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AVVERTENZE
Mania e convulsioni: Duloxetina Teva deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni. Midriasi: in associazione a duloxetina e' stata riferita midriasi, percio' deve essere usata cautela quando Duloxetina Teva viene prescritto a pazienti con aumentata pressione intraoculare, o a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca: in alcuni pazienti duloxetina e' stata associata a un aumento della pressione arteriosa e a ipertensione clinicamente significativa. Questo puo' essere dovuto all'effetto di duloxetina sul sistema noradrenergico. Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente. Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio della pressione arteriosa, soprattutto durante il primo mese di trattamento. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche possono risultare compromesse da un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. Deve inoltre essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo (vedere paragrafo 4.5). In pazienti che durante la terapia con duloxetina presentano un aumento persistente della pressione arteriosa nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose o una graduale sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). In pazienti con ipertensione non controllata il trattamento con duloxetina non deve essere iniziato (vedere paragrafo 4.3). Compromissione renale: nei pazienti con compromissione renale grave in emodialisi (clearance della creatinina < 30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate. Per pazienti con compromissione renale grave vedere paragrafo 4.3. Per informazioni relative a pazienti con disfunzione renale lieve o moderata, vedere paragrafo 4.2. Sindrome serotoninergica: come con altri medicinali ad azione serotoninergica, la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente letale, puo' verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con l'uso concomitante di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che compromettono il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilita' del sistema nervoso autonomo (ad es. tachicardia, pressione arteriosa alterata, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperreflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea). Se un trattamento concomitante con duloxetina e altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici e' clinicamente giustificato, si consiglia un'attenta osservazione del paziente, in particolare all'inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose. Erba di San Giovanni: le reazioni avverse possono essere piu' comuni durante l'uso concomitante di Duloxetina Teva e preparati a base di piante medicinali contenenti erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Suicidio. Disturbo depressivo maggiore e disturbo d'ansia generalizzato: la depressione e' associata ad un aumentato rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a quando non si ottiene una remissione significativa. Poiche' il miglioramento dei sintomi puo' non verificarsi durante le prime settimane o piu' di trattamento, in tale periodo i pazienti devono essere monitorati attentamente. Si osserva generalmente nell'esperienza clinica che il rischio di suicidio puo' aumentare nelle prime fasi della guarigione. Anche altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Duloxetina Teva possono essere associate a un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio. Inoltre, queste condizioni possono coesistere con il disturbo depressivo maggiore. Pertanto, quando si trattano i pazienti con altri disturbi psichiatrici, devono essere osservate le stesse precauzioni adottate per i pazienti con disturbo depressivo maggiore. Pazienti con anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell'inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di ideazione o comportamenti suicidari e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici controllati con placebo, condotti con medicinali antidepressivi nel trattamento di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di eta' inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo. Durante la terapia con duloxetina o poco dopo l'interruzione del trattamento sono stati osservati casi di ideazione e comportamento suicidario (vedere paragrafo 4.8): la terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessita' di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l'insorgenza di comportamento o ideazione suicidaria o di cambiamenti comportamentali. Dolore neuropatico diabetico periferico: come con altri medicinali con simile azione farmacologica (antidepressivi), sono stati osservati casi isolati di ideazione e comportamenti suicidari durante la terapia con duloxetina o poco dopo l'interruzione del trattamento. Per quanto riguarda i fattori di rischio per il suicidio nella depressione, si rimanda a quanto indicato in precedenza. I medici devono incoraggiare i pazienti a riferire in qualsiasi momento qualsiasi pensiero o sensazione di angoscia. Uso nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni: Duloxetina Teva non deve essere usato nel trattamento di bambini e adolescenti di eta' inferiore agli 18 anni. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) ed atteggiamento ostile (essenzialmente aggressivita', comportamento di opposizione e ira) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Psicoanalettici; antidepressivi.
CONSERVAZIONE
Non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. L'uso concomitante di Duloxetina Teva con gli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) non selettivi ed irreversibili e' controindicato (vedere paragrafo 4.5). Epatopatia con compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2). Duloxetina Teva non deve essere usato in associazione con fluvoxamina, ciprofloxacina o enoxacina (potenti inibitori del CYP1A2) poiche' tale associazione determina concentrazioni plasmatiche elevate di duloxetina (vedere paragrafo 4.5). Compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.4). L'inizio del trattamento con Duloxetina Teva e' controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, in quanto puo' esporre i pazienti a un potenziale rischio di crisi ipertensiva (vedere paragrafo 4.4 e 4.8).
DENOMINAZIONE
DULOXETINA TEVA CAPSULE RIGIDE GASTRORESISTENTI
ECCIPIENTI
Contenuto della capsula: sfere di zucchero (saccarosio, amido di mais), ipromellosa ftalato, ipromellosa, trietilcitrato, idrossipropilcellulosa, talco. Involucro della capsula. 30 mg: ipromellosa (E464), titanio diossido (E171), blu brillante FCF (E133), ossido di ferro nero (E172), inchiostro di stampa. 60 mg: ipromellosa (E464), titanio diossido (E171), ossido di ferro nero (E172), inchiostro di stampa. Inchiostro di stampa: gommalacca, glicole propilenico, soluzione forte di ammoniaca, ossido di ferro nero (E172), idrossido di potassio.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Le reazioni avverse piu' comunemente riferite nei pazienti trattati con duloxetina sono state nausea, cefalea, bocca secca, sonnolenza e capogiro. Tuttavia, la maggioranza delle reazioni avverse comuni si e' presentata in forma da lieve a moderata, generalmente e' iniziata precocemente durante la terapia e la maggior parte ha teso a ridursi con il proseguimento della terapia. Elenco delle reazioni avverse: l'elenco mostra le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo. Reazioni avverse. La frequenza e' definita come: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100, < 1/10); non comune (>= 1/1.000, < 1/100); raro (>= 1/10.000, < 1/1.000) e molto raro (< 1/10.000). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. Infezioni ed infestazioni. Non comune: laringite. Disturbi del sistema immunitario. Rara: reazione anafilattica, disturbo di ipersensibilita'. Patologie endocrine. Rara: ipotiroidismo. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: appetito ridotto; non comune: iperglicemia (riferita specialmente nei pazienti diabetici); rara: disidratazione, iponatremia, sindrome da secrezione inappropriata di ormone antidiuretico^6. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia, agitazione, libido diminuita, ansia, orgasmo alterato, sogni anormali; non comune: idea suicida^5,7, disturbo del sonno, bruxismo, disorientamento, apatia; rara: comportamento suicida^5,7, mania, allucinazioni, aggressione e collera^4. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: cefalea sonnolenza; comune: capogiro, letargia, tremore, parestesia; non comune: mioclono, acatisia^7, nervosismo, alterazione dell'attenzione, disgeusia, discinesia, sindrome delle gambe senza riposo, sonno di cattiva qualita'; rara: sindrome da serotonina^6, convulsione^1, irrequietezza psicomotoria^6, sintomi extrapiramidali^6. Patologie dell'occhio. Comune: visione offuscata; non comune: midriasi, compromissione della visione; rara: glaucoma. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito^1; non comune: vertigine, dolore all'orecchio. Patologie cardiache. Comune: palpitazioni; non comune: tachicardia, aritmia sopraventricolare, principalmente fibrillazione atriale. Patologie vascolari. Comune: innalzamento della pressione arteriosa ^3, rossore; non comune: sincope^2, ipertensione^3,7, ipotensione ortostatica^2, sensazione di freddo alle estremita'; rara: crisi ipertensiva^3,6. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sbadiglio; non comune: tensione della gola, epistassi; rara: malattia polmonare interstiziale^10, polmonite eosinofila^6. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea secchezza delle fauci; comune: stipsi, diarrea, dolore addominale, vomito, dispepsia, flatulenza; non comune: emorragia gastrointestinale^7, gastroenterite, eruttazione, gastrite, disfagia; rara: stomatite, ematochezia, alito cattivo, colite microscopica^9. Patologie epatobiliari. Non comune: epatite^3, enzimi epatici elevati (ALT, AST, fosfatasi alcalina), lesione epatica acuta; rara: insufficienza epatica^6, itterizia^6. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: sudorazione aumentata, eruzione cutanea; non comune: sudorazioni notturne, orticaria, dermatite da contatto, sudore freddo, reazione di fotosensibilita', tendenza all'ecchimosi aumentata; rara: sindrome di Stevens-Johnson^6, edema angioneurotico^6; molto rara: vasculite cutanea. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore muscolo-scheletrico, spasmo muscolare; non comune: tensione muscolare, contrazione muscolare; rara: trisma. Patologie renali e urinarie. Comune: disuria, pollachiuria; non comune: ritenzione di urina, esitazione minzionale, nicturia, poliuria, flusso urinario diminuito; rara: odore urinario anormale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: disfunzione erettile, disturbo dell'eiaculazione eiaculazione ritardata; non comune: emorragia a carico dell'apparato riproduttivo femminile, disturbo mestruale disfunzione sessuale, dolore testicolare; rara: sintomi di menopausa, galattorea, iperprolattinemia emorragia postpartum^6. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: cadute^8, stanchezza; non comune: dolore toracico^7, sensazione di anormalita', sensazione di freddo, sete, brividi, malessere, sensazione di caldo, alterazione dell'andatura. Esami diagnostici. Comune: calo ponderale; non comune: aumento ponderale, creatinfosfochinasi ematica aumentata, potassio ematico aumentato; rara: colesterolo ematico aumentato. ^1 Dopo la sospensione del trattamento sono stati riferiti inoltre casi di convulsione e casi di tinnito. ^2 Sono stati riferiti casi di ipotensione ortostatica e sincope, soprattutto all'inizio del trattamento. ^3 Vedere il paragrafo 4.4. ^4 Sono stati riferiti casi di aggressione e collera, specialmente nelle fasi precoci del trattamento o dopo la sua sospensione. ^5 Sono stati riferiti casi di idea suicida e comportamento suicida durante la terapia con duloxetina o poco dopo l'interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4) ^6 Frequenza stimata delle reazioni avverse riportate durante il periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione; non osservate negli studi clinici controllati con placebo. ^7 Differenza non statisticamente significativa dal placebo. ^8 Le cadute sono state piu' comuni negli anziani (>= 65 anni). ^9 Frequenza stimata in base a tutti i dati degli studi clinici. ^10 Frequenza stimata in base a studi clinici controllati con placebo. Descrizione di reazioni avverse selezionate. L'interruzione del trattamento con duloxetina (in particolare se improvvisa) porta comunemente all'insorgenza di sintomi da astinenza. Le reazioni piu' comunemente riferite sono capogiro, disturbi sensoriali (incluse parestesie o sensazioni tipo scossa elettrica, particolarmente con localizzazione cranica), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilita', diarrea, iperidrosi e vertigini. Generalmente tali sintomi, per gli SSRI e gli SNRI, sono di intensita' da lieve a moderata ed auto-limitanti, sebbene in alcuni individui possono essere gravi e/o durare nel tempo. Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non e' piu' necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). In tre studi clinici di fase acuta della durata di 12 settimane con duloxetina, in pazienti con dolore neuropatico diabetico e' stato osservato un aumento della glicemia a digiuno di lieve entita' ma statisticamente significativo nei pazienti trattati con duloxetina.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: studi sugli animali hanno rivelato una tossicita' riproduttiva a concentrazioni sistemiche (AUC) di duloxetina piu' basse rispetto all'esposizione clinica massima (vedere paragrafo 5.3). Due ampi studi osservazionali non suggeriscono un incremento complessivo del rischio di malformazioni congenite maggiori (uno effettuato negli USA che ha incluso 2.500 donne esposte alla duloxetina durante il primo trimestre di gravidanza e uno effettuato nell'Unione Europea che ha incluso 1.500 donne esposte alla duloxetina durante il primo trimestre di gravidanza). L'analisi sulle specifiche malformazioni come malformazioni cardiache mostra risultati non conclusivi. Nello studio condotto nell'Unione Europea, l'esposizione materna alla duloxetina durante la gravidanza avanzata (in ogni momento a partire dalla ventesima settimana gestazionale fino al parto) e' ad un aumento del rischio di nascita pretermine (meno del doppio, il che corrisponde a circa 6 ulteriori nascite premature ogni 100 donne trattate con duloxetina nell'ultima parte della gravidanza). La maggior parte e' avvenuta tra la trentacinquesima e la trentaseiesima settimana di gestazione. Questa associazione non e' stata osservata nello studio condotto negli USA. I dati osservazionali negli USA hanno fornito evidenza di un rischio aumentato (meno del doppio) di emorragia post-parto a seguito dell'esposizione a duloxetina entro il mese prima del parto. I dati epidemiologici hanno suggerito che l'uso di SSRI in gravidanza, specialmente nelle ultime fasi, puo' aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN). Sebbene nessuno studio abbia investigato l'associazione di PPHN al trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non puo' essere escluso con duloxetina, considerando il meccanismo d'azione (inibizione della ricaptazione della serotonina). Come con altri farmaci serotoninergici, dopo un uso materno di duloxetina in prossimita' del parto nel neonato possono verificarsi sintomi da sospensione. I sintomi da sospensione osservati con duloxetina possono includere ipotonia, tremore, nervosismo, difficolta' nell'allattamento, difficolta' respiratoria e convulsioni. La maggior parte dei casi si sono verificati sia alla nascita sia entro pochi giorni dalla nascita. Duloxetina Teva deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se il beneficio potenziale giustifica il potenziale rischio per il feto. Le donne devono essere informate di riferire al loro medico dell'inizio di una gravidanza o dell'intenzione di intraprendere una gravidanza durante la terapia. Allattamento: sulla base di uno studio effettuato su 6 donne in periodo di allattamento, che non allattavano al seno i loro bambini, e' emerso che duloxetina viene scarsamente secreta nel latte materno. Calcolata in mg/kg, la dose infantile giornaliera stimata corrisponde circa allo 0,14% della dose materna (vedere paragrafo 5.2). Poiche' la sicurezza di duloxetina nei neonati non e' nota, si sconsiglia l'uso di Duloxetina Teva durante l'allattamento al seno. Fertilita': negli studi animali, duloxetina non ha avuto effetti sulla fertilita' maschile, e gli effetti nelle femmine sono stati evidenti solo a dosi che hanno causato una tossicita' materna.
INDICAZIONI
Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico. Trattamento del disturbo d'ansia generalizzato. Duloxetina Teva e' indicato negli adulti. Per ulteriori informazioni vedere il paragrafo 5.1.
INTERAZIONI
Inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO): a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica, duloxetina non deve essere impiegata in associazione agli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) non selettivi e irreversibili o entro i 14 giorni immediatamente successivi alla sospensione del trattamento con un IMAO. In base all'emivita di duloxetina, si devono attendere almeno 5 giorni dopo la sospensione di Duloxetina Teva prima di iniziare il trattamento con un IMAO (vedere paragrafo 4.3). L'uso concomitante di Duloxetina Teva con un IMAO selettivo e reversibile, come moclobemide non e' raccomandato (vedere paragrafo 4.4). L'antibiotico linezolid e' un IMAO reversibile non selettivo e non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con Duloxetina Teva (vedere paragrafo 4.4). Inibitori del CYP1A2: poiche' il CYP1A2 e' coinvolto nel metabolismo di duloxetina, e' probabile che l'uso di duloxetina in concomitanza a potenti inibitori del CYP1A2 determini concentrazioni piu' alte di duloxetina. La fluvoxamina (100 mg una volta/die), un potente inibitore del CYP1A2, ha diminuito la clearance plasmatica apparente di duloxetina di circa il 77% e ha aumentato di 6 volte l'AUC o-t. Pertanto Duloxetina Teva non deve essere somministrato in concomitanza a potenti inibitori del CYP1A2 come la fluvoxamina (vedere paragrafo 4.3). Medicinali per il SNC: il rischio di assunzione di duloxetina in associazione ad altri medicinali attivi sul SNC non e' stato valutato in maniera sistematica, ad eccezione dei casi descritti in questo paragrafo. Pertanto, si consiglia cautela quando Duloxetina Teva viene assunto in associazione ad altri farmaci o altre sostanze che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, inclusi alcool e farmaci sedativi (ad esempio benzodiazepine, morfinomimetici, antipsicotici, fenobarbitale, antistaminici sedativi). Medicinali serotoninergici: in rari casi, nei pazienti che assumono SSRI/SNRI in associazione con medicinali serotoninergici e' stata riferita sindrome serotoninergica. Si consiglia cautela se Duloxetina Teva viene utilizzato in concomitanza a medicinali serotoninergici come SSRI, SNRI, antidepressivi triciclici come clomipramina o amitriptilina, IMAO come moclobemide o linezolid, Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) o triptani, tramadolo, buprenorfina, petidina e triptofano (vedere paragrafo 4.4). Effetti di duloxetina su altri medicinali. Medicinali metabolizzati dal CYP1A2: la farmacocinetica della teofillina, un substrato del CYP1A2, non e' risultata significativamente alterata dalla somministrazione contemporanea con duloxetina (60 mg due volte al giorno). Medicinali metabolizzati dal CYP2D6: la duloxetina e' un inibitore moderato del CYP2D6. Quando duloxetina e' stata somministrata a una dose di 60 mg due volte al giorno con una dose singola di desipramina, un substrato del CYP2D6, l'AUC di desipramina e' aumentata di 3 volte. La somministrazione contemporanea di duloxetina (40 mg due volte al giorno) aumenta l'AUC allo steady-state di tolterodina (2 mg due volte al giorno) del 71% ma non influenza la farmacocinetica del suo metabolita attivo 5-idrossile, e un adeguamento del dosaggio non e' raccomandato. Si consiglia cautela se Duloxetina Teva e' somministrato in associazione a medicinali che sono prevalentemente metabolizzati dal CYP2D6 (risperidone, antidepressivi triciclici [TCA] come nortriptilina, amitriptilina ed imipramina) in particolare se questi hanno un basso indice terapeutico (come flecainide, propafenone e metoprololo). Contraccettivi orali e altri medicinali steroidei: i risultati di studi in vitro dimostrano che duloxetina non induce l'attivita' catalitica del CYP3A. Non sono stati effettuati studi specifici sull'interazione del farmaco in vivo. Anticoagulanti e medicinali antipiastrinici: si deve usare cautela quando duloxetina viene utilizzata in associazione ad anticoagulanti orali o farmaci antipiastrinici a causa di un potenziale aumento del rischio di sanguinamento imputabile a una interazione farmacodinamica. Inoltre, quando duloxetina e' stata somministrata a pazienti in trattamento con warfarina sono stati riferiti aumenti dei valori INR. Tuttavia, la somministrazione di duloxetina in associazione a warfarina in condizioni stabili, in volontari sani, come parte di uno studio di farmacologia clinica, non ha dato luogo a una variazione clinicamente significativa del valore INR rispetto al basale o della farmacocinetica di R- o S-warfarina. Effetti di altri medicinali sulla duloxetina. Antiacidi e antagonisti dei recettori H2: la somministrazione di duloxetina in associazione ad antiacidi contenenti alluminio e magnesio o di duloxetina con famotidina non ha avuto un effetto significativo sulla velocita' o entita' dell'assorbimento di duloxetina dopo somministrazione di una dose orale di 40 mg. Induttori del CYP1A2: studi di analisi della farmacocinetica di popolazione hanno evidenziato che i fumatori presentano concentrazioni plasmatiche di duloxetina quasi del 50% piu' basse rispetto ai non fumatori.
POSOLOGIA
Posologia. Disturbo depressivo maggiore: la dose iniziale e di mantenimento raccomandata e' di 60 mg/die assunta con o senza cibo. I dosaggi al di sopra dei 60 mg/die, fino a una dose massima di 120 mg/die, sono stati valutati dal punto di vista della sicurezza nell'ambito di studi clinici. Tuttavia, non vi e' alcuna evidenza clinica che suggerisca che i pazienti che non rispondono alla dose iniziale raccomandata possano beneficiare di ulteriori innalzamenti della dose. La risposta terapeutica si osserva abitualmente dopo 2-4 settimane di trattamento. Dopo il consolidamento della risposta antidepressiva, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare ricadute. Nei pazienti con una storia di episodi ripetuti di depressione maggiore e che rispondono alla duloxetina puo' essere preso in considerazione un ulteriore trattamento a lungo termine con una dose da 60 a 120 mg/die. Disturbo d'ansia generalizzato: la dose iniziale consigliata nei pazienti con disturbo d'ansia generalizzato e' di 30 mg una volta al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. Nei pazienti che presentano una risposta insufficiente la dose va aumentata a 60 mg, che e' la dose abituale di mantenimento nella maggior parte dei pazienti. Nei pazienti che presentano co-morbilita' per il disturbo depressivo maggiore, la dose iniziale e di mantenimento e' di 60 mg una volta al giorno (vedere anche le raccomandazioni sul dosaggio sopra riportate). Negli studi clinici, le dosi fino a 120 mg al giorno si sono rivelate efficaci e sono state valutate dal punto di vista della sicurezza. Pertanto, nei pazienti con risposta insufficiente ai 60 mg, puo' essere preso in considerazione un aumento fino a 90 o a 120 mg. L'aumento della dose deve essere effettuato sulla risposta clinica e la tollerabilita'. Dopo il consolidamento della risposta, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare ricadute. Dolore neuropatico diabetico periferico: la dose iniziale e di mantenimento raccomandata e' di 60 mg al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. I dosaggi al di sopra dei 60 mg al giorno, fino a una dose massima di 120 mg al giorno, somministrati in dosi frazionate in parti uguali, sono stati valutati in studi clinici dal punto di vista della sicurezza. La concentrazione plasmatica di duloxetina mostra un'ampia variabilita' inter-individuale (vedere paragrafo 5.2). Pertanto, pazienti che non rispondono sufficientemente a 60 mg possono trarre beneficio da una dose piu' elevata. La risposta al trattamento deve essere valutata dopo 2 mesi. Dopo questo periodo di tempo, nei pazienti con risposta iniziale inadeguata e' improbabile una risposta tardiva. Il beneficio terapeutico deve essere rivalutato regolarmente (almeno ogni tre mesi) (vedere paragrafo 5.1). Popolazioni speciali. Anziani: nei pazienti anziani non e' raccomandato un aggiustamento del dosaggio esclusivamente in base all'eta'. Tuttavia, come con qualsiasi medicinale, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani, specialmente nel disturbo depressivo maggiore o nel disturbo d'ansia generalizzato con duloxetina 120 mg al giorno per il quale i dati sono limitati (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Compromissione epatica: Duloxetina Teva non deve essere utilizzato in pazienti con epatopatia con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2). Compromissione renale: nei pazienti con disfunzione renale lieve o moderata (clearance della creatinina da 30 a 80 ml/min) non e' necessario alcun aggiustamento della dose. Duloxetina Teva non deve essere utilizzato in pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min; vedere paragrafo 4.3). Popolazione pediatrica: Duloxetina non deve essere impiegata nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore ai 18 anni per il trattamento del disturbo depressivo maggiore a causa di problemi di sicurezza ed efficacia (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1). La sicurezza e l'efficacia di duloxetina per il trattamento del disturbo d'ansia generalizzato nei pazienti pediatrici di eta' compresa tra 7 e 17 anni non sono state stabilite. I dati attualmente disponibili sono descritti ai paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2. La sicurezza e l'efficacia di duloxetina per il trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico non sono state studiate. Non ci sono dati disponibili. Interruzione del trattamento: si deve evitare un'interruzione brusca del trattamento. Quando si interrompe il trattamento con Duloxetina Teva la dose deve essere ridotta gradualmente nell'arco di almeno 1-2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da astinenza (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Se a seguito della riduzione della dose o al momento della interruzione del trattamento si dovessero manifestare, sintomi intollerabili, si puo' prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico puo' decidere di continuare a ridurre la dose in maniera piu' graduale. Modo di somministrazione: per uso orale. Le capsule devono essere deglutite intere.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni capsula contiene duloxetina cloridrato equivalente a 30 mg di duloxetina. Ogni capsula contiene duloxetina cloridrato equivalente a 60 mg di duloxetina. Eccipiente con effetti noti: ogni capsula da 30 mg contiene 101 mg di saccarosio. Ogni capsula da 60 mg contiene 201 mg di saccarosio.