piu' alti e conaltri medicinali concomitanti. Lamivudina Teva puo' essere usato durante la gravidanza se clinicamente necessario. Per le pazienti che vengono trattate con lamivudina e successivamente iniziano una gravidanza,si deve considerare la possibilita' di una ricomparsa dell'epatite a seguito della sospensione della lamivudina. Allattamento: sulla base dipiu' di 200 coppie madre/figlio in trattamento per l'HIV, le concentrazioni sieriche della lamivudina nei bambini allattati al seno da madri in trattamento per l'HIV sono molto basse (meno del 4% delle concentrazioni sieriche materne) e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i bambini allattati al seno raggiungono le 24 settimane di eta'. La quantita' totale di lamivudina ingerita da un bambino allattato al seno e' molto bassa e pertanto e' probabile che cio' porti ad esposizioni che esercitano un effetto antivirale sub-ottimale.L'epatite B materna non comporta una controindicazione all'allattamento al seno se il neonato viene adeguatamente gestito per la prevenzionedell'epatite B alla nascita e non vi e' evidenza che la bassa concentrazione di lamivudina nel latte materno comporti reazioni avverse neibambini allattati al seno. Pertanto l'allattamento al seno puo' esserepreso in considerazione nelle madri che allattano trattate con lamivudina per l'HBV tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la madre. Qualora vi sia trasmissione materna dell'HBV, nonostante l'adeguata profilassi, deve essere presa in considerazione l'interruzione dell'allattamento al seno per ridurre il rischio di emergenza di mutanti resistenti alla lamivudina nel neonato. Fertilita': studi sulla riproduzione negli animali non hanno mostrato alcun effetto sulla fertilita' maschile o femminile (vedere paragrafo 5.3). Disfunzione mitocondriale: e' stato dimostrato che gli analoghi nucleosidici e nucleotidici sia in vivo che in vitro causano un grado variabile di danno mitocondriale. Sonostati riportati casi di disfunzione mitocondriale in lattanti espostiagli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita (vedere paragrafo 4.4).
INDICAZIONI
Lamivudina Teva e' indicato per il trattamento dell'epatite cronica Bnei pazienti adulti con: malattia epatica compensata con evidenza di attiva replicazione virale, livelli sierici di alanina aminotransferasi(ALT) persistentemente elevati ed evidenza istologica di infiammazione attiva del fegato e/o fibrosi. L'inizio del trattamento con lamivudina deve essere considerato solo quando non sia disponibile o appropriato l'impiego di un agente antivirale alternativo con una barriera genetica maggiore alla resistenza (vedere paragrafo 5.1), malattia epaticascompensata in associazione con un secondo agente senza resistenza crociata a lamivudina (vedere paragrafo 4.2).
INTERAZIONI
Sono stati effettuati studi d'interazione solo negli adulti. La probabilita' di interazioni metaboliche e' bassa a causa del limitato metabolismo, del basso legame con le proteine plasmatiche e della eliminazione renale pressoche' completa della sostanza nella sua forma immodificata. La lamivudina e' prevalentemente eliminata per secrezione cationica attiva. Deve esser tenuta in considerazione la possibilita' di interazioni con altri medicinali somministrati in concomitanza, particolarmente se la loro via di eliminazione principale e' la secrezione renale attiva per mezzo del sistema di trasporto dei cationi organici, ad esempio trimetoprim. Altri medicinali (ad esempio ranitidina, cimetidina) vengono eliminati solo in parte tramite questo meccanismo e non hanno mostrato di interagire con la lamivudina. Le sostanze prevalentemente escrete tramite il sistema attivo degli anioni organici oppure tramite filtrazione glomerulare difficilmente danno luogo ad interazioni significative, dal punto di vista clinico, con la lamivudina. La somministrazione di trimetoprim/sulfametossazolo 160 mg/800 mg determina unaumento di circa il 40% nei livelli plasmatici di lamivudina. La lamivudina non ha alcun effetto sulla farmacocinetica del trimetoprim o delsulfametossazolo. Tuttavia, non e' necessaria alcuna modifica posologica della lamivudina, a meno che il paziente non abbia insufficienza renale. E' stato osservato un lieve aumento della C max (28%) della zidovudina quando somministrata in associazione alla lamivudina; tuttavia, l'esposizione complessiva (AUC) non risulta alterata in modo significativo. La zidovudina non ha effetti sulla farmacocinetica della lamivudina (vedere paragrafo 5.2). La lamivudina non presenta alcuna interazione farmacocinetica con l'alfa-interferone, quando i due medicinalisono somministrati insieme. Nei pazienti che ricevevano lamivudina inconcomitanza con comuni medicinali immunosoppressori (ad es. ciclosporina A) non e' stata riscontrata alcuna interazione sfavorevole rilevante dal punto di vista clinico. Tuttavia, non sono stati realizzati studi formali sulle interazioni. Emtricitabina: a causa di somiglianze, Lamivudina Teva non deve essere somministrato in concomitanza ad altrianaloghi della citidina come emtricitabina. Inoltre, Lamivudina Teva non deve essere preso con qualsiasi altro medicinale contenente lamivudina (vedere paragrafo 4.4). Cladribina: in vitro la lamivudina inibisce la fosforilazione intracellulare della cladribina portando ad un potenziale rischio di perdita di efficacia della cladribina in caso di associazione in ambito clinico. Alcune evidenze supportano anche una possibile interazione tra lamivudina e cladribina. Pertanto, la somministrazione concomitante di lamivudina con cladribina non e' raccomandata(vedere paragrafo 4.4). Sorbitolo: la somministrazione concomitante disorbitolo soluzione (3,2 g, 10,2 g, 13,4 g) con una singola dose di 300 mg (dose giornaliera adulto per l'HIV) di lamivudina soluzione orale ha determinato diminuzioni dose-dipendenti del 14%, 32% e 36% nell'esposizione a lamivudina (AUC infinito) e del 28%, 52% e 55% nella C max di lamivudina negli adulti. Quando possibile, evitare la co-somministrazione cronica di Lamivudina Teva con medicinali contenenti sorbitolo o altri poli-alcoli ad azione osmotica o alcoli monosaccaridici (peresempio xilitolo, mannitolo, lactitolo, maltitolo). Qualora la cosomministrazione cronica non possa essere evitata, prendere in considerazione un monitoraggio piu' frequente della carica virale dell'HBV.
POSOLOGIA
La terapia con Lamivudina Teva deve essere iniziata da un medico esperto nel trattamento dell'epatite cronica B. Posologia. Adulti: la doseraccomandata di Lamivudina Teva e' di 100 mg una volta al giorno. Neipazienti con malattia epatica scompensata, lamivudina deve essere sempre usata in associazione con un secondo agente antivirale senza resistenza crociata a lamivudina per ridurre il rischio di resistenza ed ottenere una rapida soppressione virale. Durata del trattamento: la durata ottimale del trattamento non e' nota. Nei pazienti con epatite cronica B (CHB) HBeAg positiva senza cirrosi, il trattamento deve essere somministrato per almeno 6-12 mesi dopo che la sieroconversione HBeAg (scomparsa di HBeAg e HBV DNA con rilevazione di HBeAb) e' stata confermata, per limitare il rischio di ricaduta virologica o fino alla sieroconversione HBsAg o se si verifica perdita di efficacia (vedere paragrafo 4.4). I livelli sierici di ALT e HBV DNA devono essere monitorati regolarmente dopo la sospensione del trattamento per rilevare ogni ricaduta virologica tardiva; nei pazienti con CHB HBeAg negativa (mutantipre-core) senza cirrosi, il trattamento deve essere somministrato almeno fino alla sieroconversione HBs o se vi e' evidenza di perdita di efficacia. Con il trattamento prolungato si raccomanda un regolare controllo per confermare che la continuazione della terapia scelta rimangaappropriata per il paziente; nei pazienti con malattia epatica scompensata o cirrosi e in quelli sottoposti a trapianto di fegato non e' raccomandata la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 5.1). In caso di interruzione di Lamivudina Teva, i pazienti devono essere periodicamente controllati allo scopo di evidenziare una epatite recidivante(vedere paragrafo 4.4). Resistenza clinica: nei pazienti con CHB, siaHBeAg positiva che HBeAg negativa, lo sviluppo del mutante YMDD (tirosina-metionina-aspartato-aspartato) dell'HBV puo' portare ad una diminuita risposta terapeutica alla lamivudina, evidenziata da un aumento dell' HBV DNA e delle ALT rispetto ai precedenti livelli in corso di trattamento. Per ridurre il rischio di resistenza nei pazienti trattaticon lamivudina in monoterapia, un passaggio e/o l'aggiunta di un agente alternativo senza resistenza crociata a lamivudina, sulla base dellelinee guida terapeutiche, devono essere presi in considerazione qualora l'HBV DNA rimanga rilevabile a 24 settimane o oltre di trattamento(vedere paragrafo 5.1). Popolazioni speciali. Insufficienza renale: nei pazienti con insufficienza renale moderata-grave, i livelli di lamivudina nel siero (AUC) sono aumentati a causa della ridotta clearance renale. La dose deve pertanto essere ridotta nei pazienti con clearancedella creatinina inferiore a 50 mL/minuto. Lamivudina Teva non e' adatto per pazienti che richiedono dosi inferiori ai 100 mg. I dati disponibili in pazienti sottoposti ad emodialisi intermittente (per una durata inferiore o uguale a 4 ore di dialisi 2-3 volte a settimana) indicano che dopo la riduzione della dose iniziale di lamivudina per compensare la clearance della creatinina, durante la dialisi non e' necessaria nessun'altra modifica di dosaggio. Insufficienza epatica: i dati ottenuti nei pazienti con insufficienza epatica, compresi quelli con malattia epatica avanzata in attesa di trapianto, mostrano che la farmacocinetica della lamivudina non e' significativamente influenzata da disfunzioni epatiche. In base a tali dati, non e' necessario un aggiustamento della posologia nei pazienti con insufficienza epatica a meno chenon sia accompagnata da insufficienza renale. Co-infezione da HIV: per il trattamento dei pazienti con co-infezione da HIV e che ricevono attualmente o che prevedono di ricevere il trattamento con un regime antiretrovirale di associazione che comprende lamivudina, deve essere usata la dose di lamivudina prescritta per l'infezione da HIV (in genere150 mg due volte al giorno in associazione con altri antiretrovirali). Anziani: nei pazienti anziani il normale invecchiamento accompagnatodal declino della funzionalita' renale non ha alcun effetto clinicamente significativo sull'esposizione a lamivudina, se si escludono i pazienti con clearance della creatinina inferiore a 50 mL/min. Popolazione pediatrica: la sicurezza e l'efficacia di Lamivudina Teva nei lattanti, nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.4 e 5.1, ma non puo' essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Modo di somministrazione: uso orale. Lamivudina Teva puo' essere preso con o senza cibo.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita con film di Lamivudina Teva contiene 100 mg di lamivudina. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo6.1.

  • Ritiro in Farmacia Spedizione Gratuita
  • Consegna a domicilio (costi da €2,43 a €6,10 in base alla distanza) Spedizione Gratuita
    COSTI:
    0-3km standard €2,43
    3-4 km standard + €1,22
    4-5 km standard + €1,83
    5-6 km standard + €2,44
    6-7 km standard + €3,05
    7-8 km standard + €3,66
    8-9 km standard + €4,88
    9-10 km standard + €6,10

Form Contatti

inserisci i tuoi dati
inserisci la tua richiesta
compila captcha e informativa privacy