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AVVERTENZE
Trattamento delle persone anziane, dei pazienti con ridotta funzionalità epatica e renale e con metabolizzatori lenti del CYP2C19. Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni: gli antidepressivi non devono essere utilizzati per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Comportamento suicida (tentativi di suicidio e pensieri suicidi) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidi. Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine nei bambini e negli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale. Ansia paradossa. Alcuni pazienti con disturbo da panico possono manifestare un aumento dei sintomi ansiosi all'inizio del trattamento con antidepressivi. Questa reazione paradossa scompare solitamente nel giro di 2 settimane dall'inizio del trattamento. Si consiglia la somministrazione di una dose iniziale bassa per ridurre la probabilità che si manifesti un effetto ansiogeno paradosso. Iponatriemia. Iponatriemia, probabilmente dovuta ad un'inappropriata secrezione dell'ormone antidiuretico (SIADH) è stata raramente segnalata in seguito all'uso di SSRI ed in genere è reversibile con l'interruzione della terapia. Le pazienti anziane sembrano essere a rischio particolarmente alto. Suicidio/ideazione suicida o peggioramento clinico. La depressione è associata ad un aumentato rischio di pensieri suicidi, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Tale rischio persiste fino a che si verifichi una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle immediatamente successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. L'esperienza clinica generale suggerisce che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del miglioramento. Altre condizioni psichiatriche, per le quali il citalopram è prescritto, possono anche essere associate ad un aumentato rischio di comportamento suicida. Inoltre, queste condizioni possono essere associate al disturbo depressivo maggiore. Pertanto, quando si trattano pazienti con altre patologie psichiatriche si devono osservare le stesse precauzioni seguite durante il trattamento di pazienti con disturbi depressivi maggiori. È noto che i pazienti con un'anamnesi di eventi correlati al suicidio, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicida già prima dell'inizio del trattamento, sono a rischio elevato di pensieri suicidi o di tentativi di suicidio e devono pertanto essere tenuti sotto stretta osservazione in corso di terapia. Una metanalisi degli studi clinici condotti con farmaci antidepressivi in confronto con placebo in pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicida nella fascia di età inferiore a 25 anni dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto a placebo. Una stretta sorveglianza dei pazienti e in particolare di quelli ad alto rischio deve accompagnare la terapia farmacologica specialmente all'inizio del trattamento e a seguito di modifiche del dosaggio. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento clinico, comportamenti o pensieri suicidi e modifiche inusuali del comportamento e di consultare immediatamente il medico se questi sintomi si presentano. Acatisia/irrequietezza psicomotoria. L'uso di SSRI/SNRI è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una non piacevole o angosciante irrequietezza soggettiva e di agitazione psicomotoria associate all'incapacità di stare seduti o di stare fermi. Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. In pazienti che sviluppino questi sintomi, l'aumento del dosaggio può essere dannoso. Mania. Nei pazienti con malattia maniaco- depressiva si può verificare un cambiamento verso la fase maniacale. Se il paziente entra in una fase maniacale il citalopram deve essere interrotto. Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con SSRI. I sintomi da sospensione osservati quando il trattamento è interrotto sono comuni, in particolare in caso di brusca interruzione. In uno studio clinico di prevenzione delle recidive con citalopram, sono stati osservati eventi avversi dopo l'interruzione del trattamento attivo nel 40% dei pazienti contro il 20% dei pazienti che hanno continuato il trattamento con citalopram. Il rischio di comparsa dei sintomi da sospensione può dipendere da diversi fattori, compresi la durata della terapia, il dosaggio e il tasso di riduzione della dose. Le reazioni più comunemente segnalate sono state capogiri, disturbi sensoriali (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, emicrania, diarrea, palpitazioni, instabilità emotiva, irritabilità e disturbi visivi. Generalmente, l'intensità di tali sintomi è da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti può essere grave. In genere compaiono durante i primi giorni di sospensione del trattamento, ma vi sono state segnalazioni molto rare di tali sintomi in pazienti che avevano inavvertitamente saltato una dose. Generalmente tali sintomi sono auto-limitanti, e di solito si risolvono entro due settimane, sebbene in alcuni individui possono durare più a lungo (2-3 mesi o più). Pertanto si consiglia, quando si sta sospendendo il trattamento, di ridurre gradualmente la dose di citalopram, nel corso di un periodo di diverse settimane o mesi, in base alle necessità del paziente. Diabete. Nei pazienti diabetici, il trattamento con un SSRI può alterare il controllo glicemico. Può essere necessario un aggiustamento del dosaggio dell'insulina e/o degli ipoglicemizzanti orali. Crisi convulsive. Le crisi convulsive sono un rischio potenziale con i farmaci antidepressivi. Il citalopram deve essere sospeso in tutti i pazienti che sviluppino crisi convulsive. Si deve evitare l'utilizzo di citalopram nei pazienti con epilessia instabile e si deve monitorare costantemente i pazienti con epilessia controllata. Il citalopram deve essere sospeso se si verifica un aumento della frequenza delle crisi.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna speciale precauzione per la conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Citalopram è controindicato in combinazione con linezolide a meno che non ci siano strutture per una stretta osservazione e monitoraggio della pressione sanguigna. Citalopram è controindicato nei pazienti con prolungamento noto dell'intervallo QT o sindrome congenita del QT lungo. Citalopram è controindicato insieme ad altri medicinali che sono noti per prolungare l'intervallo QT. IMAO (inibitori delle monoamino ossidasi). Alcuni casi si sono presentati con caratteristiche simili alla sindrome serotoninergica. Il citalopram non deve essere somministrato a pazienti in terapia con inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO), inclusa la selegilina a dosi giornaliere che superano i 10 mg/die. Il citalopram non deve essere somministrato per i quattordici giorni successivi alla sospensione di un IMAO irreversibile, o per il periodo di tempo specificato dopo la sospensione di un IMAO reversibile (RIMA), come stabilito nelle indicazioni d'uso del RIMA. Non si deve iniziare una terapia con gli IMAO per sette giorni dopo la sospensione di citalopram (vedere il paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
DENOMINAZIONE
CITALOPRAM SANDOZ BV COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo: cellulosa microcristallina, glicerolo 85%, magnesio stearato, amido di mais, lattosio monoidrato, copovidone, amido di sodio glicolato (tipo A). Rivestimento: macrogol 6000, ipromellosa, talco, titanio diossido (agente colorante E 171).
EFFETTI INDESIDERATI
Le reazioni indesiderate osservate con citalopram sono in generale lievi e transitorie. Esse sono piu' rilevanti durante la prima settimana o le prime due settimane di trattamento e di solito si attenuano in seguito. Le reazioni avverse vengono presentate raggruppate secondo il livello di termine preferito (PT) MedDRA. Le seguenti reazioni sono risultate dose-dipendenti: aumento della sudorazione, bocca secca, insonnia, sonnolenza, diarrea, nausea e astenia. La tabella mostra la percentuale di reazioni avverse associate all'uso degli SSRI e/o di citalopram osservate nel >= 1% dei pazienti nell'ambito di studi controllati verso placebo, in doppio cieco o nel periodo post-marketing. Le frequenze sono definite come: molto comune (>=1/10); comune (>=1/100, <1/10); non comune (>=1/1.000, <1/100); raro (>=1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non comune: ipersensibilità; molto raro: reazione anafilattica. Patologie endocrine. Raro: ipersecrezione vasopressoria (sindrome Schwartz-Bartter/SIADH); non nota: inappropriata secrezione ADH. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: diminuzione dell'appetito, perdita di peso, aumento dell'appetito; non comune: aumento di peso, anoressia; raro: iponatriemia; non nota: ipokaliemia. Disturbi psichiatrici. Molto comune: agitazione, nervosismo; Comune: diminuzione della libido, orgasmo anormale (donna), ansia, stato confusionale, apatia, difficoltà di concentrazione, sogni anomali, perdita di memoria; non comune: aggressività, depersonalizzazione, allucinazioni, mania, euforia, aumento della libido; non nota: attacchi di panico, bruxismo, irrequietezza, idea suicida e comportamento suicida. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: letargia (bisogno di dormire), insonnia, tremore, capogiri, cefalea, sonnolenza; comune: parestesia, disturbi del sonno, emicrania, disturbi del gusto, disturbi dell'attenzione; non comune: svenimento, crampi, disturbi extrapiramidali, sincope; raro: Crisi convulsive di tipo "grande male", discinesia, irrequietezza psicomotoria/acatisia; non nota: sindrome serotoninergica, disturbi nel movimento, convulsioni. Patologie dell'occhio. Molto comune: accomodazione anormale; comune: disturbi visivi; non comune: midriasi. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Comune: tinnito. Patologie cardiache. Molto comune: palpitazioni; Comune: tachicardia; non comune: bradicardia; non nota: aritmia ventricolare incluse torsioni di punta, prolungamento dell'intervallo QT all'elettrocardiogramma. Patologie vascolari. Comune: Ipotensione, ipertensione, ipotensione ortostatica; raro: emorragia. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sbadiglio, rinite, sinusite; non comune: tosse; non nota: epistassi. Patologie gastrointestinali. Molto comune: bocca secca, nausea, costipazione; comune: diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale, flatulenza, aumento della salivazione; non nota: emorragia gastrointestinale (compresa emorragia rettale). Patologie epatobiliari. Raro: epatite; non nota: test di funzionalità epatica anormale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: aumento della sudorazione; comune: prurito, eruzione cutanea; non comune: orticaria, alopecia, porpora, reazione di fotosensibilità; molto raro: angioedema; non nota: ecchimosi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mialgia, artralgia. Patologie renali e urinarie. Comune: poliuria, disturbo nella minzione; non comune: ritenzione urinaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune impotenza, disturbi dell'eiaculazione, mancata eiaculazione, dismenorrea; non comune: donna: menorragia; molto raro: galattorrea; non nota: donna: metrorragia; uomo: priapismo. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: astenia; comune: affaticamento, piressia; non comune: edema, malessere. Fratture ossee. Studi epidemiologici, condotti principalmente in pazienti con 50 anni di eta' e piu' anziani, mostrano un aumento del rischio di fratture ossee in pazienti trattati con SSRI e antidepressivi triciclici (TCA). Il meccanismo che porta a tale rischio non e' noto. Prolungamento dell'intervallo QT Sono stati segnalati durante il periodo post-marketing casi di prolungamento dell'intervallo QT e di aritmia ventricolare incluse torsione di punta, in particolare in pazienti di sesso femminile, con ipokaliemia, o con pre-esistente prolungamento dell'intervallo QT o di altre patologie cardiache. Sintomi da sospensione osservati in seguito ad interruzione del trattamento con SSRI. L'interruzione del trattamento con citalopram (soprattutto se brusca) porta in genere a sintomi da astinenza. Gli effetti indesiderati segnalati piu' comunemente sono stati vertigini, disturbi del sensorio (compresa parestesia), disturbi del sonno (compresi insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi visivi. Generalmente tali eventi sono da lievi a moderati ed auto-limitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Si consiglia pertanto che, quando il trattamento con citalopram non e' piu' necessario,l'interruzione venga effettuata tramite la diminuzione graduale della dose. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzohttps://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazio ni-avverse
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza. I dati pubblicati su donne in gravidanza (più di 2500 risultati pubblicati), indicano assenza di malformazioni fetali o tossicità neonatale. Tuttavia il citalopram non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario e solo dopo un'attenta valutazione del rischio/beneficio. I neonati devono essere tenuti sotto osservazione se l'uso materno di citalopram continua nelle ultime fasi della gravidanza, in particolare nel terzo trimestre. L'interruzione brusca del trattamento deve essere evitata durante la gravidanza. I neonati possono inoltre manifestare i seguenti sintomi in seguito all'uso materno di SSRI/SNRI negli stadi più avanzati della gravidanza: distress respiratorio, cianosi, apnea, convulsioni, temperatura instabile, difficoltà nella nutrizione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremore, nervosismo, irritabilità, letargia, pianto costante, sonnolenza e difficoltà ad addormentarsi. Tale sintomatologia potrebbe essere dovuta o agli effetti serotoninergici o ai sintomi da sospensione. Nella maggior parte dei casi le complicazioni iniziano immediatamente al momento del parto o subito dopo (meno di 24 ore). I dati epidemiologici hanno suggerito che l'uso di SSRI in gravidanza, soprattutto nell'ultimo periodo di gravidanza, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN). Il rischio osservato è stato di circa 5 casi ogni 1.000 gravidanze. Nella popolazione generale si verificano 1-2 casi di PPHN per 1.000 gravidanze. Allattamento. Il citalopram viene escreto nel latte materno. Si ritiene che il lattante assuma circa il 5% della dose giornaliera materna (in mg/kg). Negli infanti non sono stati osservati effetti, se non minimi. Non sono tuttavia disponibili informazioni sufficienti per poter valutare il rischio per il bambino. Si raccomanda cautela. Fertilità maschile. I dati sugli animali hanno dimostrato che citalopram può influire sulla qualità dello sperma. Nell'uomo segnalazioni provenienti da pazienti trattati con alcuni SSRI hanno dimostrato che l'effetto sulla qualità dello sperma è reversibile. Non è stata osservata finora un impatto sulla fertilità umana.
INDICAZIONI
Trattamento degli episodi di depressione maggiore. Trattamento delle crisi di panico, con o senza agorafobia.
INTERAZIONI
Interazioni farmacodinamiche. Sono stati segnalati casi di sindrome da serotonina a livello farmacodinamico in seguito alla somministrazione di citalopram con moclobemide e buspirone. Combinazioni controindicate. MAO-inibitori. L'uso contemporaneo di citalopram e MAO-inibitori può dare luogo ad effetti indesiderati gravi, inclusa la sindrome serotoninergica. Sono stati segnalati casi di reazioni gravi, e talvolta fatali, nei pazienti trattati con un SSRI associato ad un inibitore delle monoammino ossidasi (MAO), compresi selegilina, MAO inibitore irreversibile, e linezolid e moclobemide, MAO--inibitori reversibili, e nei pazienti che avevano recentemente interrotto il trattamento con un SSRI ed avevano iniziato la terapia con un MAO- inibitore. Alcuni casi presentavano caratteristiche simili a quelle della sindrome serotoninergica. I sintomi di un'interazione tra principio attivo con un MAO-inibitore includono: agitazione, tremore, mioclono e ipertermia. Prolungamento dell'intervallo QT. Non sono stati eseguiti studi di farmacocinetica e farmacodinamica tra citalopram e altri medicinali che prolungano l'intervallo QT. Non può essere escluso un effetto additivo di citalopram e questi medicinali. Pertanto, è controindicata la co-somministrazione di citalopram con medicinali che prolungano l'intervallo QT, come ad esempio antiaritmici della classe IA e III, antipsicotici (ad esempio derivati della fenotiazina, pimozide, aloperidolo), antidepressivi triciclici, alcuni agenti antimicrobici (ad esempio sparfloxacina, moxifloxacina, eritromicina IV, pentamidina, trattamento anti-malarico in particolare alofantrina), alcuni antistaminici (astemizolo, mizolastina). Pimozide. La somministrazione contemporanea di una singola dose di 2 mg di pimozide a pazienti trattati con citalopram racemico 40 mg/die per 11 giorni, ha causato un incremento dell'AUC e della Cmax di pimozide, anche se non sempre nel corso dello studio. La somministrazione contemporanea di citalopram e pimozide ha determinato un incremento medio dell'intervallo QTc di circa 10 msec. A causa dell'interazione osservata con una bassa dose di pimozide, la somministrazione concomitante di citalopram e pimozide è controindicata. Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso. Selegilina (MAO B inibitore selettivo). Uno studio di interazione farmacocinetica/farmacodinamica, nel quale venivano somministrati contemporaneamente citalopram (20 mg/die) e selegilina (10 mg/die) (un MAO-B inibitore selettivo), ha dimostrato l'assenza di rilevanti interazioni cliniche. È controindicato l'uso concomitante di citalopram e selegilina in dosi superiori a 10 mg/die. Farmaci serotonergici. Litio e triptofano. Non esiste alcuna interazione farmacodinamica negli studi clinici in cui citalopram è stato somministrato in concomitanza con litio. Ci sono state tuttavia segnalazioni di un potenziamento degli effetti quando gli SSRI sono stati somministrati in associazione con litio o triptofano e pertanto l'uso contemporaneo di citalopram con questi medicinali deve essere effettuato con cautela. Il monitoraggio di routine dei livelli di litio deve essere continuato come d'abitudine. La co-somministrazione di farmaci serotoninergici (ad esempio tramadolo, sumatriptan) può portare ad un aumento degli effetti 5-HT associati. Finché ulteriori informazioni non saranno disponibili, l'uso concomitante di citalopram e agonisti della 5-HT, come sumatriptan e altri triptani non è raccomandato. Erba di San Giovanni. Possono comparire interazioni dinamiche tra SSRI e le preparazioni erboristiche contenenti l'Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum), con conseguente aumento degli effetti indesiderati. Non sono stati condotti studi circa le interazioni farmacocinetiche. Emorragia. È necessaria particolare cautela per quei pazienti che vengono trattati contemporaneamente con anticoagulanti, farmaci che influenzano la funzione piastrinica, come i farmaci antinfiammatori non steroidei (o FANS), l'acido acetilsalicilico, il dipiridamolo, e la ticlopidina o altri farmaci (per esempio antipsicotici atipici) che possono aumentare il rischio di emorragie. TEC (Terapia elettro- convulsiva). Non sono stati condotti studi clinici che stabiliscono i rischi o i benefici dell'uso concomitante di citalopram e della terapia elettroconvulsiva (TEC). Alcool. Non sono state dimostrate interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche di citalopram con l'alcool. L'associazione tra citalopram e alcool è, tuttavia, sconsigliata. Medicinali che inducono ipokaliemia/ipomagnesemia. Si richiede cautela nell'uso concomitante di altri medicinali che inducono ipokaliemia/ipomagnesemia poiché queste condizioni aumentano il rischio di aritmie maligne. Medicinali che abbassano la soglia convulsiva. Gli SSRI possono abbassare la soglia convulsiva. Si consiglia cautela quando si usano in concomitanza con altri medicinali capaci di abbassare la soglia convulsiva (ad es. antidepressivi [SSRI], neurolettici [butirrofenoni, tioxanteni], meflochina, bupropione e tramadolo). Interazioni farmacocinetiche. La biotrasformazione di citalopram a demetilcitalopram è mediata da CYP2C19 (circa 38%), CYP3A4 (circa 31%) e CYP2D6 (circa 31%) e dagli isoenzimi del sistema del citocromo P450. Il fatto che il citalopram sia metabolizzato da più di un CYP implica che l'inibizione della sua biotrasformazione è meno probabile rispetto alla possibilità che l'inibizione di un enzima sia compensata da un altro. Pertanto in caso di somministrazione concomitante di citalopram con altri farmaci nella pratica clinica ha una probabilità molto bassa di produrre interazioni farmacocinetiche. Cibo. Non è stata segnalata alcuna influenza dell'assunzione di cibo sull'assorbimento né su altre proprietà farmacocinetiche del citalopram. Influenza di altri farmaci sulla farmacocinetica del citalopram. La co-somministrazione con ketoconazolo (potente inibitore del CYP3A4) non ha modificato la farmacocinetica del citalopram. Uno studio di interazione farmacocinetica tra litio e citalopram non ha mostrato alcuna interazione farmacocinetica.
POSOLOGIA
Il citalopram deve essere somministrato come singola dose orale, al mattino oppure alla sera. Le compresse possono essere assunte con o senza cibo, ma insieme a liquidi. Adulti: trattamento degli episodi di depressione maggiore. Questo farmaco deve essere somministrato come dose singola di 20 mg una volta al dì. A seconda della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 40 mg al giorno. Dopo l'inizio del trattamento, non ci si deve attendere un effetto antidepressivo per almeno due settimane. Si deve proseguire il trattamento fino a quando il paziente non manifesta più sintomi per 4-6 mesi così da fornire copertura adeguata contro l'eventualità di una ricaduta. Trattamento delle crisi di panico. Si raccomanda una dose orale pari a 10 mg per la prima settimana prima di aumentarla fino a 20 mg al giorno. A seconda della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino a un massimo di 40 mg al giorno. Questo per evitare effetti paradosso (ad esempio panico, ansia). I primi effetti terapeutici di solito si evidenziano dopo 2 - 4 settimane. Per ottenere una risposta terapeutica completa possono essere necessari fino a 3 mesi. È possibile che la prosecuzione del trattamento si renda necessaria per diversi mesi. I dati derivanti dagli studi sull'efficacia clinica del farmaco per periodi di tempo superiori ai 6 mesi non sono sufficienti. Pazienti anziani (> 65 anni di età): per i pazienti anziani la dose deve essere diminuita a metà della dose raccomandata, es. 10-20 mg al giorno. La dose massima raccomandata per gli anziani è 20 mg al giorno. Bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni: Il citalopram non deve essere usato nel trattamento di bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Riduzione della funzionalità epatica. Si raccomanda una dose iniziale di 10 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento nei pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata. A seconda della risposta individuale del paziente, la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 20 mg al giorno. È consigliata attenzione ed un'attenta titolazione della dose nei pazienti con funzionalità epatica gravemente ridotta. Questi pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio clinico. Ridotta funzionalità renale: non sono necessarie modificazioni del dosaggio se il paziente presenta un'alterazione della funzionalità renale lieve o moderata. L'impiego di citalopram in pazienti affetti da compromissione renale grave (clearance della creatinina inferiore a 20ml/min.) non è raccomandato in quanto non sono disponibili informazioni circa l'impiego di tale farmaco in questi pazienti. Metabolizzatori lenti del CYP2C19: si raccomanda una dose iniziale di 10 mg al giorno durante le prime due settimane di trattamento per i pazienti che sono noti per avere metabolizzatori lenti rispetto al CYP2C19. La dose deve essere aumentata fino a un massimo di 20 mg al giorno a seconda della risposta individuale del paziente. Per i differenti regimi di dosaggio, devono essere prescritti i tagli adeguati. Sintomi da sospensione osservati in seguito all'interruzione della terapia con citalopram. Si deve evitare una sospensione improvvisa. Quando si interrompe il trattamento con citalopram, il dosaggio deve essere ridotto gradualmente nell'arco di un periodo di almeno una-due settimane, allo scopo di ridurre i rischi di reazioni da astinenza. Se, in seguito ad una diminuzione del dosaggio o all'interruzione del trattamento si manifestano sintomi intollerabili, potrebbe essere opportuno ritornare al dosaggio precedentemente prescritto. In seguito il medico potrà eventualmente ridurre di nuovo il dosaggio, ma in modo più graduale.
PRINCIPI ATTIVI
CITALOPRAM SANDOZ BV 20 mg compresse rivestite con film. Ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di citalopram (come citalopram bromidrato). CITALOPRAM SANDOZ BV 40 mg compresse rivestite con film. Ogni compressa rivestita con film contiene 40 mg di citalopram (come citalopram bromidrato).