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AVVERTENZE
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressasordita' dell'orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solose il suo uso e' considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2). L'insufficienza renale, come la riduzione della filtrazione glomerulare, si osserva nel 10%circa dei pazienti trattati con gentamicina ed e' di solito reversibile. I principali fattori di rischio sono la dose totale elevata, la terapia prolungata, l'aumento del livello sierico (livello minimo alto);inoltre, altri possibili fattori di rischio sono l'eta', l'ipovolemiae lo shock. I segni clinici del danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, aumento delle concentrazioni sieriche dellacreatinina e dell'urea. In casi isolati puo' verificarsi un'insufficienza renale acuta (vedere anche paragrafo 4.8). Occorre effettuare unavalutazione periodica della funzionalita' renale e degli elettrolitisierici nei pazienti adulti e bambini che ricevono Gentamicina solfatoLFM per piu' di 7-10 giorni per il trattamento di infezioni gravi o che possono essere trattati con dosi piu' elevate di quelle consigliateper l'eta', il peso o la presunta funzionalita' renale. Al pari deglialtri aminoglicosidi, Gentamicina solfato LFM soluzione iniettabile e' potenzialmente nefrotossica. Il rischio di nefrotossicita' aumenta nei pazienti con disturbi della funzionalita' renale e in quelli che ricevono dosi elevate o una terapia prolungata. Pazienti anziani possonoavere una riduzione della funzione renale, che puo' non risultare evidente con i test di laboratorio routinari, quali l'azotemia o la creatinina sierica. L'esame della clearance creatininica puo' risultare piu' utile. E' particolarmente importante in tali pazienti il monitoraggio delle funzioni renali durante il trattamento con gentamicina, come con altri aminoglicosidi. In alcuni adulti e bambini trattati con gentamicina e' stata riferita una sindrome Fanconi-simile con aminoaciduriae acidosi metabolica. Al fine di evitare gli eventi avversi si raccomanda di monitorare continuamente (prima, durante e dopo) la funzionalita' renale (creatinina sierica, clearance della creatinina), la funzionalita' vestibolare e della coclea come anche i parametri epatici e dilaboratorio. I pazienti in trattamento con aminoglicosidi devono rimanere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale tossicita' associata con il loro utilizzo. Poiche' i pazienti anziani e i bambini possono essere particolarmente a rischio, e' consigliabile mantenerli sotto stretto controllo clinico. Nei pazienti con significativa obesita', si consiglia di monitorare le concentrazioni sieriche di gentamicina e di ridurne la dose. Ototossicita': e' possibile un danno al nervo vestibolo-cocleare (ottavo nervo cranico), con possibili effettisull'equilibrio e sull'udito. La reazione ototossica piu' comune e' ildanno vestibolare. La perdita dell'udito si manifesta inizialmente come una riduzione dell'acuita' uditiva alle alte frequenze ed e' di solito irreversibile. Fattori di rischio importanti sono preesistenti danni della funzione renale o un'anamnesi di danno a carico dell'ottavo nervo cranico; inoltre il rischio aumenta in modo proporzionale al livello della dose totale e giornaliera o dall'associazione con sostanze potenzialmente ototossiche. I sintomi degli effetti ototossici sono: capogiro, percezione di rumori di tintinnio o scroscio nell'orecchio (tinnito), vertigine, e meno comune, la perdita dell'udito Il meccanismovestibolare puo' essere colpito dalla gentamicina se si superano livelli minimi di 2 mcg/ml. E' di solito reversibile se lo si osserva immediatamente e si modifica la dose. (vedere anche paragrafo 4.8). L'urinadeve essere esaminata per l'eventuale riduzione del peso specifico, l'aumento dell'escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di precipitati a calco. Occorre determinare periodicamente l'azoto ureicoe l'azoto non proteico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatinina. Se fattibile, si raccomanda di effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. In caso di manifesta ototossicita' (confusione, vertigini, tinnito, ronzii auricolari o perdita dell'udito) o nefrotossicita' occorre modificare la posologia o interrompere il farmaco. Esiste un aumento del rischio di ototossicita' nei pazienti con mutazioni del DNA mitocondriale (in particolare la sostituzione del nucleotide 1555 da A a G nel gene 12S rRNA),anche se i livelli sierici di aminoglicosidi rientrano nell'intervalloraccomandato durante il trattamento. In tali pazienti devono essere prese in considerazione opzioni terapeutiche alternative. Nei pazienticon una storia materna di mutazioni rilevanti o sordita' indotta da aminoglicosidi, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi o test genetici prima della somministrazione. Al pari degli altri aminoglicosidi, in rari casi modifiche della funzionalita' renale odell'ottavo paio dei nervi cranici possono manifestarsi solo dopo il completamento della terapia. Se possibile, le concentrazioni sieriche degli aminoglicosidi devono essere monitorate al fine di assicurare adeguati livelli ed evitare livelli potenzialmente tossici. Quando le concentrazioni di picco della gentamicina vengono monitorate, occorre aggiustare le dosi in modo da evitare livelli prolungati al di sopra di 12 mcg/ml. Quando vengono monitorate le concentrazioni della gentamicina, occorre modificare le dosi in modo da evitare livelli sopra i 2 mcg/ml. Picchi eccessivi e/o concentrazioni sieriche di aminoglicosidi troppo elevate possono aumentare il rischio di tossicita' renale o dell'ottavo nervo cranico. In pazienti con ustioni estese, l'alterata farmacocinetica puo' comportare una ridotta concentrazione sierica di aminoglicosidi. In tali pazienti trattati con gentamicina, si raccomanda ildosaggio della concentrazione sierica come base per modificare il dosaggio. Come per altri aminoglicosidi, si deve evitare la contemporaneae/o sequenziale somministrazione sistemica o topica di altri farmacinefrotossici e/o neurotossici. L'uso contemporaneo e/o sequenziale, sistemico o topico, di altri farmaci potenzialmente neurotossici e/o nefrotossici deve essere evitato (vedere 4.5). Se l'utilizzo di queste associazioni e' necessario, occorre sorvegliare strettamente le funzionirenali con test di laboratorio appropriati. L'eta' avanzata e la deidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicita' per i pazienti.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antibatterici aminoglicosidici.
CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale per riparare il medicinale dallaluce.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Anamnesi di ipersensibilita' o di reazioni tossiche agli aminoglicosidi. Miastenia grave. Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).
DENOMINAZIONE
GENTAMICINA SOLFATO LFM 80 MG/2 ML SOLUZIONE INIETTABILE
ECCIPIENTI
Metile p-idrossi benzoato, propile p-idrossi benzoato, sodio edetato,sodio metabisolfito, sodio idrossido, acido cloridrico diluito come agente tamponante, acqua per preparazioni iniettabili q.b. a ml 2.
EFFETTI INDESIDERATI
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati di gentamicina, organizzati secondo la classificazione sistemica organica MedDRA. Non sono disponibili dati sufficienti per stabilire la frequenza dei singolieffetti elencati. Patologie renali ed urinarie Proteinuria Compromissione della funzione renale, insufficienza renale acuta, iperfosfaturia,aumento dell'azotemia (reversibile), Sindrome simil Fanconi con aminoaciduria e acidosi metabolica in pazienti trattati con dosi elevate per un periodo prolungato. Le anormalita' nei valori dei test clinici dilaboratorio possono essere talvolta associati ad una correlata sintomatologia clinica. Patologie dell'orecchio: ronzii, riduzione della sensibilita' uditiva che puo' essere irreversibile. Perdita irreversibiledell'udito, sordita'. Patologie del sistema nervoso: convulsioni, allucinazioni, attacchi epilettici, vertigini, tinnito, torpore, parestesie, fascicolazioni, sindrome tipo miastenia gravis, febbre, cefalea, polineuropatie, encefalopatia, blocco neuromuscolare, capogiri. Disturbi psichiatrici: confusione, depressione, sindrome cerebrale organica acuta, allucinazioni. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: depressione respiratoria. Patologie dell'occhio: disturbi della visione. Patologie dell'orecchio e del labirinto: danno vestibolare, perdita dell'udito, malattia di Meniere, tinnito, vertigini. Patologie gastrointestinali: anoressia, perdita di peso, nausea, vomito, scialorrea,stomatite, stati transitori di epatomegalia, colite pseudomembranosaPatologie vascolari: ipertensione, ipotensione. Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilita' di gravita' variabile, da eruzione cutanea e prurito, febbre da farmaco alle gravi reazioni acute da ipersensibilita' (anafilassi) fino allo shock anafilattico. Esami diagnostici: aumento delle transaminasi sieriche (AST, ALT), della latticodeidrogenasi (LDH), della fosfatasi alcalina e della bilirubina; riduzione dei livelli sierici di calcio, magnesio, potassio e sodio; alterazioni dei test di funzionalita' renale. Patologie del sistema emolinfopoietico: anemia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi transitoria, eosinofilia, aumento o riduzione dei reticolociti, trombocitopenia, discrasia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: dolore alle articolazioni. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre, cefalea. Dolore nel sito di iniezione, atrofia sottocutanea o segni di irritazione locale. Infezioni ed infestazioni: sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: eruzioni cutanee di vario tipo su base allergica o idiosincrasica, edema laringeo, manifestazioni anafilattiche, eritema multiforme, sindrome diStevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, porpora, alopecia. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: gli antibiotici aminoglicosidici attraversano la placentae possono causare danni fetali qualora somministrati a donne in gravidanza. Sono stati riportati casi di sordita' congenita bilaterale irreversibile in bambini le cui madri avevano ricevuto aminoglicosidi, incluso Gentamicina solfato LFM, durante la gravidanza. Se Gentamicina solfato LFM viene somministrato durante la gravidanza o se la paziente siaccorge di avere iniziato una gravidanza mentre assume Gentamicina solfato LFM, la paziente stessa deve essere avvertita del potenziale rischio per il feto. In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva del neonato. Allattamento: in donne che allattano, Gentamicina solfato LFM e' escreto nel latte materno in piccole quantita'. Il neonato allattato al seno puo' sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l'interruzione dell'allattamento al seno.Tenere presente la possibilita' di sensibilizzazione. A causa delle potenziali reazioni avverse gravi correlabili agli aminoglicosidi, occorre decidere se interrompere l'allattamento o sospendere il trattamento, tenendo in considerazione l'importanza del farmaco per la madre.
INDICAZIONI
Infezioni da germi sensibili alla gentamicina: forme pleuro-polmonari:bronchiti, broncopolmoniti, polmonite franca-lobare, pleuriti, empiemi. Infezioni urinarie acute e croniche: cistiti, pieliti, cistopieliti, pielonefriti, calcolosi infette (del bacinetto, dell'uretere, dellavescica), uretriti, prostatiti, vescicoliti. Stati settici: batteriemie, setticemie, setticopiemie, sepsi neonatali. Infezioni del sistema nervoso: meningiti, meningoencefaliti, ecc. Infezioni chirurgiche: ascessi, flemmoni, osteomieliti, infezioni traumatiche. Infezioni otorinolaringoiatriche: otiti medie purulente, sinusiti, mastoiditi, tonsilliti, faringotonsilliti. Infezioni ostetrico-ginecologiche: aborto settico, metriti, parametriti, salpingiti, salpingo-ovariti, pelvi-peritoniti, mastiti, ecc. Ustioni: infezioni insorte nelle gravi ustioni e neitrapianti cutanei, eventualmente in associazione alla forma topica. Nelle infezioni da germi Gram-negativi sospette o documentate, Gentamicina solfato LFM puo' essere considerato come farmaco di scelta. Nelle infezioni gravi che mettono in pericolo la vita del paziente, Gentamicina solfato LFM puo' essere somministrata in associazione ad un antibiotico betalattamico (carbenicillina o similari nelle infezioni da Pseudomonas aeruginosa e un antibiotico di tipo penicillinico nelle endocarditi da Streptococchi del gruppo D).
INTERAZIONI
E' stata dimostrata un'allergenicita' crociata fra aminoglicosidi. E'stato riferito un aumento della nefrotossicita' potenziale della gentamicina in seguito della somministrazione, susseguente o contemporanea,di altre sostanze potenzialmente nefrotossiche, quali: cisplatino, polimixina B, colistina, viomicina, streptomicina, vancomicina e altri aminoglicosidi. Un aumento della nefrotossicita' e' stata riportata a seguito della somministrazione contemporanea di antibiotici aminoglicosidici ed alcune cefalosporine. L'uso contemporaneo di gentamicina e diuretici potenti quali acido etacrinico o furosemide deve essere vietato, considerato che tali diuretici posseggono una propria ototossicita'. Inoltre, quando vengono somministrati per via endovenosa, i diuretici possono aumentare la tossicita' degli aminoglicosidi alterandone laconcentrazione nel siero e nei tessuti. In caso di farmaci contenenticisplatino, si tenga presente che la nefrotossicita' di gentamicina puo' aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazionedi queste sostanze. Antibiotici neurotossici e nefrotossici possono essere assorbiti in quantita' significative dalla superficie corporea dopo applicazione o irrigazione locale. La potenziale tossicita' di antibiotici somministrati in tal modo deve essere presa in considerazione.Sebbene non sia stato riferito nella pratica clinica nessun caso di blocco neuromuscolare ne' con gentamicina ne' con altri aminoglicosidici, l'attivita' di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti come succinilcolina o tubocurarina odurante trasfusioni massive di sangue citrato. Qualora la gentamicinavenga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare puo' essere amplificato e prolungato sesi utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. Inconsiderazione dell'aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione. Qualora si verificasse, il bloccopuo' essere rimosso con la somministrazione di sali di calcio. La contemporanea somministrazione anche topica, specie se intracavitaria, dialtri antibiotici potenzialmente nefrotossici ed ototossici puo' accrescere il rischio di tali effetti. Il medicinale non va mescolato nella stessa siringa con altri farmaci: gli aminoglicosidi possono aumentare l'effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato inconcomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L'anestesista deve essere messo a conoscenza dell'uso di aminoglicosidi prima diun intervento chirurgico. In vitro l'associazione di un aminoglicoside con un antibiotico betalattamico (penicilline o cefalosporine) puo'causare una reciproca inattivazione. Anche quando un antibiotico aminoglicosidico ed uno penicillino-simile sono stati somministrati attraverso due vie differenti, si e' verificata una riduzione dell'emivita odei livelli plasmatici dell'aminoglicoside in pazienti con insufficienza renale ed anche in alcuni soggetti con funzionalita' renale normale. E' stata osservata una riduzione dell'emivita plasmatica di gentamicina in pazienti con grave insufficienza renale trattati concomitantemente con carbenicillina. L'uso concomitante con i farmaci anticoagulanti orali puo' aumentare gli effetti ipotrombinemici. La somministrazione concomitante con i bisfosfonati puo' aumentare il rischio di ipocalcemia. La gentamicina somministrata concomitantemente con la tossina botulinica puo' aumentare il rischio di tossicita' dovuto a blocco neuromuscolare. Neostigmina e piridostigmina antagonizzano l'effetto dellagentamicina. Nei neonati, l'indometacina potrebbe aumentare le concentrazioni plasmatiche di gentamicina
POSOLOGIA
Posologia: Gentamicina Solfato Lfm puo' essere somministrato per via intramuscolare o endovenosa. La posologia e' identica. La via endovenosa e' consigliabile nei casi in cui la somministrazione intramuscolarenon e' attuabile (pazienti in stato di shock, con manifestazioni emorragiche, disordini ematologici, gravi ustioni o ridotta massa muscolare, portatori di forme mieloproliferative). A) Pazienti con funzionalita' renale normale. Adulti: la dose consigliata per il trattamento delleinfezioni sistemiche e' di 3 mg/kg/die (1 mg/kg ogni 8 ore o 1,5 mg/kg ogni 12 ore). Nelle infezioni che costituiscono un pericolo per la vita del paziente e' consigliata una posologia fino a 5 mg/kg/die da somministrarsi in 3 o 4 dosi per i primi 2-3 giorni di trattamento; successivamente sara' ridotta a 3 mg/die/kg. Per le infezioni urinarie e per le infezioni extra-urinarie di grado moderato possono essere sufficienti 2 mg/kg/die, in 2 dosi refratte. Schema posologico orientativo per i pazienti di oltre 50 kg di peso: 80 mg, 3 volte al di'; 80 mg, 2volte al di' nelle infezioni urinarie e nelle infezioni extra-urinariedi gravita' moderata. Popolazione pediatrica: nella primissima infanzia il prodotto va somministrato soltanto nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. La dose consigliata variain funzione dell'eta', secondo il seguente schema. Prematuri e neonatia termine fino a 1 settimana di vita; dose totale: 5-6 mg/kg/die; dose singola: 2,5-3 mg/kg ogni 12 h. Lattanti e neonati oltre 1 settimanadi vita; dose totale: 7,5 mg/kg/die; dose singola: 2,5 mg/kg ogni 8 h. Bambini; dose totale: 6-7,5 mg/kg/die; dose singola: 2-2,5 mg/kg ogni 8 h. Schema pratico. Neonati a termine (3,5 -5 Kg): 2,8 mg/kg - 2 mg/kg ogni 12 ore. Bambini da 5 a 10 kg : 4 - 2 mg/kg ogni 8-12 ore. Bambini da 11 a 20 kg : 40 mg ogni 8-12 ore. L'adeguamento dei dosaggi deve essere fatto in funzione dell'eta' del paziente, del tipo e della gravita' dell'infezione. Nei pazienti obesi, il dosaggio deve essere calcolato in base al loro peso teorico. La durata del trattamento e' ingenere di 7-10 giorni. Nelle infezioni gravi o complicate puo' rendersi necessario un trattamento piu' prolungato. In tali casi puo' aumentare il rischio di effetti secondari, si dovra' percio' rivolgere particolare attenzione al controllo della funzionalita' renale, uditiva e vestibolare. E' comunque consigliabile continuare la terapia per almeno48 ore dopo lo sfebbramento. B) Pazienti con funzionalita' renale alterata. Come per tutti i farmaci che vengono elettivamente eliminati pervia renale, la frequenza della somministrazione verra' stabilita in base alla funzionalita' renale, secondo il seguente schema. Adulti; dose: 1-1,7 mg/kg; clearance creatinina: > 70 ml/min; creatinina sierica:< 1,4 mg %; azoto ureico ematico (bun): < 18; frequenza somministrazioni: ogni 8 ore. Clearance creatinina: 35-70 ml/min; creatinina sierica: 1,4-1,9 mg %; azoto ureico ematico (bun): 18-29; frequenza somministrazioni: ogni 12 ore. Bambini; dose: 2-2,5 mg/kg; clearance creatinina: 24-34 ml/min; creatinina sierica: 2,0-2,8 mg %; azoto ureico ematico (bun): 30-39; frequenza somministrazioni: ogni 18 ore. Clearance creatinina: 16-23 ml/min; creatinina sierica: 2,9-3,7 mg %; azoto ureicoematico (bun): 40-49; frequenza somministrazioni: ogni 24 ore. Clearance creatinina: 10 -15 ml/min; creatinina sierica: 3,8-5,3 mg %; azotoureico ematico (bun): 50-74; frequenza somministrazioni: ogni 36 ore.Clearance creatinina: 5-9 ml/min; creatinina sierica: 5,4-7,2 mg %; azoto ureico ematico (bun): 75-100; frequenza somministrazioni: ogni 48ore. La frequenza delle somministrazioni puo' essere approssimativamente calcolata moltiplicando la creatinina sierica per 8, secondo il seguente schema: mg/100 ml creatinina sierica x 8 = intervallo tra due successive somministrazioni (in ore). Emodialisi. Nei pazienti adulti con insufficienza renale sottoposti a emodialisi, la quantita' di gentamicina rimossa dal plasma puo' variare in funzione di alcuni fattori, tra i quali il metodo di dialisi impiegato. Un'emodialisi di 6 ore puo'ridurre i livelli plasmatici di gentamicina di circa il 50%. Le dosiconsigliate alla fine di ogni dialisi sono comprese tra 1-1,7 mg/kg inbase al grado di severita' dell'infezione. Nel bambino possono esseresomministrate dosi di 2-2,5 mg/kg. Gli antibiotici aminoglicosidici vengono rimossi dal sangue in seguito a dialisi peritoneale, ma in quantita' minore rispetto all'emodialisi. Modo di somministrazione: la somministrazione endovenosa sara' effettuata, preferibilmente mediante infusione in 1-2 ore, alle stesse dosi previste per la via intramuscolare. Ogni singola dose dovra' essere diluita in 100-200 ml di soluzionefisiologica o di destrosio al 5%; nei bambini il volume del diluente sara' ridotto. In ogni caso la concentrazione di Gentamicina solfato L.F.M. non dovrebbe superare 1 mg/ml (0,1%). Gentamicina solfato L.F.M.e' stato anche iniettato per via endovenosa senza diluizione (la metodologia e' peraltro da limitarsi a casi eccezionali).
PRINCIPI ATTIVI
Gentamicina Solfato Lfm 80 mg/2 ml soluzione iniettabile, 1 fiala da 2ml contiene, principio attivo: gentamicina solfato 96.9 mg (equivalente a 80 mg di gentamicina base). Eccipienti con effetti noti: sodio metabisolfito, propile p-idrossi benzoato e metile p-idrossi benzoato. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere par. 6.1.