hai aggiunto

  in ordine

hai aggiunto

ARIPIPRAZOLO TE*28CPR ORO 15MG

ARIPIPRAZOLO TE*28CPR ORO 15MG

TEVA ITALIA Srl
minsan: 043732155
Vai alla descrizione prodotto

 Prodotto non disponibile

AVVERTENZE
Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente puo' richiedere da molti giorni ad alcune settimane. I pazienti devono essere attentamente monitorati durante questo periodo. Tendenza suicida : Il verificarsi di un comportamento suicida e' inerente alla malattia psicotica e ai disturbi dell'umore, e in alcuni casi e' stato segnalato subito dopo l'inizio o il passaggio al trattamento antipsicotico, incluso il trattamento con aripiprazolo. Un attento monitoraggio dei pazienti ad alto rischio deve accompagnare il trattamento antipsicotico. Patologie cardiovascolari: aripiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti affetti da patologie cardiovascolari (storia di infarto del miocardio o di cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca o anomalie della conduzione), patologie cerebrovascolari, condizioni che possono predisporre all' ipotensione (disidratazione, ipovolemia e trattamento con medicinali antipertensivi) o ipertensione, inclusa quella accelerata o maligna. Sono stati segnalati casi di tromboembolia venosa (TEV) associati ai medicinali antipsicotici. Poiche' i pazienti trattati con antipsicotici hanno spesso presentato fattori di rischio acquisiti per la TEV, tutti i possibili fattori di rischio per la TEV devono essere identificati prima e durante il trattamento con l'aripiprazolo, e devono essere intraprese delle misure preventive. Prolungamento dell'intervallo QT: negli studi clinici con aripiprazolo, l'incidenza del prolungamento dell'intervallo QT e' stata paragonabile a quella riscontrata con il placebo. L'aripiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia familiare di prolungamento dell'intervallo QT. Discinesia tardiva: in studi clinici di durata pari o inferiore a un anno, sono stati riportati casi non comuni di discinesia emersa durante il trattamento con aripiprazolo. Se si manifestano segni e sintomi di discinesia tardiva in un paziente in trattamento con aripiprazolo, si deve prendere in considerazione una riduzione della dose o l'interruzione del trattamento. Questi sintomi possono peggiorare nel tempo o possono anche insorgere dopo l'interruzione del trattamento. Altri sintomi extrapiramidali: negli studi clinici pediatrici sull'aripiprazolo sono stati osservati acatisia e parkinsonismo. Se si manifestano segni e sintomi di altri sintomi extrapiramidali in un paziente in trattamento con l'aripiprazolo, si devono prendere in considerazione una riduzione della dose e un attento monitoraggio clinico. Sindrome neurolettica maligna: la sindrome neurolettica maligna e' un complesso di sintomi potenzialmente fatale associato agli antipsicotici. Negli studi clinici, sono stati segnalati rari casi di sindrome neurolettica maligna durante il trattamento con l'aripiprazolo. Le manifestazioni cliniche della sindrome neurolettica maligna sono iperpiressia, rigidita' muscolare, stato mentale alterato e segni di instabilita' autonomica (polso o pressione sanguigna irregolare, tachicardia, diaforesi e disritmie cardiache). Altri segni possono essere un aumento della creatina fosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) e insufficienza renale acuta. Tuttavia, sono stati segnalati anche elevati livelli di creatina fosfochinasi e rabdomiolisi non necessariamente associati a sindrome neurolettica maligna. Se un paziente sviluppa segni e sintomi indicativi della sindrome neurolettica maligna, o si presenta febbre alta inspiegabile senza altre manifestazioni cliniche di sindrome neurolettica maligna, la somministrazione di tutti gli antipsicotici, compreso l'aripiprazolo, deve essere interrotta. Convulsioni: negli studi clinici, sono stati segnalati casi non comuni di convulsioni durante il trattamento con l'aripiprazolo. Pertanto, l'aripiprazolo deve essere usato con cautela nei pazienti che hanno una storia di disturbi convulsivi o hanno patologie associate a convulsioni. Pazienti anziani con psicosi correlata a demenza. Aumento della mortalita': in tre studi controllati con placebo (n = 938; eta' media: 82,4 anni; intervallo: 56-99 anni) con l' aripiprazolo in pazienti anziani con psicosi associata a morbo di Alzheimer, i pazienti trattati con aripiprazolo avevano un rischio di morte maggiore rispetto a quelli che assumevano placebo. Il tasso di mortalita' nei pazienti trattati con l'aripiprazolo era del 3,5%, rispetto all'1,7% del gruppo placebo. Nonostante le cause di morte siano state varie, la maggior parte dei decessi risultarono essere di natura cardiovascolare (es. insufficienza cardiaca, morte improvvisa) o infettiva (es. polmonite). Reazioni avverse cerebrovascolari: negli stessi studi sono state riportate reazioni avverse cerebrovascolari (es. ictus, attacco ischemico transitorio), nei pazienti (eta' media: 84 anni; intervallo: 78-88 anni), alcune delle quali fatali. In totale, in questi studi l'1,3% dei pazienti trattati con l'aripiprazolo ha manifestato reazioni avverse cerebrovascolari, rispetto allo 0,6% dei pazienti trattati con placebo. Questa differenza non e' stata statisticamente significativa. Tuttavia, in uno di questi studi, a dose fissa, si e' riscontrata una significativa relazione dose-risposta per le reazioni avverse cerebrovascolari nei pazienti trattati con l'aripiprazolo. Aripiprazolo non e' indicato per il trattamento dei pazienti con psicosi correlata alla demenza. Iperglicemia e diabete mellito: iperglicemia, in alcuni casi estrema e associata a chetoacidosi, coma iperosmolare o morte, e' stata segnalata in pazienti trattati con antipsicotici atipici, incluso l'aripiprazolo. I fattori di rischio che possono predisporre i pazienti a gravi complicazioni comprendono obesita' e una storia familiare di diabete. Negli studi clinici con l'aripiprazolo, non ci sono state differenze significative nel tasso d'incidenza delle reazioni avverse correlate a iperglicemia (incluso il diabete) o nei valori della glicemia rispetto al placebo. Non sono disponibili stime di rischio precise che permettano confronti diretti per le reazioni avverse correlate ad iperglicemia nei pazienti trattati con l'aripiprazolo e con antipsicotici atipici.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Psicolettici, altri antipsicotici.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
DENOMINAZIONE
ARIPIPRAZOLO TEVA ITALIA COMPRESSE ORODISPERSIBILI
ECCIPIENTI
Cellulosa microcristallina, cellulosa microcristallina silicizzata, silice colloidale anidra, ossido di ferro giallo (E172) (solo nelle compresse da 15 mg), ossido di ferro rosso (E172) (solo nelle compresse da 10 mg), caramellosa, crospovidone di tipo B, xilitolo (E967), apartame (E951), acesulfame di potassio (E950), acido tartarico, aroma ananas (contiene aromi naturali identici, aromi naturali, maltodestrine e triacetina), magnesio stearato.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: gli effetti indesiderati piu' comuni segnalati negli studi controllati con placebo sono acatisia e nausea, ciascuna delle quali si verifica in piu' del 3% dei pazienti trattati con aripiprazolo orale. Riassunto riepilogativo degli effetti indesiderati: le incidenze delle reazioni avverse da farmaco (ADR) associate alla terapia con aripiprazolo sono indicate nella tabella sottostante. Il riassunto si basa sugli eventi avversi segnalati durante gli studi clinici e/o nell'uso post-marketing. Tutti gli effetti indesiderati sono elencati in base alla classificazione per sistemi e organi e alla frequenza: molto comune (>= 1/10), comune (da >= 1/100 a < 1/10), non comune (da >= 1/1.000 a < 1/100), raro (da >= 1/10.000 a < 1/1.000), molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ogni gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravita'. La frequenza degli effetti indesiderati segnalati durante la vigilanza post-marketing non puo' essere determinata in quanto essi derivano da segnalazioni spontanee. Conseguentemente, la frequenza di questi effetti indesiderati si considera come "non nota". Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: leucopenia, neutropenia, trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Non nota: reazioni allergiche (es. Reazione anafilattica, angioedema che include lingua tumefatta, edema della lingua, edema della faccia, prurito o orticaria). Patologie endocrine. Non comune: iperprolattinemia; non nota: coma diabetico iperosmolare, chetoacidosi diabetica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: diabete mellito; non comune: iperglicemia; non nota: iponatriemia, anoressia, peso diminuito, peso aumentato. Disturbi psichiatrici. Comune: insonnia, ansia, irrequietezza; non comune: depressione, ipersessualità; non nota: tentato suicidio, idea suicida e suicidio riuscito, gioco d'azzardo patologico, disturbo del controllo degli impulsi, alimentazione incontrollata, acquisti compulsivi, poriomania, aggressione, agitazione, nervosismo. Patologie del sistema nervoso. Comune: acatisia, disturbi extrapiramidali, tremore, mal di testa, sedazione, sonnolenza, capogiri; non comune: discinesia tardiva, distonia; non nota: sindrome maligna da neurolettici (snm), convulsione da grande male,sindrome da serotonina, disturbo della parola. Patologie dell'occhio. Visione offuscata; non comune: diplopia, fotofobia; non nota: crisi oculogira. Patologie cardiache. Non comune: tachicardia; non nota: morte improvvisa inspiegata, torsioni di punta, prolungamento dell'intervallo qt, aritmie ventricolari, arresto cardiaco, bradicardia. Patologie vascolari. Non comune: ipotensione ortostatica; non nota: tromboembolia venosa (che include embolia polmonare e trombosi venosa profonda), ipertensione, sincope. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Non comune: singhiozzo; non nota: polmonite da aspirazione, laringospasmo, spasmo orofaringeo. Patologie gastrointestinali. Comune: costipazione, dispepsia, ipersecrezione salivare, vomito; non nota: pancreatite, disfagia, diarrea, fastidio addominale, fastidio allo stomaco. Patologie epatobiliari. Non nota: insufficienza epatica, epatite, ittero, alanina aminotransferasi aumentata (alt), aspartato aminotransferasi aumentata (ast), gamma-glutamiltransferasi aumentata (ggt), fosfatasi alcalina aumentata. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non nota: eruzione cutanea, reazione di fotosensibilità, alopecia, iperidrosi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Non nota: rabdomiolisi, mialgia, rigidità. Patologie renali e urinarie. Non nota: incontinenza urinaria, ritenzione di urina. Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali. Non nota: sindrome da astinenza da droga neonatale). Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non nota: priapismo. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento; non nota: disturbo della termoregolazione (es. Ipotermia, piressia), dolore toracico, edema periferico. Esami diagnostici. Non nota: glucosio ematico aumentato, emoglobina glicosilata aumentata, fluttuazione del glucosio ematico, creatinfosfochinasi aumentata. Descrizione di reazioni avverse selezionate. Adulti. Sintomi extrapiramidali. Schizofrenia: in uno studio controllato a lungo termine della durata di 52 settimane, i pazienti trattati con aripiprazolo hanno avuto un'incidenza globale (25,8%) di sintomi extrapiramidali, tra cui parkinsonismo, acatisia, distonia e discinesia, minore dei pazienti trattati con aloperidolo (57,3%). In uno studio a lungo termine controllato con placebo della durata di 26 settimane, l'incidenza di sintomi extrapiramidali e' stata del 19% nei pazienti trattati con aripiprazolo e del 13,1% nei pazienti trattati con placebo. In un altro studio a lungo termine controllato con placebo della durata di 26 settimane, l'incidenza dei sintomi extrapiramidali e' stata del 14,8% nei pazienti trattati con aripiprazolo e del 15,1% nei pazienti trattati con olanzapina. Episodi maniacali nei pazienti con Disturbo Bipolare di Tipo I: in uno studio controllato della durata di 12 settimane, l'incidenza di sintomi extrapiramidali e' stata del 23,5% nei pazienti trattati con l'aripiprazolo e del 53,3% nei pazienti trattati con aloperidolo. In un altro studio della durata di 12 settimane, l'incidenza di sintomi extrapiramidali e' stata del 26,6% nei pazienti trattati con aripiprazolo e del 17,6% in quelli trattati con litio. In uno studio a lungo termine controllato con placebo, nella fase di mantenimento di 26 settimane, l'incidenza dei sintomi extrapiramidali e' stata del 18,2% nei pazienti trattati con aripiprazolo e del 15,7% nei pazienti trattati con placebo. Acatisia: in studi controllati con placebo, l'incidenza di acatisia nei pazienti bipolari e' stata del 12,1% con aripiprazolo e del 3,2% con il placebo. Nei pazienti affetti da schizofrenia l'incidenza di acatisia e' stata del 6,2% con aripiprazolo e del 3,0% con placebo. Distonia: effetto di classe: sintomi di distonia, anomale e prolungate contrazioni di gruppi muscolari, possono verificarsi in individui suscettibili durante i primi giorni del trattamento. I sintomi distonici includono: spasmo dei muscoli del collo, che a volte progredisce fino al restringimento della gola, difficolta' di deglutizione, difficolta' respiratorie e/o protrusione della lingua. Mentre questi sintomi possono verificarsi a basse dosi, gli stessi si verificano piu' frequentemente e con maggiore gravita' con alta potenza e a dosi piu' alte dei medicinali antipsicotici di prima generazione.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: non sono disponibili studi adeguati e accuratamente controllati con aripiprazolo su donne in gravidanza. Sono state segnalate anomalie congenite; tuttavia, non e' stato possibile stabilire una relazione causale con aripiprazolo. Gli studi condotti sugli animali non sono stati in grado di escludere una potenziale tossicita' sullo sviluppo. Le pazienti devono essere avvisate di informare il medico nel caso siano in gravidanza o intendano avviare una gravidanza durante il trattamento con aripiprazolo. A causa delle insufficienti informazioni sulla sicurezza nell'uomo e delle questioni sollevate dagli studi riproduttivi sugli animali, questo medicinale non deve essere usato in gravidanza salvo che il beneficio atteso giustifichi chiaramente il rischio potenziale per il feto. I neonati esposti ad antipsicotici (incluso aripiprazolo) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio, dopo il parto, di reazioni avverse, tra cui sintomi extrapiramidali e/o da astinenza che potrebbero essere di diversa entita' e durata. Sono stati segnalati agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficolta' respiratoria o disturbo della nutrizione. Di conseguenza, i neonati devono essere attentamente monitorati. Allattamento: l'aripiprazolo e' escreto nel latte. Si deve decidere se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con aripiprazolo, tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilita': in base ai dati degli studi sulla tossicita' riproduttiva, aripiprazolo non ha compromesso la fertilita'.
INDICAZIONI
Questo farmaco e' indicato per il trattamento della schizofrenia negli adulti e negli adolescenti di eta' pari o superiore a 15 anni. Questo farmaco e' indicato per il trattamento di episodi maniacali, di entita' da moderata a grave, nei pazienti con disturbo bipolare di tipo I e per la prevenzione di un nuovo episodio maniacale, negli adulti che hanno manifestato prevalentemente episodi maniacali e i cui episodi maniacali hanno risposto al trattamento con aripiprazolo. Questo medicinale e' indicato per il trattamento della durata massima di 12 settimane degli episodi maniacali di entita' da moderata a grave negli adolescenti affetti da disturbo bipolare di tipo I di eta' pari o superiore a 13 anni.
INTERAZIONI
A causa del suo antagonismo del recettore adrenergico alfa 1, l'aripiprazolo puo' potenzialmente aumentare l'effetto di alcuni medicinali antipertensivi. Visti gli effetti primari di aripiprazolo a livello del sistema nervoso centrale, si deve prestare cautela quando l'aripiprazolo si somministra in associazione ad alcol o ad altri medicinali ad azione centrale e causano reazioni avverse sovrapponibili, come sedazione. Si deve prestare cautela se si somministra l'aripiprazolo in concomitanza con medicinali noti per causare un prolungamento dell'intervallo QT o uno squilibrio elettrolitico. Possibilita' che altri medicinali influenzino l'aripiprazolo: un bloccante della secrezione acida dello stomaco, l'H 2 antagonista famotidina, riduce il tasso di assorbimento di aripiprazolo, ma si ritiene che questo effetto non sia clinicamente rilevante. Aripiprazolo e' metabolizzato da vie multiple che coinvolgono gli enzimi CYP2D6 e CYP3A4 ma non gli enzimi CYP1A. Pertanto, non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei fumatori. Chinidina e altri inibitori del CYP2D6: in uno studio clinico su soggetti sani, un forte inibitore del CYP2D6 (chinidina) ha incrementato l' AUC dell'aripiprazolo del 107%, senza alterare la C max. L'AUC e la C max del deidro-aripiprazolo, il metabolita attivo, sono diminuite del 32% e del 47%, rispettivamente. La dose dell'aripiprazolo deve essere ridotta a circa la meta' della dose prescritta in caso di somministrazione concomitante dell'aripiprazolo e della chinidina. Si puo' supporre che altri forti inibitori del CYP2D6, come la fluoxetina e la paroxetina, abbiano effetti simili, e si devono quindi applicare analoghe riduzioni della dose. Ketoconazolo e altri inibitori del CYP3A4: in uno studio clinico su soggetti sani, un forte inibitore del CYP3A4 (ketoconazolo) ha incrementato l'AUC e la C max dell'aripiprazolo rispettivamente del 63% e del 37%. L'AUC e la C max del deidro-aripiprazolo sono aumentate rispettivamente del 77% e del 43%. Nei metabolizzatori lenti per CYP2D6, l'uso concomitante di forti inibitori del CYP3A4 puo' causare concentrazioni plasmatiche dell'aripiprazolo piu' elevate che nei metabolizzatori veloci per CYP2D6. Quando si prende in considerazione la somministrazione concomitante di ketoconazolo o altri forti inibitori di CYP3A4 e aripiprazolo, i potenziali benefici per il paziente devono superare i rischi potenziali. In caso di somministrazione concomitante di ketoconazolo e aripiprazolo, la dose dell'aripiprazolo deve essere ridotta a circa la meta' di quella prescritta. Si puo' supporre che altri forti inibitori di CYP3A4, come itraconazolo e gli inibitori delle proteasi dell'HIV, abbiano effetti simili, e si devono quindi applicare analoghe riduzioni della dose. In seguito all' interruzione della terapia con l'inibitore del CYP2D6 o del CYP3A4, il dosaggio dell'aripiprazolo deve essere aumentato al livello precedente l'inizio della terapia concomitante. Quando si usano inibitori deboli del CYP3A4 (es. diltiazem) o del CYP2D6 (es. escitalopram) in concomitanza con l'aripiprazolo, ci si puo' attendere un modesto aumento delle concentrazioni plasmatiche di aripiprazolo. Carbamazepina e altri induttori del CYP3A4: in seguito a somministrazione concomitante di carbamazepina, un forte induttore del CYP3A4, e di aripiprazolo orale in pazienti con schizofrenia o disturbo schizoaffettivo, le medie geometriche della C max e dell'AUC per l'aripiprazolo sono state inferiori rispettivamente del 68% e del 73% rispetto a quando veniva somministrato solo l'aripiprazolo (30 mg). Analogamente, le medie geometriche della C max e dell'AUC per deidro-aripiprazolo in seguito alla concomitante somministrazione di carbamazepina erano inferiori rispettivamente del 69% e del 71%, rispetto a quelle ottenute dopo somministrazione del solo aripiprazolo. La dose di aripiprazolo deve essere raddoppiata in caso di somministrazione concomitante dell'aripiprazolo e della carbamazepina. Ci si puo' aspettare che la somministrazione concomitante di aripiprazolo e altri induttori del CYP3A4 (come rifampicina, rifabutina, fenitoina, fenobarbital, primidone, efavirenz, nevirapina ed erba di San Giovanni) abbiano gli stessi effetti, e si devono quindi applicare analoghe riduzioni della dose. Dopo interruzione del trattamento con forti induttori del CYP3A4, il dosaggio dell'aripiprazolo deve essere ridotto alla dose raccomandata. Valproato e litio: quando valproato o litio sono stati somministrati in concomitanza con aripiprazolo, non si sono registrati cambiamenti clinicamente significativi nelle concentrazioni di aripiprazolo e quindi non sono necessari aggiustamenti della dose quando valproato o litio sono somministrati assieme ad aripiprazolo. Possibilita' che aripiprazolo influenzi altri medicinali: negli studi clinici, dosi di 10-30 mg/die di aripiprazolo non hanno avuto effetti significativi sul metabolismo dei substrati del CYP2D6 (rapporto destrometorfano/3-metossimorfinano), CYP2C9 (warfarin), CYP2C19 (omeprazolo) e CYP3A4 (destrometorfano). Inoltre, aripiprazolo e deidro-aripiprazolo non hanno mostrato in vitro alcun potenziale di alterazione del metabolismo mediato dal CYP1A2. Pertanto, e' improbabile che aripiprazolo causi interazioni farmacologiche clinicamente importanti mediate da questi enzimi. Quando l'aripiprazolo e' stato somministrato in concomitanza con valproato, litio o lamotrigina non si sono registrati cambiamenti clinicamente importanti nelle concentrazioni di valproato, litio o lamotrigina. Sindrome serotoninergica: casi di sindrome serotoninergica sono stati segnalati in pazienti in trattamento con aripiprazolo, e possibili segni e sintomi di questa condizione possono insorgere nei casi di uso concomitante con altri medicinali serotoninergici, come gli SSRI/SNRI, o con medicinali in grado di aumentare le concentrazioni dell'aripiprazolo.
POSOLOGIA
Posologia. Adulti. Schizofrenia: la dose iniziale raccomanda di aripiprazolo e' di 10 o 15 mg/die, con una dose di mantenimento di 15 mg/die somministrata una volta al giorno, indipendentemente dai pasti. L'aripiprazolo e' efficace ad un dosaggio compreso tra 10 e 30 mg/die. Non e' stato dimostrato un incremento dell'efficacia a dosaggi maggiori di una dose giornaliera di 15 mg, anche se singoli pazienti possono trarre beneficio da una dose maggiore. La dose massima giornaliera non deve superare i 30 mg. Episodi maniacali nei pazienti con disturbo bipolare di tipo I: la dose iniziale raccomandata di aripiprazolo e' di 15 mg, somministrata una volta al giorno, indipendentemente dai pasti. Alcuni pazienti possono trarre beneficio da una dose piu' elevata. La dose massima giornaliera non deve superare i 30 mg. Prevenzione delle recidive di episodi maniacali nel disturbo bipolare di tipo I: per la prevenzione delle recidive di episodi maniacali nei pazienti in trattamento con aripiprazolo, continuare la terapia allo stesso dosaggio. Sulla base della condizione clinica del paziente, si deve prendere in considerazione un aggiustamento del dosaggio giornaliero, inclusa una riduzione della dose. Popolazione pediatrica. Schizofrenia negli adolescenti di eta' pari o superiore a 15 anni: la dose raccomandata di aripiprazolo e' di 10 mg/die, somministrata una volta al giorno indipendentemente dai pasti. Il trattamento deve essere iniziato alla dose di 2 mg (es. utilizzando una soluzione orale) per 2 giorni, aggiustato a 5 mg per altri 2 giorni, fino a raggiungere il dosaggio giornaliero raccomandato di 10 mg. Quando appropriati, i successivi aumenti della dose devono essere somministrati con incrementi di 5 mg, senza superare la dose massima giornaliera di 30 mg. L'aripiprazolo e' efficace a dosi comprese tra 10 e 30 mg/die. Non e' stato dimostrato un incremento dell'efficacia a dosaggi maggiori di una dose giornaliera di 10 mg, anche se singoli pazienti possono trarre beneficio da una dose piu' elevata. L'uso di aripiprazolo non e' raccomandato nei pazienti affetti da schizofrenia di eta' inferiore a 15 anni, a causa di insufficienti dati sulla sicurezza e l'efficacia del prodotto. Episodi maniacali nel disturbo bipolare di tipo I negli adolescenti di eta' pari o superiore a 13 anni: la dose raccomandata di aripiprazolo e' di 10 mg/die, somministrata una volta al giorno indipendentemente dai pasti. Il trattamento deve essere iniziato alla dose di 2 mg (es. utilizzando una soluzione orale) per 2 giorni, aggiustato a 5 mg per altri 2 giorni, quotidiana fino a raggiungere il dosaggio giornaliero raccomandato di 10 mg. La durata del trattamento deve essere quella minima necessaria per il controllo dei sintomi, e non deve superare le 12 settimane. Non e' stato dimostrato un aumento dell'efficacia a dosaggi superiori a una dose giornaliera di 10 mg, e una dose giornaliera di 30 mg e' associata con un'incidenza sostanzialmente piu' elevata di reazioni avverse significative, inclusi eventi correlati a sintomi extrapiramidali, sonnolenza, affaticamento e aumento di peso. Pertanto, dosi superiori a 10 mg/die devono essere usate solo in casi eccezionali e con un attento monitoraggio clinico. I pazienti piu' giovani hanno un rischio piu' elevato di manifestare eventi avversi associati ad aripiprazolo. Pertanto, l'uso di aripiprazolo non e' raccomandato nei pazienti di eta' inferiore a 13 anni. Irritabilita' associata a disturbo autistico: la sicurezza e l'efficacia di aripiprazolo nei bambini e negli adolescenti di eta' inferiore a 18 anni non sono ancora state stabilite. I dati attualmente disponibili sono riportati, ma non puo' essere formulata alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Tic associati alla sindrome di tourette: la sicurezza e l'efficacia di aripiprazolo nei bambini e negli adolescenti dai 6 ai 18 anni di eta' non sono state ancora stabilite. I dati attualmente disponibili sono riportati, ma non puo' essere formulata alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Popolazioni particolari. Compromissione epatica: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata. I dati disponibili sui pazienti con compromissione epatica grave non sono sufficienti a formulare raccomandazioni. In questi pazienti il dosaggio deve essere gestito con cautela. Comunque, la dose massima giornaliera di 30 mg deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione epatica grave. Danno renale: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti con danno renale. Anziani: la sicurezza e l'efficacia di aripiprazolo nel trattamento della schizofrenia e degli episodi maniacali nel Disturbo Bipolare di Tipo I nei pazienti di eta' pari o superiore a 65 anni non sono state stabilite. Data la maggiore sensibilita' di questa popolazione di pazienti, quando le condizioni cliniche lo permettono, deve essere valutata una dose iniziale inferiore. Sesso: non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei pazienti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Fumatori: in accordo alla via metabolica di aripiprazolo, non e' richiesto alcun aggiustamento della dose nei fumatori. Aggiustamenti della dose dovuti a interazioni: in caso di somministrazione concomitante dell'aripiprazolo e di forti inibitori di CYP3A4 o CYP2D6, la dose di aripiprazolo deve essere ridotta. Quando l'inibitore di CYP3A4 o CYP2D6 viene eliminato dalla terapia combinata, la dose di aripiprazolo deve essere aumentata. Quando l'ariprazolo viene somministrato contemporaneamente ad un forte induttore del CYP3A4, la dose di aripiprazolo deve essere aumentata. Quando l'induttore di CYP3A4 viene eliminato dalla terapia combinata, la dose di aripiprazolo deve essere ridotta alla dose raccomandata. Modo di somministrazione: le compresse orodispersibili sono per uso orale. La compressa orodispersibile deve essere posta in bocca sulla lingua, dove si disperdera' rapidamente nella saliva. Le compresse orodispersibili possono essere assunte con o senza liquidi. Rimuovere la compressa intatta dalla bocca e' difficile. Dato che le compresse orodispersibili sono friabili, devono essere assunte immediatamente una volta fuori dal blister. In alternativa, si puo' disperdere la compressa in acqua e bere la sospensione ottenuta. Le compresse orodispersibili o la soluzione orale possono essere utilizzate in alternativa alle compresse per i pazienti che hanno difficolta' nel deglutire le compresse.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa orodispersibile contiene 10 mg di aripiprazolo. Ogni compressa orodispersibile contiene 15 mg di aripiprazolo.

  • Ritiro in Farmacia Spedizione Gratuita
  • Consegna a domicilio (costi da €2,43 a €6,10 in base alla distanza) Spedizione Gratuita
    COSTI:
    0-3km standard €2,43
    3-4 km standard + €1,22
    4-5 km standard + €1,83
    5-6 km standard + €2,44
    6-7 km standard + €3,05
    7-8 km standard + €3,66
    8-9 km standard + €4,88
    9-10 km standard + €6,10

Form Contatti

inserisci i tuoi dati
inserisci la tua richiesta
compila captcha e informativa privacy